Diciamocelo: c’è un momento nella vita di ogni persona in cui, dopo aver visto un film di arti marziali, ti guardi allo specchio e pensi “potrei farlo anche io”. Poi provi a fare un calcio rotante, ti accorgi che la tua gamba non sale più in alto del ginocchio e che il tuo equilibrio è quello di un pinguino ubriaco, e capisci che forse è meglio restare sul divano. Ma il fascino rimane intatto, perché questi film non sono solo botte da orbi e acrobazie impossibili. Sono coreografie perfette, storie di vendetta e redenzione, e soprattutto sono un modo per farti sentire invincibile senza muoverti dal divano.
Il problema è che quando cerchi un buon film di arti marziali, ti ritrovi sommerso di titoli. Alcuni sono capolavori assoluti, altri sono delle ciofeghe pazzesche dove i dialoghi sembrano scritti da un traduttore automatico degli anni ’70. Ecco perché ho deciso di fare una selezione dei film che vale davvero la pena vedere, quelli dove le scene di combattimento non sono solo un pretesto per far volare la gente, ma sono delle vere e proprie opere d’arte coreografiche.
The Raid 2
Partiamo subito col botto. The Raid 2 è quel tipo di film che ti lascia sfinito anche se sei tu quello seduto a guardare. Il primo capitolo, uscito nel 2011, era già una bomba: poliziotti contro criminali in un palazzo di Giacarta, botte da tutte le parti, sangue ovunque. Ma il secondo? Il regista Gareth Evans ha deciso che non bastava, che doveva esagerare in tutto. E ci è riuscito alla grande.
La trama è quella classica del poliziotto infiltrato che deve sgominare i boss del crimine, ma sinceramente chi se ne frega della trama quando hai scene di combattimento così assurde da sembrare uscite da un videogioco? C’è una scena in un cortile di prigione dove tutti si picchiano nel fango che sembra la battaglia finale di un film di guerra. Poi ci sono due personaggi che si chiamano letteralmente Hammer Girl e Baseball Bat Man (sì, questi sono i loro nomi) che girano per la città a massacrare gente con un martello e una mazza da baseball. E se pensi che sia esagerato, aspetta di vedere l’inseguimento in macchina dove la gente si prende a pugni mentre l’auto va a tutta velocità.
Il finale poi è una sequenza continua di violenza coreografata dove il protagonista deve affrontare praticamente tutti quelli rimasti vivi. Prima un gruppo intero, poi Hammer Girl e Baseball Bat Man insieme (che scena, ragazzi), e infine il sicario più forte del cattivo principale in una cucina. Sì, una cucina. E quella scena da sola vale il prezzo del biglietto, perché è brutale, tecnica e ti fa venire voglia di non litigare mai con nessuno che sappia fare arti marziali.
Jackie Chan: il re delle botte simpatiche
Ora, se c’è un nome che viene in mente quando pensi alle arti marziali cinematografiche, quello è Jackie Chan. Non è solo un attore, è un fenomeno della natura che ha passato decenni a farsi male in modi sempre più creativi per il nostro divertimento. E due dei suoi film più belli sono Drunken Master II e Police Story.
Drunken Master II
Drunken Master II è probabilmente il miglior film di Jackie Chan ambientato in epoca storica. La trama è abbastanza semplice: ci sono dei tizi che vogliono rubare manufatti cinesi antichi, Jackie Chan ci finisce in mezzo per caso, e iniziano le botte. È anche una commedia, ma non tutta la comicità funziona (diciamolo, certe battute sono datate), però l’azione compensa tutto.
La scena nel ristorante è leggendaria. Jackie Chan e un suo alleato devono affrontare un esercito di cattivi, e la conseguenza è che praticamente distruggono tutto il locale. Gente che vola da tutte le parti, mobili che si rompono, e una coreografia così perfetta che ti chiedi come abbiano fatto a girare quella scena senza che nessuno finisse all’ospedale (spoiler: qualcuno ci è finito, Jackie Chan si fa sempre male).
Ma il meglio arriva alla fine, dove il combattimento finale mostra il personaggio di Jackie che usa lo stile dell’ubriaco per battere i cattivi più tosti del film. E la coreografia è così buona che ancora oggi, dopo decenni, rimane uno dei migliori combattimenti mai filmati.
Police Story
Se vuoi vedere Jackie Chan al massimo della sua forma fisica e della sua follia, Police Story è il film giusto. È un poliziotto che fa le cose a modo suo (classico), deve proteggere una testimone importante (classico), e ovviamente ci sono un sacco di scene d’azione (classicissimo).
L’inizio del film è già assurdo: un inseguimento in auto che diventa una distruzione di massa. Poi c’è una scena dove Jackie si attacca a un autobus in movimento durante un inseguimento, e già lì capisci che questo tizio non ha paura di niente. Ma il finale? Il finale è in un centro commerciale, e Jackie Chan fa una delle acrobazie più pericolose della sua carriera: si lancia da un piano alto del centro commerciale aggrappandosi a un palo coperto di lucine, e scivola giù a velocità folle. Quella scena gli ha procurato ustioni e ferite varie, ma è entrata nella storia del cinema.
