Oh mio Dio, amici del gossip! Preparate i popcorn perché questa è una di quelle bombe mediatiche che fa sembrare una puntata del Grande Fratello una noiosa riunione di condominio! Il triangolo scandalistico dell’anno ha appena raggiunto temperature da fusione nucleare con le ultime rivelazioni di Ashley St. Clair, la giovane autrice 26enne che ha appena fatto tremare l’impero Musk con un’intervista al Wall Street Journal che è già entrata nell’olimpo delle confessioni shock. La St. Clair ha rivelato di aver rifiutato un’offerta da capogiro: ben 15 milioni di dollari in un’unica soluzione più 100.000 dollari al mese fino al compimento dei 21 anni del bambino, il tutto per mantenere segreto che il padre di suo figlio è nientemeno che il magnate della tecnologia! Ma il colpo di scena non finisce qui. L’autrice ha anche rivelato per la prima volta il nome scelto per il bambino, e fidatevi, è assolutamente in linea con la nomenclatura muskocentrica a cui il miliardario ci ha abituati con la sua prole: Romulus St. Clair. Sì, avete capito bene! Come il leggendario fondatore di Roma allevato dalla lupa. Un nome che sembra preannunciare un destino da conquistatore o, quantomeno, da fondatore di colonie su Marte. La St. Clair ha spiegato di aver rifiutato l’accordo di riservatezza perché non voleva che il piccolo, ora di 7 mesi, “si sentisse come un segreto” o un figlio illegittimo. Un contratto che, tra l’altro, secondo quanto riportato, le avrebbe impedito di parlare pubblicamente di Musk, ma non avrebbe vietato a lui di fare commenti denigratori su di lei. Che gentleman!
I dettagli succosi dell’accordo mai firmato
Secondo quanto rivelato dalla St. Clair, l’accordo proposto dal “fissatore” di lunga data di Musk, Jared Birchall, presentava diverse clausole che l’hanno spinta a rifiutare. Il contratto non prevedeva spese per la sicurezza (e sappiamo tutti quanto possano essere necessarie quando si è nell’orbita di un miliardario), nessun supporto in caso di malattia grave del bambino, nessun fondo fiduciario o assicurazione sulla vita se Musk fosse morto prima che il bambino compisse 21 anni. E, come se non bastasse, la ciliegina sulla torta: se avesse mai violato i termini dell’accordo, avrebbe dovuto restituire i 15 milioni ricevuti in anticipo! Un contratto leonino che avrebbe fatto impallidire anche i più spietati squali di Wall Street.
L’intimidazione velata e la gravidanza segreta
La giovane mamma ha anche lasciato intendere di essersi sentita intimidita da Birchall, che l’avrebbe avvertita che rifiutare l’accordo “sempre, sempre porta a un risultato peggiore per quella donna rispetto a quello che sarebbe stato altrimenti”. Un avvertimento sibillino che non lascia molto spazio all’interpretazione. Durante la gravidanza, la St. Clair afferma di aver acconsentito ad alcune richieste di Musk, tra cui quella di rimanere all’interno del suo appartamento affinché il loro segreto non trapelasse. In cambio, lui le avrebbe inviato 2 milioni di dollari per le spese, metà dei quali sotto forma di prestito, secondo un messaggio di testo visionato dal WSJ. Una golden cage dorata, ma pur sempre una gabbia!
La svolta scientifica: il test di paternità al 99,9999%
Il Wall Street Journal ha anche riportato che i risultati del test di paternità di Labcorp sono arrivati quattro giorni prima della pubblicazione dell’articolo, mostrando che c’è una certezza del “99,9999%” che Musk sia il padre di Romulus. Un risultato che non lascia praticamente spazio a dubbi, anche se il miliardario aveva precedentemente messo in discussione la paternità, pur dichiarandosi “non contrario a scoprirlo”. Dopo la causa intentata dalla St. Clair per la paternità – e la richiesta di affidamento esclusivo – cinque mesi dopo la nascita, Musk avrebbe “sostanzialmente” ridotto il mantenimento del bambino. Una mossa che gli esperti di PR crisis management definirebbero quantomeno discutibile!
Il concepimento a St. Bart’s e le strane richieste
La St. Clair ha rivelato dettagli intimi sulla concezione di Romulus, affermando che è avvenuta durante una vacanza a St. Bart’s nel gennaio 2024, quando ha detto a Musk che stava ovulando e lui ha risposto: “Cosa stiamo aspettando?”. Ha anche affermato che avevano già parlato di figli in precedenza, con Musk che le avrebbe detto di “scegliere un nome” per il loro futuro bambino la prima volta che sono andati a letto insieme. Un approccio decisamente proattivo alla pianificazione familiare! Ma il dettaglio più bizzarro? Musk l’avrebbe esortata a partorire con un cesareo, che secondo lui è migliore per la dimensione del cervello del nascituro. Una teoria che ha sostenuto pubblicamente ma che la St. Clair ha evidentemente ignorato.
L’altro fronte: la battaglia con Grimes e gli altri 13 figli
Mentre si apre questo nuovo capitolo della saga genitoriale di Musk, è importante ricordare che il magnate era già impegnato in una battaglia per la custodia “molto conflittuale” con l’ex fidanzata Grimes per i loro tre figli dai nomi altrettanto insoliti: X Æ A-Xii, 4 anni, Exa Dark Sideræl, 3 anni, e Tau Techno Mechanicus, 2 anni. Una disputa che, secondo quanto riportato, si sarebbe risolta silenziosamente lo scorso agosto. In totale, Musk ha altri 13 figli, incluso Romulus, nati da relazioni con diverse donne. La sua genealogia comprende il figlio Nevada, morto nel 2002 a sole 10 settimane, i gemelli Griffin e Vivian, 20 anni, e i tre gemelli Kai, Saxon e Damian, 19 anni, avuti con l’ex moglie Justine Wilson. E non dimentichiamo Strider e Azure, 3 anni, Arcadia, 1 anno, e Seldon, la cui età non è nota, avuti con Shivon Zilis.
E tu cosa ne pensi? Credi che Ashley abbia fatto la scelta giusta rifiutando quei 15 milioni? O pensi che avrebbe dovuto accettare l’accordo di riservatezza? E soprattutto, cosa pensi del nome Romulus? Un futuro conquistatore spaziale o semplicemente l’ennesimo bambino con un nome bizzarro nella famiglia Musk? Commenta qui sotto e dì la tua su questa soap opera miliardaria!