La musica italiana si arricchisce di una nuova storia universale. Alfa torna il 30 maggio 2025 con “anna”, quarta traccia dell’edizione deluxe del suo album “Non so Chi Ha Creato Il Mondo Ma so Che Era Innamorato”, un brano che trasforma una storia apparentemente semplice in un affresco generazionale sui rapporti familiari, la ricerca di libertà e il coraggio del perdono.
Non aspettatevi la solita canzone d’amore: “anna” è piuttosto un racconto cinematografico in tre atti che segue il viaggio fisico ed emotivo di una ragazza che scappa di casa, vive la sua indipendenza lontano dall’Italia e infine trova il coraggio di tornare. Una narrazione che tocca temi universali come l’autorità genitoriale, l’emancipazione femminile e la riconciliazione familiare, il tutto filtrato attraverso la sensibilità poetica che ha reso Alfa uno degli autori più apprezzati della sua generazione.
Il primo atto: la fuga verso la libertà
La storia si apre con un ritratto di Anna nella sua nuova vita londinese: “Anna, ora che sei partita / Come ti va la nuova vita?”. L’immagine che emerge è quella di una ragazza “con l’aria felice e sfinita”, un ossimoro che cattura perfettamente la complessità dell’indipendenza: la gioia della libertà mescolata alla fatica di mantenersi da sola.
I dettagli sono significativi: il “monolocale lì a Londra” e il lavoro “da cameriera part-time” dipingono una realtà lontana dai sogni romantici dell’espatrio. Londra, città simbolo di opportunità, diventa qui il teatro di una sopravvivenza quotidiana fatta di affitti cari e lavori precari.
Il secondo atto: il peso del passato
La seconda strofa rivela la motivazione della fuga: “Anna, volevi scappare / Andare via da tuo padre / Che non ti faceva studiare più”. Emerge qui il conflitto generazionale classico tra aspirazioni individuali e imposizioni familiari, con particolare focus sulla negazione dell’istruzione come forma di controllo.
Il verso “E c’è la tua faccia in TV a ‘Chi l’ha visto?'” introduce un elemento di cronaca nera che eleva la narrazione: questa non è solo una storia di ribellione adolescenziale, ma di una scomparsa che ha generato preoccupazione e ricerche ufficiali. “Nessuno ha il tuo numero o sa il tuo indirizzo / A parte me, l’hai detto solo a me” rivela il ruolo del narratore come unico confidente, l’unica persona che conosce la verità.
Il ritornello come mantra di speranza
“E scapperai da mille guai / Ritornerai solo se il cielo è sereno” funziona come una profezia benaugurante: il narratore sembra voler rassicurare Anna (e se stesso) che la fuga avrà senso solo quando le condizioni familiari saranno migliorate. “No, mai-ai-ai ti pentirai” è un incoraggiamento che suona quasi come un mantra.
L’immagine “E senti l’aria con la mano / Fuori da quel treno che va” evoca libertà e movimento, la sensazione fisica di viaggiare verso un futuro diverso, di sentire il vento del cambiamento sulla pelle.
Il terzo atto: il tempo che guarisce
“Anna son passati gli anni / Siamo diventanti grandi” segna un salto temporale significativo. Il narratore, ora adulto, ricontatta Anna per darle una notizia cruciale: “Lo so che casa non è cosa / Ma tuo padre è da un po’ che riposa / Dovresti portargli una rosa”.
La morte del padre viene comunicata con delicatezza quasi poetica (“riposa”), e il suggerimento di portare una rosa introduce il tema della riconciliazione post-mortem, del perdono che arriva quando non è più possibile il confronto diretto.
La filosofia del perdono
La quarta strofa rappresenta il cuore filosofico del brano: “Il primo passo per essere un uomo / Non è la forza lo sai che è il perdono”. Alfa non si limita a raccontare, ma elabora una teoria sulla maturità che ribalta i cliché tradizionali della mascolinità.
Il riferimento artistico “Sei Marilyn io sono Andy Warhol / Dai sorridimi se ti coloro” trasforma Anna in icona pop da immortalare, suggerendo che la sua storia meriti di essere preservata e celebrata come arte.