Bruce Lee: la leggenda
Impossibile parlare di film di arti marziali senza parlare di Bruce Lee. Questo tizio è praticamente la ragione per cui il kung fu è diventato famoso in Occidente. È morto a soli 32 anni nel 1973, ma in quei pochi anni di carriera ha fatto film che ancora oggi sono considerati pietre miliari del genere.
I 3 dell’Operazione Drago
I 3 dell’Operazione Drago è probabilmente il film più famoso di Bruce Lee, e per un buon motivo. La trama mescola spionaggio e arti marziali: Lee deve infiltrarsi in un torneo di combattimento per incastrare un boss del crimine che traffica droga. Semplice, efficace, perfetto.
Le scene di combattimento sono spettacolari, ma quella nella sala degli specchi è diventata leggendaria. Bruce Lee contro un cattivo in una stanza piena di specchi, e la coreografia è così ben fatta che ti chiedi come abbiano fatto a girarla. Il film ha incassato l’equivalente di 2 miliardi di dollari di oggi, roba da far impallidire gli Avengers. Non male per un film del 1973.
L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente
Se I 3 dell’Operazione Drago è il film più famoso, L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente è forse il più divertente. Bruce Lee va a Roma per aiutare degli amici con un ristorante che la mafia locale vuole trasformare in un’attività illegale. Ovviamente Bruce Lee risolve tutto a suon di pugni e calci.
La scena più famosa? Il combattimento al Colosseo tra Bruce Lee e Chuck Norris. Ci sono voluti tre giorni per girarla, e venti pagine di sceneggiatura scritte e disegnate da Lee stesso. È una delle scene di arti marziali più iconiche della storia del cinema, e rappresenta perfettamente la filosofia di Bruce Lee: adattabilità, fluidità, “sii acqua”. È anche una vendetta simbolica dei cinesi contro Hollywood, che per anni li aveva relegati a ruoli umilianti.
Dalla Cina con furore
Dalla Cina con furore è il film che ha reso Bruce Lee una star internazionale. Ambientato nella Shanghai del 1908 sotto dominazione giapponese, il protagonista Chen deve vendicare la morte del suo maestro di arti marziali. La storia è appassionante, profondamente umana, e le coreografie sono spettacolari.
Questo film ha fatto conoscere il kung fu all’Occidente in modo serio, mostrando che non era solo gente che si picchiava, ma c’era dietro una filosofia, una disciplina, un’arte vera e propria. L’intensità di Bruce Lee in questo film è palpabile, e capisci perché sia diventato un’icona.
La Tigre e il Dragone
La Tigre e il Dragone di Ang Lee è un film diverso da tutti gli altri in questa lista. Non è solo botte, è anche una storia d’amore complicata, con personaggi profondi e una regia elegantissima. Ma le scene di combattimento? Quelle sono da urlo.
La scena migliore è il duello tra due donne: una giovane guerriera con una spada leggendaria contro una combattente più esperta. Sembra semplice sulla carta, ma nella pratica è una coreografia perfetta. La giovane ha la spada migliore, ma la veterana conosce il luogo dello scontro e usa tutte le armi disponibili. Ogni volta che la spada leggendaria le rompe l’arma, lei ne prende un’altra. È una scena ipnotica, elegante, violenta e poetica allo stesso tempo.
C’è anche una scena in un ristorante dove la giovane guerriera affronta un gruppo di uomini e li batte tutti con una facilità disarmante. La Tigre e il Dragone dimostra che un film di arti marziali può essere anche un film d’autore, con profondità emotiva e bellezza visiva.
Kill Bill Volume 1
Quentin Tarantino adora il cinema orientale, e in Kill Bill Volume 1 ha fatto il suo omaggio personale ai film di arti marziali. La Sposa (Uma Thurman in tuta gialla, omaggio diretto a Bruce Lee) deve vendicarsi di quelli che hanno cercato di ucciderla, e lo fa con stile.
La scena migliore è il massacro degli 88 Folli in un ristorante giapponese. La Sposa entra, e inizia a massacrare tutti. Prima i bodyguard, poi un esercito di tizi vestiti uguali, e infine O-Ren Ishii nella neve. È violento, è stilizzato, è esagerato, ed è perfetto. Tarantino usa il sangue come elemento scenografico, e il risultato è una delle scene d’azione più memorabili della sua carriera.
Ma c’è anche un combattimento all’inizio del film, quello contro Vernita Green in una casa di periferia. È brutale, perfettamente coreografato, e anche stranamente divertente. Se vuoi dialoghi e sviluppo dei personaggi, guarda il Volume 2. Se vuoi azione pura e stile da vendere, il Volume 1 è imbattibile.
Ip Man
Un altro film che merita assolutamente di essere visto è Ip Man, con Donnie Yen nel ruolo del maestro di Wing Chun che ha insegnato a Bruce Lee. Il film racconta la storia di Ip Man durante l’invasione giapponese della Cina, e mescola azione spettacolare con un forte messaggio patriottico.
