Una collaborazione che nessuno si aspettava. Orietta Berti, icona intramontabile della musica italiana, unisce le forze con Fabio Rovazzi e il collettivo FUCKYOURCLIQUE per dare vita a “Cabaret”, un brano che il 27 giugno 2025 ha sorpreso il panorama musicale italiano con la sua audacia generazionale. Prodotto da John Karley e scritto da ben otto autori, questo pezzo rappresenta un esperimento sociale mascherato da canzone estiva.
La track list degli autori racconta già tutto: da Fabio Rovazzi ai membri di FUCKYOURCLIQUE (Disa 4k, pupis, FYC Kimyo) fino ad Enrico Cremonesi, Danti, Biggie Paul e Pasquale Mammaro. È il melting pot perfetto tra diverse generazioni musicali che si incontrano sotto il cappello tematico del cabaret come metafora della vita contemporanea.
Il risultato è un brano che oscilla tra il geniale e l’eccessivo, tra l’omaggio alla tradizione e la parodia del presente, creando qualcosa di unico nel panorama italiano: una canzone che funziona sia come intrattenimento puro che come commento sociologico involontario.
La filosofia del tempo che non si ferma
L’apertura di Rovazzi stabilisce immediatamente il tema centrale del brano: “Il tempo non lo fermi, non lo compri / Neanche con un Audemars Piguet”. Il riferimento all’orologio di lusso svizzero è emblematico: anche chi può permettersi il tempo più costoso del mondo non può fermarlo o comprarlo davvero.
“Vado nello spazio dieci secondi / Poi bacio a terra senza un perché” – questa immagine surreale cattura perfettamente l’effimera natura del successo moderno: si tocca il cielo per un istante, poi si precipita senza spiegazioni logiche.
“Tutto un cabaret, è una grande festa / La più grande protesta: ridai la Tesla” – qui il cabaret diventa metafora di un mondo dove tutto è spettacolo, anche la protesta. Il riferimento alla Tesla introduce l’elemento della cultura materiale contemporanea.
Orietta come voce della saggezza
Il pre-ritornello affidato a Orietta Berti introduce una dimensione quasi filosofica: “L’orchestra suona, stiamo un minuto ancora / Che poi diventa un’ora e sono già le tre”. È la descrizione perfetta di come il tempo si dilati quando si è immersi nel piacere del momento.
“La testa suona anche quando l’orchestra non c’è” – questa osservazione è poeticamente profonda: suggerisce che la musica della vita continua anche quando non c’è accompagnamento esterno, che il ritmo interiore è indipendente dalle circostanze.
Il ritornello del “tan-ta-ran”
La scelta di utilizzare onomatopee (“Tan-ta-rantan-ta-ta”) come ritornello è geniale nella sua semplicità: ricorda le bande musicali, i circhi, i cabaret d’epoca, ma funziona anche come rappresentazione del rumore di fondo della vita contemporanea. È impossibile non cantarlo, ed è esattamente questo l’obiettivo.
La strofa generazionale di FUCKYOURCLIQUE
La seconda strofa, affidata ai membri del collettivo, è un affresco esilarante della vita giovanile contemporanea: “Estate, partiamo, non partiamo, andiamo / In venti in un appartamento, manco ci funziona il bagno”.
“Quanto godo quando sono in spiaggia / Non c’è manco una palla, solo bambini sull’iPad” – questa osservazione è sociologicamente acuta: descrive una generazione che ha perso il contatto con i giochi tradizionali, sostituiti dalla tecnologia.
“Questa me l’hanno scritta i miei trenta autori / Dopo il pezzo estivo magari piacciamo a Carlo Conti” – l’autoironia raggiunge qui il suo picco, con riferimenti meta-testuali che giocano con l’industria musicale e televisiva italiana.
L’analisi critica di un esperimento riuscito
Dal punto di vista critico, “Cabaret” rappresenta un esperimento perfettamente riuscito proprio perché non ha paura di essere eccessivo. La collaborazione tra Orietta Berti e la Gen Z poteva facilmente trasformarsi in un disaster, ma funziona perché tutti i partecipanti sembrano divertirsi genuinamente.
Il brano non prende mai se stesso troppo sul serio, e questa leggerezza è la sua forza principale. Non pretende di essere arte elevata, ma riesce a dire cose interessanti sulla società contemporanea attraverso l’ironia e l’autoironia.
