Scossone in casa Milan. Il presidente Berlusconi non ha gradito l’ultima sconfitta in campionato contro la Juventus e soprattutto la terza debacle nelle ultime cinque giornate di campionato.
Numeri allarmanti che hanno condotto il numero uno rossonero a prendere una decisione clamorosa ma che era nell’aria già da un po’. Sinisa Mihajlovic è stato sollevato dall’incarico di allenatore della prima squadra. Il tutto si è concretizzato ed ha avuto un’accelerata nella serata di ieri. Secondo voci ben informate, presso la villa di Arcore si è tenuta una cena di tre ore, conclusasi solamente verso le 23:20 tra Silvio Berlusconi, l’amministratore delegato Adriano Galliani e l’attuale tecnico della primavera del Milan, Cristian Brocchi. Un incontro che ha sancito l’addio dell’ormai ex tecnico Mihajlovic e l’avvento in queste ultime sei giornate dell’ex centrocampista rossonero, che eredita una squadra al sesto posto a quota quarantanove punti e finalista in Coppa Italia. Il presidente Berlusconi aveva lasciato intendere, non più tardi di qualche settimana fa, che il destino di Sinisa Mihajlovic fosse appeso ad un filo e molto dipendeva dall’esito della finale di “Tim Cup” del prossimo 21 maggio contro la Vecchia Signora. In caso di trionfo, non aveva escluso che l’allenatore serbo fosse rimasto in sella al “diavolo” ed invece, le ultime cadute rovinose in campionato avvenute in rapida sequenza contro Atalanta e Juventus hanno dato lo sprint verso l’addio e già da oggi , alle ore 15, sarà Brocchi a dirigere l’allenamento presso il centro sportivo di Milanello. Mihajlovic viene sollevato dall’incarico dopo aver trascorso un’annata alquanto difficile in cui ha dovuto più volte respingere le voci di un suo possibile addio.
I risultati non propriamente convincenti, un gioco che non ha esaltato i vertici dirigenziali, una rosa non all’altezza per competere con le prime della classe (e probabilmente in questo caso le responsabilità non sono da attribuire al tecnico serbo), sono stati ingredienti che hanno fatto esplodere il rapporto tra la società di via Aldo Rossi e l’ex allenatore della Samp. Qualcosa bolliva in pentola già lo scorso 5 aprile, al termine dei funerali di Cesare Maldini, quando Silvio Berlusconi, Adriano Galliani e Arrigo Sacchi si sono incontrati, formalmente in nome di un’amicizia che li lega da tantissimi anni, mentre più concretamente, pare sia stata l’occasione per consigliarsi sulla figura del prossimo allenatore del Milan. Il presidente rossonero caldeggiava la candidatura di Brocchi, Galliani sponsorizzava Lippi mentre Arrigo Sacchi non disdegnava Di Francesco come successore di Mihajlovic. In queste ore è avvenuta la tanto attesa svolta, Brocchi assume l’incarico di allenatore dei rossoneri e per il serbo si è materializzato un addio che non si esclude possa essere carico di veleni e polemiche. Indubbiamente il rischio che si corre è di aver catapultato in una realtà, ad oggi improficua, un giovane tecnico che troverà a gestirsi un gruppo che in campionato non potrà ambire a più di un sesto posto e dovrà disputare una finale di Coppa Italia al cospetto di una squadra, la Juventus, molto più in salute e organizzata.
La domanda che mi pongo è: il presidente Berlusconi avrà fatto la scelta giusta o è la ciliegina sulla torta di una stagione deludente e sottotono? Saranno i risultati a fornire una risposta. L’unica cosa certa è che Mihajlovic è costretto a pagare per responsabilità non solo sue ma come spesso avviene nel mondo del calcio è molto più semplice mettere in discussione un allenatore che porsi domande su scelte gestionali, spesso discutibili.