Ho appena finito di vedere Amsterdam Empire su Netflix e devo essere onesto con te: è stata una sofferenza vera. Non quella sofferenza bella dove soffri insieme ai personaggi e vuoi disperatamente sapere come andrà a finire. Parlo proprio della fatica di arrivare fino in fondo perché ogni episodio ti fa venire voglia di spegnere tutto. Mentre la guardavo mi continuava a girare per la testa una domanda: ma chi ha fatto il trailer ha visto solo i primi dieci minuti? Perché quello che ti vendono e quello che poi ti ritrovi davanti sono due cose completamente diverse.
La serie segue le vicende di Jack van Doorn, un imprenditore che ha costruito un impero di coffeeshop ad Amsterdam. Non parliamo di bar normali dove bevi il cappuccino. Questi locali vendono marijuana legale e hanno reso Jack ricchissimo e famosissimo. È talmente conosciuto in città che le guide turistiche sui battelli lo indicano quando passa sui ponti. Praticamente è una celebrità locale. Ma un giorno qualcuno gli spara mentre cammina per strada. Non sappiamo se muore o se sopravvive. A questo punto la narrazione salta indietro di un mese per raccontarci gli eventi che hanno portato a quel momento drammatico.
Una storia d’amore che diventa una guerra senza esclusione di colpi
Jack è sposato con Betty, che qualche anno fa era una cantante pop abbastanza famosa in Olanda. Il loro matrimonio va male da parecchio tempo. Jack si innamora di Marjolein, una presentatrice televisiva molto popolare e seguita. Lui vorrebbe lasciare Betty per stare con la nuova donna della sua vita. Il problema è che Betty scopre tutto prima che Jack riesca a parlare di divorzio. E da quel momento inizia una battaglia feroce fatta di accuse pubbliche, litigi in televisione e vendette che diventano sempre più cattive.
Se guardi solo la trama base, potrebbe anche sembrare interessante. C’è dentro una lezione morale: non farti montare la testa quando hai successo perché prima o poi arrivano le conseguenze delle tue azioni. È un messaggio valido soprattutto per persone come Jack che tradiscono pensando di poterla fare franca. Ma gli sceneggiatori hanno preso questa storia e l’hanno rovinata completamente. Hanno deciso di raccontare tutto come se fosse una commedia leggera stile soap opera pomeridiana. Il risultato è disastroso.
Battute imbarazzanti che uccidono ogni momento serio
Il problema più grosso è che la serie non sa cosa vuole essere. Ogni volta che succede qualcosa di importante o emotivo, arriva subito dopo una battuta stupida o una scena ridicola che distrugge tutto. Non ti danno mai il tempo di processare quello che sta succedendo. Dopo un po’ il tuo cervello si abitua e smette completamente di prendere sul serio qualsiasi cosa. Anche quando provano a essere drammatici non funziona più perché ormai sei stato condizionato a vedere tutto come una barzelletta di cattivo gusto.
E poi c’è il problema della struttura narrativa che proprio non ha senso. La serie parte dalla sparatoria e poi fa un salto indietro nel tempo per mostrarti il mese precedente. Questo tipo di montaggio funziona solo se il flashback ti fa capire qualcosa di importante sul personaggio. Deve darti informazioni che cambiano il modo in cui vedi la scena iniziale. Qui invece ti mostrano solo Jack, Betty e Marjolein che litigano in modi sempre più stupidi e infantili. Non c’è crescita, non c’è profondità, non c’è niente che ti faccia dire “ah ecco, ora capisco”. È solo gente che urla e si fa dispetti per sette episodi.
Visivamente è anche peggio
Dal punto di vista tecnico la serie è mediocre al massimo. C’è una sola scena che funziona davvero: quella dove Jack deve cavalcare un toro meccanico a forma di fallo. Non sto scherzando. E non è divertente solo per la forma del toro. La scena ha tensione vera perché il futuro della sua azienda dipende dalla sua capacità di restare aggrappato a quel giocattolo ridicolo. Per un momento la serie riesce a creare suspense e ti trovi lì che fai il tifo. Ma dura poco. Subito dopo torna a essere noiosa come prima.
Quello che mi ha fatto davvero arrabbiare è vedere tutte le occasioni sprecate. Ad Amsterdam ci sono posti bellissimi da filmare. Canali, ponti storici, architettura incredibile. Ma i registi hanno scelto di girare tutto nel modo più banale e piatto possibile. Sembra che non gliene importasse niente di creare qualcosa di visivamente interessante. Hanno fatto il minimo indispensabile, hanno preso lo stipendio e sono andati a casa. L’unica cosa fatta bene è la correzione dei colori, ma non basta certo quello a salvare una serie così mal concepita.
Gli attori hanno facce immobili
Voglio affrontare un problema serio che riguarda questa serie ma anche tante altre produzioni moderne. Gli attori hanno facce che non si muovono. Sembra che abbiano fatto troppi interventi estetici e ora non riescono più a esprimere emozioni normali. Questo è un disastro per la recitazione. La faccia di un attore è importante quanto il suo corpo e la sua voce. Se non riesci a mostrare cosa prova il tuo personaggio attraverso le espressioni facciali, stai perdendo metà del tuo potere espressivo. È ora di dire basta a questa ossessione per sembrare sempre giovani. Va benissimo avere rughe e mostrare la propria età. Chi ti critica per le rughe invece di apprezzare la tua interpretazione non è interessato alla tua recitazione vera. Quindi ignoralo e concentrati sul tuo lavoro di attore.
Il verdetto finale
Amsterdam Empire è una serie che non funziona su nessun livello. La storia poteva essere interessante ma viene raccontata malissimo. L’umorismo è fastidioso e fuori posto. Le immagini sono piatte e senza personalità. Gli attori non riescono a esprimere emozioni vere. È il tipo di prodotto che ti fa abbassare gli standard perché pensi che ormai tutte le serie siano così. Ma non è vero. Possiamo e dobbiamo pretendere di meglio.
La Recensione
Amsterdam Empire
Amsterdam Empire è una serie olandese su Netflix che segue Jack van Doorn, proprietario di un impero di coffeeshop che vendono marijuana ad Amsterdam. Qualcuno gli spara e la serie torna indietro di un mese per raccontare gli eventi precedenti legati al triangolo amoroso tra Jack, sua moglie Betty e l'amante Marjolein. Il problema è che gli sceneggiatori trattano tutto come una soap opera comica smorzando ogni momento serio con battute imbarazzanti. La struttura narrativa non ha senso perché il flashback non aggiunge nulla di significativo. Visivamente è mediocre con regia piatta e attori dalle facce immobili per troppi interventi estetici. È fastidiosa su tutti i livelli.
PRO
- C'è una scena divertente con un toro meccanico a forma di fallo
CONTRO
- L'umorismo è imbarazzante e fuori posto distruggendo ogni tentativo di creare momenti seri o emotivi
- La struttura narrativa con il flashback non ha senso perché non aggiunge nulla di importante alla storia
- La regia è piatta e noiosa sprecando completamente la bellezza naturale di Amsterdam come location




