Cari lettori di Wonder Channel con l’headbanging facile, preparatevi a rimanere a bocca aperta! L’ex manager dei Guns N’ Roses, Alan Niven, ha appena sganciato una bomba che farà tremare l’Olimpo dell’hard rock: Axl Rose, l’iconico frontman dalla tessitura vocale stratosferica che tutti amiamo (e odiamo), intascherebbe niente meno che il 50% degli interi guadagni della band! Una cifra che suona come un power chord distorto nelle orecchie dei fan e che solleva interrogativi sulla dinamica interna di uno dei gruppi più leggendari della storia del rock.
Niven, che ha gestito la macchina da guerra sonora dal 1986 fino al suo licenziamento nel 1991 (guarda caso, proprio per volere di Rose), ha condiviso questa esplosiva rivelazione durante un’intervista al podcast “Appetite For Distortion”. “È una questione di controllo per Axl”, ha dichiarato senza mezzi termini l’ex manager, sottolineando come il cantante abbia bisogno di mantenere le redini su ogni aspetto della band. “Axl prende il 50% dei ricavi dei Guns N’ Roses ora. 50%, capite? Questo, per me, è un anatema. Lui non è i Guns N’ Roses”, ha tuonato Niven, toccando un nervo scoperto per qualsiasi fan che conosca l’alchimia strumentale che ha reso grande la formazione originale.
Questa ripartizione economica a dir poco sbilanciata è particolarmente sorprendente considerando che i Guns N’ Roses sono sempre stati venduti come una band di cinque individui con una chimica unica, non come Axl Rose e la sua band di supporto. E pare che questa ossessione per il controllo abbia avuto un impatto creativo non indifferente secondo Niven: “Axl vuole controllare tutto, sempre. E guarda cosa ti porta questo: un noioso album solista e una robaccia di cover punk. E questo è tutto.” Un riferimento neanche troppo velato a “Chinese Democracy”, l’album che ha richiesto 15 anni di lavorazione e a “The Spaghetti Incident?”, la raccolta di cover che rappresenta l’ultimo lavoro in studio della formazione classica.
Le droghe, gli eccessi e la sopravvivenza miracolosa di Slash
Ma le rivelazioni piccanti di Niven non si fermano qui! L’ex manager ha anche raccontato un aneddoto decisamente border line su Slash e l’ex chitarrista ritmico Izzy Stradlin, svelando come i due musicisti avessero consumato un intero stash di droga prima di un controllo all’aeroporto di Los Angeles, in partenza per un tour in Giappone. Niven sostiene di aver avvertito Stradlin del pericolo: “Hanno cani e ogni tipo di dispositivo elettronico per fiutare. Non puoi portarla con te. Ti beccheranno di sicuro. Vai a gettarla ora. Potrai procurartene altra lì.” Ma la risposta del chitarrista sarebbe stata un eloquente: “Sarebbe un fott*** spreco di buona roba.”
Il risultato? Secondo il racconto, Stradlin poteva a malapena reggersi in piedi dopo aver consumato tutto, mentre “Slash è riuscito a raggiungere il suo posto sul 747 sulle sue gambe, ma a malapena. Anche lui ha adottato l’etica del ‘non sprecare, non desiderare’.” Un episodio che rispecchia perfettamente l’ethos autodostruttivo che ha caratterizzato l’estetica rock’n’roll della band nei suoi anni di massimo splendore.
La seconda vita di Slash: la morte sfiorata e la sobrietà conquistata
Parlando del chitarrista con il cilindro, Niven ha indirettamente aperto la porta a riflessioni sulla longevità di questi rockers che hanno vissuto ai limiti dell’eccesso. In una recente intervista al Sunday Times, Slash ha ammesso di essere “fortunato ad essere ancora qui”, rivelando di aver ricevuto una lettera dal suo tour manager che dettagliava “una delle volte in cui sono morto nel 2001.” Una confessione scioccante che ricorda quanto il virtuoso delle sei corde abbia danzato pericolosamente vicino all’abisso.
Il leggendario chitarrista, che compirà 60 anni a luglio, è stato infatti diagnosticato con una cardiomiopatia – una forma di insufficienza cardiaca congestizia – quando era a metà dei suoi trent’anni, ma si è ripreso dopo un intervento chirurgico al cuore. Una resurrezione musicale in piena regola che ha permesso a Slash di continuare a deliziare il mondo con i suoi riff ipnotici e i suoi assoli caleidoscopici che hanno ridefinito il suono della chitarra rock moderna.
“Mi sono buttato a capofitto in tutto. Festini hardcore. Ma nessuno ha mai parlato di cosa succede quando il tour finisce e l’adrenalina svanisce”, ha raccontato Slash, offrendo uno spaccato della solitudine che spesso si cela dietro i ritmi frenetici delle tournée mondiali. “Così, alla fine, sono diventato sobrio. E poi mi sono semplicemente tuffato a passare tutto il mio tempo a fare musica. Mi parla in modo positivo.” Un lieto fine, o meglio un nuovo inizio, che ha permesso a uno dei più grandi chitarristi rock di tutti i tempi di continuare a incantare il mondo con la sua arte.
E tu, caro lettore headbanger, cosa ne pensi di questa ripartizione economica all’interno dei Guns N’ Roses? Credi che Axl meriti davvero il 50% o pensi che la band dovrebbe dividere i guadagni in modo più equo? E soprattutto, quale pensi sia stata l’epoca d’oro della band: quella selvaggia e autodistruttiva o quella più matura e controllata degli ultimi anni? Condividi la tua opinione nei commenti e facci sapere quale canzone dei Guns ti fa ancora venire i brividi ogni volta che la ascolti!