La definizione del femminile è altrettanto potente: “Il primo passo per essere donne / È curare ferite profonde”. Qui Alfa riconosce alle donne una capacità speciale di trasformazione del dolore in guarigione, non solo per sé ma per gli altri.
Il bridge del ritorno
“Anna ora che sei tornata / Tua madre ti vede cambiata / Ma ti apre la porta di casa” rappresenta il momento della riconciliazione familiare. La madre che “vede cambiata” la figlia suggerisce riconoscimento e accettazione della crescita avvenuta durante la lontananza.
Il gesto di aprire la porta è carico di simbolismo: non è solo un’azione fisica, ma l’accoglienza di una nuova Anna, trasformata dall’esperienza dell’indipendenza e del dolore.
Una narrazione che parla al presente
“anna” riesce a essere insieme storia particolare e racconto universale. La vicenda di una ragazza che scappa da un padre oppressivo per poi tornare dopo la sua morte tocca corde che risuonano in molte famiglie italiane, dove i conflitti generazionali spesso si risolvono solo quando è troppo tardi per le scuse dirette.
La scelta di Alfa di non giudicare nessuno dei protagonisti – né il padre autoritario, né Anna fuggiasca, né la madre che accoglie – rivela una maturità narrativa che trasforma il potenziale melodramma in riflessione profonda sui rapporti familiari e sui tempi della riconciliazione.
Il brano si inserisce perfettamente nel concept dell’album, confermando Alfa come uno degli storyteller più raffinati della scena italiana contemporanea, capace di trasformare storie personali in narrazioni universali che parlano al cuore di una generazione.
E tu, conosci qualche “Anna” che è scappata di casa per trovare la propria strada? Credi che il perdono arrivi sempre troppo tardi o che ci siano ferite che il tempo può davvero guarire? Condividi nei commenti la tua esperienza con i conflitti familiari e la loro risoluzione – siamo curiosi di sapere se anche tu hai mai sentito il bisogno di “sentire l’aria con la mano fuori da quel treno che va”!
Il testo di Anna di Alfa
[Strofa 1]
Anna, ora che sei partita
Come ti va la nuova vita?
Hai l’aria felice e sfinita
Forse per la vita che fai
Ricordo che hai preso di corsa
Quel monolocale lì a Londra
Però lì l’affitto quanto costa?
E fai la cameriera part-time
[Strofa 2]
Anna, volevi scappare
Andare via da tuo padre
Che non ti faceva studiare più
E c’è la tua faccia in TV a “Chi l’ha visto?”
Nessuno ha il tuo numero o sa il tuo indirizzo
A parte me, l’hai detto solo a me
[Ritornello]
E scapperai da mille guai
Ritornerai solo se il cielo è sereno
No, mai-ai-ai ti pentirai
E senti l’aria con la mano
Fuori da quel treno che va, che va
Che va, che va, che va
[Strofa 3]
Anna son passati gli anni
Siamo diventanti grandi
E se ritorno a cercarti
È davvero importante, lo sai
Lo so che casa non è cosa
Ma tuo padre è da un po’ che riposa
Dovresti portargli una rosa
[Strofa 4]
Il primo passo per essere un uomo
Non è la forza lo sai che è il perdono
Sei Marilyn io sono Andy Warhol
Dai sorridimi se ti coloro
Il primo passo per essere donne
È curare ferite profonde
Quindi torna a casa questa notte
Quindi torna a casa questa notte
[Ritornello]
E scapperai da mille guai
Ritornerai solo se il cielo è sereno
No, mai-ai-ai ti pentirai
E senti l’aria con la mano
Fuori da quel treno che va, che va
Che va, che va, che va
[Bridge]
Anna ora che sei tornata
Tua madre ti vede cambiata
Ma ti apre la porta di casa
Che va, che va, che va, che va
Che va, che va, che va, che va
[Ritornello]
E scapperai da mille guai
Ritornerai solo se il cielo è sereno
No, mai-ai-ai ti pentirai
E senti l’aria con la mano
Fuori da quel treno




