Ancora una volta è stato lui, l’uomo decisivo per l’Inter: Samir Handanovic. L’estremo difensore sloveno autore di parate miracolose, ha evitato la seconda sconfitta consecutiva per i nerazzurri. All’ “Atleti Azzurri d’Italia” termina 1-1 il match contro l’Atalanta ma per la squadra di Roberto Mancini si accende più di un semplice campanello d’allarme. I nerazzurri hanno racimolato solamente quattro punti nelle ultime quattro gare e l’attacco non incide quanto dovrebbe. L’Atalanta nell’arco dei novanta minuti ha creato più occasioni da rete e solamente un Handanovic, versione saracinesca ha impedito che i ragazzi di Reja conquistassero l’intera posta in palio. Con questo pareggio frutto di una gara disputata con grande vivacità e veemenza da entrambe le compagini, l’Inter balza provvisoriamente al secondo posto, in attesa che la Juventus scenda in campo oggi pomeriggio al “Friuli”contro l’Udinese, a quota quaranta punti, a meno quattro dal Napoli sempre più capolista, mentre i bergamaschi dopo quattro sconfitte consecutive, muovono un po’ la classifica, raggiungendo quota venticinque, collocandosi al dodicesimo posto.
Rispetto alle indicazioni della vigilia, Reja cambia modulo e interpreti. Il tecnico degli orobici opta per un inedito “3-5-1-1” in casa Atalanta, con Masiello, Toloi e Cherubin a comporre il pacchetto arretrato. Stendardo non è stato nemmeno convocato per questa gara, presumibilmente a seguito di un autoesclusione da parte del difensore stesso. A metà campo, grande densità con l’inserimento del giovane Conti dal primo minuto, mentre in avanti il “papu” Gomez a supporto dell’unica punta Monachello. Mancini invece risponde con un “4-3-3” con Guarin titolare a centrocampo,nonostante le voci insistenti di mercato che lo vorrebbero destinato al campionato cinese, in attacco Ljajic e Jovetic ad agire al fianco della punta centrale Icardi.
In un pomeriggio di sole, caratterizzato dal cielo azzurro, la prima occasione della gara è per gli uomini di Reja che si rendono pericolosi con Cigarini che va al tiro dal limite dell’area di rigore, ma da due passi dalla linea di porta, Toloi manca l’aggancio decisivo per superare Handanovic. I bergamaschi manifestano un maggior piglio offensivo e si ripresentano dalle parti dell’estremo difensore sloveno con Dramè che va al tiro dal versante di sinistra ma il numero uno nerazzurro non si lascia sorprendere, sulla susseguente respinta, Kurtic si fionda di testa ma la palla si spegne a lato. Il forcing degli orobici viene premiato al 17’ minuto: Dramè si rende protagonista di un’azione personale, si insinua all’interno dell’area avversaria, va alla conclusione sulla quale interviene in maniera maldestra Murillo che inganna Handanovic e appoggia la sfera alle sue spalle. Atalanta in vantaggio meritatamente. I bergamaschi non appaiono affatto domi e maramaldeggiano su una difesa, quella interista, tutt’altro che in giornata di grazia. È Monachello che ben imbeccato in profondità, va al tiro sul primo palo ma Handanovic è abile e reattivo nel non farsi superare. L’Inter si fa vedere dalle parti di Sportiello, al 25’ minuto raccogliendo il massimo sperato: Jovetic serve Icardi sull’out di destra, l’attaccante argentino spedisce la palla al centro dell’area per Ljajic ben appostato ma interviene Toloi che in maniera sciagurata devia la sfera sotto la traversa. Pareggio Inter e stranamente sono due autoreti a condizionare l’esito del match. Non accadeva un episodio simile dall’aprile 2015 in occasione di Empoli-Napoli. Sul finire della prima frazione di gioco ci prova prima la squadra di Mancini ad impensierire al difesa avversaria con Jovetic (ennesima gara impalpabile per lui) che con un tiro a giro spedisce la palla alta sopra la traversa. Mentre l’ultima chance è firmata Atalanta con Cigarini che serve Monachello all’interno dell’area , il quale va al tiro di prima intenzione ma trova dinnanzi a sé la risposta magistrale di Handanovic. È questa l’ultima occasione di un primo tempo disputato su ottimi ritmi che ha evidenziato una certa superiorità degli orobici al cospetto di un Inter evanescente in attacco e abbastanza rivedibile in difesa.
Nella ripresa, i bergamaschi pigiano immediatamente il piede sull’acceleratore creando dei pericoli dalle parti di Handanovic. Il primo porta la firma di Monachello che servito in profondità va al tiro sul primo palo ma la sfera si spegne di poco a lato. Poi, su azione di calcio d’angolo, è Toloi a colpire di testa e il numero uno nerazzurro si esibisce in una parata da “Pallone d’oro”. Trascorre qualche minuto ed è di nuovo l’Atalanta a rendersi pericolosa con Cigarini che riceve palla da una carambola tra Monachello e Telles, la sfera termina sui suoi piedi ma la conclusione al volo del capitano nerazzurro viene respinta d’istinto da un Handanovic versione scorpione. Intervento monumentale dell’estremo difensore interista, una parata che raramente viene ammirata negli stadi di tutto il mondo. Gradualmente i ritmi in campo iniziano a calare e nel finale di match, ci prova l’Inter a rendersi pericolosa con Ljajic che innesca in profondità Medel, quest’ultimo serve un cross al centro dell’area per Icardi, il cui colpo di testa viene deviato in corner da Conti. L’ultima chance della gara è nuovamente per Monachello che riceve un assist impeccabile dal “papu” Gomez, ma l’ex attaccante del Lanciano, spedisce fuori misura da due passi dalla porta. Termina così una gara combattuta su ottimi ritmi e con importanti occasioni da rete. Un pareggio che sostanzialmente sta stretto all’Atalanta e regala una piccola boccata d’ossigeno agli uomini di Mancini. Il tecnico jesino, al termine del match, ha rilasciato dichiarazioni velenose nei confronti della sua squadra. Ha affermato che alcuni calciatori stanno offrendo prestazioni al di sotto del loro standard abituale e alcuni atteggiamenti non sono stati a lui graditi. Poco incisivi in avanti, svagati in difesa, solamente Handanovic ha evitato il peggio per i nerazzurri. Il Mancio conclude affermando che l’Inter può e deve fare meglio se vuole ambire come minimo a tornare in Champions League. Reja invece ha ben poco da rimproverare ai suoi uomini. L’Atalanta ha mostrato grinta e volontà. Purtroppo dinnanzi a loro hanno trovato un Handanovic insuperabile, autore di prodezze magistrali. Sulla scelta del “3-5-2”, il tecnico degli orobici ha affermato che si tratta di un modulo a lui caro, in quanto veniva spesso utilizzato nella sua esperienza passata alla guida del Napoli e alla domanda del perché Denis in panchina, Reja ha risposto che si è trattata semplicemente di una scelta tecnica, escludendo la possibilità che il “Tanque” in questa sessione di mercato possa lasciare l’Atalanta.
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