Le scene di combattimento sono tecnicamente perfette. Donnie Yen è un maestro di arti marziali nella vita reale, e si vede. Il suo Wing Chun è veloce, preciso, devastante. La scena dove affronta dieci karateka giapponesi da solo è un momento di cinema puro: Ip Man che difende l’onore del kung fu cinese contro l’arroganza degli invasori.
Il film ha avuto un successo enorme e ha generato diversi sequel, ma il primo resta il migliore. È un mix perfetto di azione, storia e messaggio, e Donnie Yen è semplicemente perfetto nel ruolo.
Perché questi film funzionano ancora oggi
Cosa hanno in comune tutti questi film? Non sono solo scene di botte messe lì a caso. Sono coreografie studiate nei minimi dettagli, dove ogni movimento ha un senso, dove la fisica (anche se esagerata) viene rispettata, dove i combattimenti raccontano una storia tanto quanto i dialoghi.
Jackie Chan si è fatto male in praticamente tutti i suoi film perché voleva che le acrobazie fossero reali. Bruce Lee ha cambiato il modo di girare le arti marziali al cinema, introducendo velocità e realismo. The Raid 2 ha portato la violenza coreografata a un livello mai visto prima. La Tigre e il Dragone ha dimostrato che le arti marziali possono essere poetiche.
E poi c’è il fatto che questi film ti fanno sentire bene. Anche se sai che non riuscirai mai a fare un calcio volante o a sconfiggere dieci persone contemporaneamente, per due ore puoi immedesimarti in questi eroi e sentire che tutto è possibile. È escapismo puro, ed è bellissimo.
La magia del cinema d’azione orientale
Una cosa che rende speciali questi film è che molti di loro vengono da una tradizione cinematografica diversa da quella occidentale. Il cinema di Hong Kong, in particolare, ha sempre avuto un approccio diverso all’azione: meno effetti speciali, più acrobazie reali, coreografie più elaborate.
Quando guardi Jackie Chan che scivola giù da un palo coperto di luci in Police Story, sai che è davvero lui a farlo. Quando guardi Bruce Lee combattere, vedi una velocità e una tecnica che nessun effetto speciale può replicare. Questa autenticità rende i film più coinvolgenti, più viscerali.
Anche i film più recenti come The Raid 2, pur usando qualche trucco moderno, mantengono quella fisicità, quella brutalità reale che rende i combattimenti credibili. Non sono supereroi con poteri magici, sono persone (molto molto allenate) che si picchiano davvero.
Cosa ci insegnano questi film (oltre a non litigare con gente che sa kung fu)
Al di là dell’azione spettacolare, molti di questi film hanno anche dei messaggi importanti. Bruce Lee usava i suoi film per parlare di orgoglio nazionale cinese, di resistenza contro l’oppressione. I suoi personaggi sono simboli di riscatto per un popolo che è stato umiliato troppo a lungo.
Ip Man racconta la stessa storia: la dignità di un popolo che resiste all’invasore, la forza che viene dalla disciplina e dal rispetto per la propria tradizione. Non sono solo botte, sono storie di resistenza e identità.
Anche film più “leggeri” come quelli di Jackie Chan hanno spesso temi di giustizia sociale, di piccole persone che si ribellano ai potenti. Sotto l’apparenza di commedie d’azione, c’è sempre un messaggio.
E poi c’è l’aspetto filosofico. Bruce Lee era anche un filosofo, e il suo concetto di “essere come l’acqua” – adattarsi, fluire, non irrigidirsi – è diventato famoso in tutto il mondo. Le arti marziali nel cinema non sono mai solo combattimento, sono sempre anche crescita personale, superamento dei propri limiti, ricerca di equilibrio.
Allora, da dove inizio?
Se non hai mai visto un film di arti marziali e vuoi cominciare, il mio consiglio è di partire da I 3 dell’Operazione Drago di Bruce Lee. È accessibile, spettacolare, e capisci subito perché questo genere ha avuto così tanto successo.
Se vuoi qualcosa di più moderno e violento, vai di The Raid 2. Se preferisci qualcosa di più elegante e poetico, La Tigre e il Dragone è perfetto. Se vuoi divertirti con acrobazie pazzesche, Police Story di Jackie Chan non ti deluderà.
E se vuoi vedere la storia del maestro che ha formato Bruce Lee, Ip Man è imperdibile.
In ogni caso, preparati a passare le due ore successive a pensare “potrei farlo anche io”, salvo poi ricordare che l’ultima volta che hai corso hai avuto il fiatone dopo 50 metri. Ma va bene così, è la magia del cinema: ti fa sognare di essere qualcuno che non sarai mai, e per quelle due ore è fantastico.
E tu, qual è il tuo film di arti marziali preferito? Sei più da Jackie Chan simpatico o da Bruce Lee intenso? Hai mai provato a fare un calcio volante e sei finito male? Raccontamelo nei commenti!




