Quando la gentilezza diventa una trappola mortale per le tue finanze personali, sai che stai vivendo in un mondo davvero distorto. La famosa fotografa di moda Nima Benati lo ha scoperto a sue spese giovedì pomeriggio alla stazione di Bologna, quando quello che sembrava un atto di solidarietà si è trasformato in un colpo da centomila euro. La protagonista di campagne per Dior e Dolce & Gabbana è caduta in una trappola orchestrata da quello che lei stessa descrive come un “ragazzo giovanissimo e ispanico”, aiutato da un complice altrettanto sveglio.
Il meccanismo della truffa è stato di una semplicità disarmante: mentre Nima era sul Frecciarossa pronto a partire per Milano, il giovane ladro ha iniziato a bussare al finestrino dal lato dei binari, fingendosi disperato e spaesato. “Ha iniziato a chiedermi se quello fosse il treno per Milano, mentre il convoglio stava per partire”, ha raccontato la fotografa nelle sue Instagram Stories, ancora scossa dall’accaduto. “Io ho solo voluto aiutarlo, perché ero preoccupata per lui. E invece ha usato la mia gentilezza per fregarmi”.
Il modus operandi utilizzato dai malfattori rappresenta quello che nel gergo della cronaca chiamiamo “distraction theft” – una tecnica che sfrutta l’istinto di solidarietà della vittima per creare il momento perfetto per il furto. Mentre Nima era impegnata a rassicurare il finto bisognoso, il complice è salito sul treno e ha fatto sparire la sua valigia Louis Vuitton, contenente gioielli con diamanti, borse Chanel e altri preziosi del valore di circa centomila euro. “È il frutto di 15 anni di lavoro, perso e buttato via”, ha detto amareggiata.
Il profilo del ladro e la tecnica del furto
Dalle testimonianze raccolte emerge il ritratto di un giovane di origine ispanica che ha saputo sfruttare perfettamente il timing e la psicologia della vittima. Il fatto che fosse “giovanissimo” non è casuale: nel mondo delle truffe, spesso si utilizzano baby criminali perché ispirano più fiducia e compassione. La scelta di fingersi confuso e bisognoso di aiuto è un classico del social engineering applicato al furto fisico.
Il complice, quello che ha materialmente portato via la valigia, ha dimostrato una coordinazione perfetta con il primo. Mentre uno teneva impegnata Nima al finestrino, l’altro agiva indisturbato all’interno del convoglio. È una tecnica che richiede pratica e sangue freddo, tipica di professionisti del settore.
La fotografa si è accorta del furto solo all’arrivo a Milano, quando ormai era troppo tardi per qualsiasi intervento immediato. “Mi sento vuota, ho avuto anche un attacco di panico”, ha confessato ai suoi oltre 800mila follower su Instagram, decidendo di rendere pubblica la vicenda per mettere in guardia altri viaggiatori.
Chi è davvero Nima Benati
Nata a Bologna nel 1992, Nima rappresenta uno dei casi di successo più brillanti della fotografia di moda italiana contemporanea. La sua carriera è iniziata da autodidatta a soli 18 anni, quando ha acquistato la sua prima reflex e ha iniziato a sperimentare con amici come modelli. Il suo stile, caratterizzato da colori saturi e composizioni oniriche, ha rapidamente attirato l’attenzione del mondo fashion.
I numeri della sua carriera parlano chiaro: campagne per Dior, Dolce & Gabbana e Yves Saint Laurent, collaborazioni con testate prestigiose come Vogue Arabia e Vanity Fair Italia, ritratti di celebrities del calibro di Chiara Ferragni e Chiara Biasi fotografate ai loro esordi. Nel 2019, Forbes l’ha inserita nella classifica “30 Under 30” per l’Italia nella categoria “Arte e Cultura”, un riconoscimento che ha consolidato la sua reputazione internazionale.
La sua strategia sui social media è stata altrettanto vincente: su Instagram conta oltre 800mila follower, costruiti attraverso un feed curatissimo che alterna i suoi lavori professionali a momenti di vita privata. Negli ultimi tempi aveva scelto di aprirsi maggiormente con i suoi seguaci, condividendo fragilità e pensieri personali – una scelta che ora si rivela profetica, visto che ha utilizzato proprio questa piattaforma per raccontare la sua disavventura.
La denuncia e le indagini
Nima ha sporto denuncia alla Polfer di Milano una volta arrivata a destinazione, mentre gli agenti di Bologna stanno analizzando le immagini delle telecamere di sicurezza della stazione per identificare i responsabili. Le possibilità di recuperare la refurtiva, però, sono piuttosto scarse: questo tipo di furti ha solitamente un tasso di risoluzione molto basso, soprattutto quando i malfattori agiscono con la professionalità dimostrata in questo caso.
La fotografa ha ammesso che in passato era già stata vittima di furti simili, ma non ne aveva mai parlato pubblicamente. Questa volta ha scelto di rompere il silenzio proprio per sensibilizzare i suoi follower: “Lo racconto per dirvi di fare attenzione. Perché io sono stata derubata a causa della mia gentilezza”.
L’amarezza di una lezione di vita
Quello che colpisce di più nel racconto di Nima è la disillusione di chi scopre che la propria generosità può essere trasformata in un’arma contro se stessa. “Ho deciso di spostare i preziosi nel bagaglio a mano perché pensavo fosse più sicuro tenerli con me. Di solito non viaggio mai con gioielli, ma questa volta non ho avuto scelta”, ha spiegato, riferendosi al fatto che stava rientrando da un viaggio di lavoro all’estero.
La vicenda di Nima Benati rappresenta purtroppo un fenomeno in crescita nelle stazioni italiane, dove bande organizzate sfruttano la confusione e la fretta dei viaggiatori per mettere a segno colpi mirati. Il fatto che abbiano preso di mira una persona con un profilo così alto dimostra che queste operazioni sono spesso studiate a tavolino.
Il messaggio che la fotografa ha voluto lanciare ai suoi fan è chiaro: in un mondo dove la solidarietà può costarti centomila euro, la diffidenza diventa purtroppo una forma di auto-protezione necessaria.
E tu cosa ne pensi di questa storia? Avresti reagito come Nima o saresti stato più sospettoso? La gentilezza deve avere dei limiti quando si viaggia? Raccontaci la tua esperienza nei commenti!



