La Roma suda, soffre e si aggrappa ad Alisson
La sfida del girone C di Champions League tra Roma e Atletico Madrid termina a reti bianche. Uno 0-0 che tutto sommato soddisfa la banda di Di Francesco che in più di un’occasione ha rischiato seriamente di capitolare sotto i colpi dei “colchoneros”. Eroe della serata è stato il portiere brasiliano dei capitolini, Alisson, autore di parate decisive e provvidenziali al fine di blindare lo specchio della porta a Griezmann e compagni. Sia nel primo che soprattutto nel secondo tempo, l’estremo difensore giallorosso è stato alquanto determinante dinnanzi alle occasioni capitate sui piedi di Saul, Griezmann, Carrasco, i quali sono andati davvero ad un centimetro dalla marcatura personale. I padroni di casa hanno avuto le migliori chance per passare in vantaggio, durante la prima frazione di gioco, con due ghiotte opportunità firmate da Nainggolan, il cui tiro è stato intercettato abilmente da Oblak e Dzeko, la cui conclusione dall’interno dell’area non ha inquadrato lo specchio della porta. Sempre nei primi quarantacinque minuti, la Roma ha protestato per un mancato penalty decretato dall’arbitro serbo Mazic, ritenendo, in maniera errata, non volontario un tocco con il braccio di Vietto, all’interno dell’area, su cross sfoderato da Perotti. La distanza tra i due calciatori era di circa sette metri, ragion per cui ci fossero tutti gli estremi per concedere la massima punizione a favore dei giallorossi. Al triplice fischio finale è stato avvertito qualche mugugno tra i 30.000 presenti all’Olimpico, leggeri fischi di disapprovazione nei confronti dei padroni di casa che non hanno evidenziato un gioco travolgente né tantomeno ben collaudato tra i reparti. La difesa giallorossa in più di un’occasione ha rischiato di naufragare di fronte alla spinta d’urto dei “colchoneros” e solo uno strepitoso Alisson ha impedito che accadesse ciò. Per i capitolini c’è ancora tanto da lavorare al fine di migliorare l’approccio e l’intesa di squadra, anche se un pareggio interno contro l’Atletico Madrid, ossia al cospetto di una compagine particolarmente avvezza negli ultimi anni a raggiungere la finale, non è assolutamente da buttare via.
In mixed zone, Eusebio Di Francesco ha così commentato il pareggio a reti bianche contro i biancorossi madridisti: “ I fischi non li ho sentiti, meno male che erano isolati. Lo scorso anno la Roma è uscita dalla Champions, oggi ha debuttato contro una grande squadra e abbiamo avuto un portiere che ha parato. Siamo stati anche fortunati, mentre contro l’Inter non lo siamo stati. Abbiamo fatto un ottimo primo tempo, nella ripresa siamo calati e sono stato costretto a cambiare sistema, per trovare un po’ di equilibrio e riuscire a contenere le loro iniziative”.
Il “cholo” Simeone ha invece giudicato in questi termini il pareggio ottenuto all’Olimpico, che per molti versi gli sta stretto: “Abbiamo fatto una gara studiata, credendo in quello che abbiamo visto. Nel primo tempo abbiamo voluto metterli pressione a centrocampo e abbiamo creato palle goal, per mettere poi nel secondo tempo giocatori veloci sfruttando la stanchezza della Roma. Abbiamo fatto una grande partita, peccato anche per il palo. Dobbiamo fare i complimenti al portiere, le ha fatte Alisson le parate, non abbiamo tirato fuori, tranne il palo di Saul. Ha parato tanti tiri, sia nel primo che nel secondo tempo, abbiamo fatto una grande partita”.
Mentre faranno discutere le affermazioni rilasciate da Dzeko, il quale ha lasciato trapelare di non aver ancora assimilato gli schemi tattici imposti da Di Francesco, rimpiangendo il modus operandi di Spalletti, quando in avanti era supportato da Nainggolan e da Salah, quest’ultimo approdato in estate al Liverpool: “Abbiamo visto cose buone come contro l’Inter per 60/70 minuti, ma una squadra come noi non può giocare così nel finale. Serve più tempo e pazienza , ma era molto importante questo punto anche per la testa e per andare avanti. Ho fatto tanti goal lo scorso anno, quest’anno sarà più difficile, oggi non ho toccato tanti palloni e speriamo che in futuro ne toccherò di più in modo da fare anche goal. Si sente la mancanza di Salah e anche di Totti. Loro sono stati sempre vicino a me, anche Nainggolan giocava vicino a me e ora sono tutti più distanti con questo sistema di gioco ma dobbiamo avere pazienza per crescere tutti insieme”.
Le frasi pronunciate dall’attaccante serbo di sicuro faranno rumore, di certo lasceranno qualche strascico. Che a Roma, piazza piuttosto esigente, qualcuno possa già perdere la pazienza, può accadere, così come il pareggio ottenuto contro l’Atletico, soprattutto per le modalità in cui ciò è avvenuto, potrà sollevare più di qualche dubbio sulla reale consistenza e potenzialità della rosa, ma per logica bisognerà concedere ancora del tempo al neo tecnico abruzzese, solo da luglio al lavoro in questa nuova realtà, al fine di far rendere al meglio i suoi uomini, molti dei quali non ancora al top della condizione.