Dopo l’addio di gennaio dal Parma, di Antonio Cassano non si è piu’ sentito parlare. Un talento naturale quello del giovane di Bari vecchia, cresciuto tra i vicoli di periferia della sua citta’, tra difficolta’ economiche e una voglia matta di sfondare nel mondo del calcio. Il pallone, la sua passione, la cosa che probabilmente gli sia riuscita meglio nella sua vita. Una carriera costellata tra alti e bassi come nella migliore tradizione dei talenti da considerare genio e sregolatezza. L’esplosione a Bari con il maestro di vita e non solo di calcio , Eugenio Fascetti, il suo padre putativo che gli diede la grande occasione di esordire in serie A. Il goal al debutto contro l’Inter, e la sensazione che di quel ragazzo mingherlino e funambolico di Bari se ne sentira’ parlare a lungo. L’approdo a Roma, l’amore iniziale con i colori giallorossi, il rapporto d’amicizia con Totti, poi le “cassanate”, gli screzi con Capello, le panchine e una storia d’amicizia con il capitano giallorosso che comincia a scricchiolare. La grande chance targata Real Madrid, arriva appesantito, viene soprannominato dalla stampa spagnola “el gordo”, qualche goal, tanta panchina e di nuovo Capello nella strada. Inevitabile il ritorno in Italia. E’ la Samp di Mantovani ad aprirgli le porte del rilancio, ad un campione che sembrava l’ombra di se’ stesso. La cura Mazzarri lo rilancia, ritrova i goal, prestazioni eccellenti e sempre qualche “cassanata” fino al litigio con il numero uno blucherchiato, il presidente che tanto l’aveva voluto alla corte doriana. Per la serie” c’eravamo tanto amati”. L’arrivo al Milan, forma la coppia d’attacco con Ibrahimovic, due caratteri fumantini al servizio di Allegri. Giunge lo scudetto. Poi i problemi di salute di Cassano, uno dei momenti piu’ difficili e tristi della sua carriera.
Il ritorno in campo, poi l’addio ai colori rossoneri dove aveva giurato fedelta’ a vita e l’approdo all’Inter. Nell’altra sponda di Milano, quella nerazzurra, gioca, si diverta, fa goal. Poi Mazzarri un giorno gli dice che non rientra piu’ nei piani della sua squadra ed ecco di nuovo le valigie e l’approdo a Parma per rilanciarsi di nuovo. Quella della citta’ ducale e’ storia moderna, la qualificazione in Europa League, i problemi societari e le inadempienze che non le permettono di partecipare al torneo europeo. Questa stagione è costellata da problemi economici del club gialloblu, i mancati stipendi e la decisione di Fantantonio di rescindere anticipatamente il contratto a gennaio. Nella scorsa finestra di mercato si era parlato di un interessamento del Bari verso Cassano, ma quest’ultimo ha declinato l’offerta, per il bene della sua famiglia e per la sua tranquillita’, ha preferito star lontano da una piazza che vive Cassano con amore indescrivibile e forse con tanta, troppa pressione. Fantantonio ora continua ad allenarsi, attende una chiamata da un club, preferibilmente italiano, per la prossima stagione. Cassano non ha intenzione di emigrare all’estero, verso campionati esotici, vuole ancora dimostrare il suo valore in serie A. Dalle Maldive in cui è stato in vacanza con sua moglie, Carolina Marcialis, ha fatto sapere che il calcio gli manca tantissimo.
Ha nostalgia degli allenamenti, delle partite, delle chiacchierate con i compagni e le gogliardate. In futuro si vede direttore sportivo, non vuole abbandonare il mondo del calcio. Si descrive come un uomo che ha tanto da dare in questo ambiente e che capirebbe alla perfezione i comportamenti dei giocatori, dopo tanti “colpi di testa” e “cassanate” sarebbe in grado di rimproverare e consigliare al meglio un atleta dal comportamento sopra le righe. La serie A aspetta Cassano, questo talento naturale nato tra i viottoli di Bari vecchia non puo’ darci l’addio cosi’, ha ancora tante pagine da scrivere. Abbiamo bisogno delle sue magie in campo cosi’ come lui ha bisogno di respirare l’adrenalina delle competizioni. Sei mesi sabatici possono bastare per un campione nato con il pallone tra i piedi e una voglia matta di emergere.