L’Eurovision Song Contest è sempre stato un palcoscenico per le migliori voci d’Europa, uno show che celebra la musica dal vivo, la presenza scenica e l’originalità. Eppure, negli ultimi anni, una domanda ha iniziato a serpeggiare tra fan e addetti ai lavori: è giusto permettere l’uso dell’autotune in una competizione canora?
L’EBU (European Broadcasting Union), l’ente che organizza l’Eurovision, ha recentemente chiarito la propria posizione: l’autotune si può usare, ma con alcune limitazioni. Una decisione che, se da un lato cerca di preservare l’integrità vocale della gara, dall’altro apre a possibili polemiche. Vediamo nel dettaglio cosa significa e perché, personalmente, non lo ammetterei mai in una competizione canora.
Quando si può usare l’autotune all’Eurovision?
L’EBU ha stabilito che l’autotune può essere usato solo per effetti sonori e non per correggere l’intonazione del cantante. Ecco il regolamento ufficiale:
“La qualità delle voci è una parte importante della valutazione complessiva dell’esibizione […] L’autotune può essere utilizzato come effetto sonoro su parti di una canzone, ma non ne permettiamo l’uso per correggere l’intonazione del cantante o del coro durante l’esibizione.”
In pratica, l’autotune all’Eurovision è accettato solo se serve a creare un effetto particolare nella canzone, come un’alterazione elettronica della voce (ad esempio, il vocoder usato dagli Olsen Brothers nel 2000 con “Fly on the Wings of Love”). Tuttavia, non può essere impiegato per mascherare le imperfezioni di intonazione dei cantanti in gara.
Un compromesso che cerca di bilanciare innovazione e rispetto per il canto dal vivo. Ma è davvero la soluzione migliore?
L’autotune senza limiti: una distorsione della musica dal vivo
Se all’Eurovision l’autotune ha delle regole precise, non si può dire lo stesso di altri festival musicali, dove viene usato senza particolari restrizioni.
Un esempio? Il Festival di Sanremo 2025, dove Carlo Conti ha autorizzato l’autotune senza porre limiti. Il risultato? Alcuni artisti hanno potuto mascherare le proprie carenze vocali, mentre altri, come Francesco Gabbani, si sono espressi duramente contro questa pratica.
“Quelli che non usano l’autotune e sono intonati rischiano di sembrare stonati. Dovrebbe essere proibito in gara, ma molti non potrebbero cantare dal vivo” – ha dichiarato Gabbani.
Ed è proprio questo il punto: se permettiamo l’autotune senza limiti, stiamo barando. È come se in uno sport permettessimo ad alcuni atleti di usare il doping, mentre altri devono fare affidamento solo sul proprio talento e allenamento.
L’autotune è il “doping della musica”
Usare l’autotune in una competizione canora è l’equivalente del doping nello sport.
- Falsifica la competizione: un cantante meno talentuoso può apparire impeccabile solo grazie alla tecnologia.
- Svaluta il vero talento: chi ha una grande voce naturale si trova svantaggiato rispetto a chi sfrutta il correttore automatico.
- Inganna il pubblico: gli spettatori credono di ascoltare una performance dal vivo, quando in realtà stanno sentendo una voce “corretta”.
Se accettiamo l’autotune senza limiti nelle competizioni, perché allora non permettere ai maratoneti di usare biciclette elettriche? O ai nuotatori di indossare pinne? Il principio è lo stesso: se è una gara di canto, si deve valutare la voce reale.
Perché l’autotune dovrebbe essere abolito dalle competizioni canore
Se l’EBU ha imposto delle restrizioni, è perché ha compreso il rischio di trasformare l’Eurovision in una gara di produzione musicale, piuttosto che di talento vocale. Ma il fatto stesso che l’autotune sia concesso, anche se in minima parte, lascia aperta una porta per future manipolazioni.
Ecco perché io lo abolirei completamente dalle competizioni canore:
- Rende la gara più equa: tutti devono esibirsi con la propria voce, senza aiuti artificiali.
- Premia il vero talento: chi sa cantare bene dal vivo deve essere valorizzato, non penalizzato.
- Restituisce autenticità alla musica: l’arte vocale deve rimanere pura e genuina.
Non si tratta di demonizzare l’autotune in generale. Nel mondo della produzione discografica, questo strumento è usato da decenni per migliorare il suono delle registrazioni. Il problema nasce quando lo si porta sul palco di una competizione, dove la valutazione dovrebbe basarsi sulla performance dal vivo.
Il futuro dell’autotune nelle competizioni
Se oggi l’EBU ha messo dei limiti, chi ci assicura che tra qualche anno non ci sarà un’ulteriore apertura? Con la continua evoluzione della tecnologia, il rischio è che l’autotune diventi la norma, trasformando le gare canore in spettacoli di playback mascherato.
Servono regole chiare e definitive: se è una competizione vocale, la voce deve essere reale. Se invece vogliamo una gara di effetti sonori e produzioni da studio, allora cambiamo il format.
Conclusione: tu cosa ne pensi?
L’Eurovision ha cercato un compromesso, ma il problema resta: fino a che punto possiamo accettare l’autotune in una gara di canto? Io sono convinto che la musica dal vivo debba rimanere tale, senza artifici che falsano la competizione.
E tu? Pensi che l’autotune dovrebbe essere abolito dalle competizioni canore o credi che possa avere un ruolo accettabile? Diccelo nei commenti.