Tuttavia, si potrebbe obiettare che la struttura del brano sia eccessivamente caotica: troppe voci, troppi riferimenti, troppi cambi di registro. Ma forse è proprio questo caos che rappresenta meglio il cabaret della vita moderna.
Il bridge del meta-commento
“Ho le voci nella testa che fanno / Tan-ta-rantan-ta-ta / No, ti prego, Orietta, non farlo” – il bridge è meta-teatrale nel migliore dei modi possibili. È come se stessimo assistendo a una conversazione dietro le quinte, dove qualcuno cerca di fermare Orietta dal fare qualcosa di troppo eccessivo.
Un capolavoro dell’assurdo italiano
“Cabaret” funziona perché abbraccia completamente l’assurdo della collaborazione invece di cercare di renderla credibile. È una canzone che celebra il proprio essere fuori posto, che trasforma la stranezza in punto di forza.
Dal punto di vista della scrittura collettiva, il lavoro degli otto autori si sente: ci sono troppi cook in the kitchen, ma il risultato è deliziosamente caotico piuttosto che confusionario.
Il brano si inserisce nella tradizione italiana delle canzoni estive che non hanno paura di essere leggere, ma aggiunge una dimensione generazionale che lo rende contemporaneo. È estate italiana 2025 in una canzone: eclettica, ironica, un po’ confusa, ma irresistibilmente divertente.
Un esperimento sociale riuscito
La vera forza di “Cabaret” sta nel dimostrare che la musica italiana può ancora sorprendere quando mette insieme elementi apparentemente incompatibili. Orietta Berti che canta con FUCKYOURCLIQUE non dovrebbe funzionare, ma funziona perché tutti gli artisti coinvolti sembrano aver capito che il segreto è non prendersi troppo sul serio.
È un brano che celebra l’Italia pop in tutte le sue contraddizioni: tradizione e innovazione, serietà e leggerezza, alta cultura e cultura di massa. Tutto mescolato in un cabaret che è, effettivamente, la vita.
E tu, cosa ne pensi di questa collaborazione impossibile? Credi che Orietta Berti con FUCKYOURCLIQUE sia geniale o eccessiva? Condividi nei commenti se anche tu pensi che “la vita è un cabaret” o se preferisci le collaborazioni più tradizionali – siamo curiosi di sapere se questo esperimento generazionale ti ha convinto o se ti ha fatto gridare “ti prego, non farlo” come nel bridge!
Il testo di Cabaret
[Intro: Orietta Berti]
(La vita è un cabaret)
[Strofa 1: Rovazzi]
Il tempo non lo fermi, non lo compri
Neanche con un Audemars Pigue-e-e-et
Vado nello spazio dieci secondi
Poi bacio a terra senza un perché-é-é-é
Tutto un cabaret, è una grande festa
La più grande protesta: ridai la Tesla
Massima trasparenza come Lacerenza
Facciamo sempre tutto in diretta, vedi
[Pre-Ritornello: Orietta Berti]
L’orchestra suona, stiamo un minuto ancora
Che poi diventa un’ora e sono già le tre
Il tempo vola, la vie è un cabaret
La testa suona anche quando l’orchestra non c’è
[Ritornello 1: Orietta Berti]
Tan-ta-rantan-ta-ta, tan-ta-rantan-ta-ta
La vita è un cabarеt
Tan-ta-rantan-ta-ta, tan-ta-rantan-ta-ta
La vita è un cabaret
Tan-ta-rantan-ta-ta, tan-ta-rantan-ta-ta
La testa suona anche quando l’orchеstra non c’è
[Strofa 2: pupis, Disa 4k & FYC Kimyo]
Estate, partiamo, non partiamo, andiamo
In venti in un appartamento, manco ci funziona il bagno
Quanto godo quando sono in spiaggia
Non c’è manco una palla, solo bambini sull’iPad
Il tempo vola e sono già le tre, ‘sta vita è un cabaret
Un uomo entra dentro al mare: splash
Questa me l’hanno scritta i miei trenta autori
Dopo il pezzo estivo magari piacciamo a Carlo Conti
E t’ho detto una cosa
E mo la sanno tutti, chi sei, Fabrizio Corona?
Sono al quinto gin tonic e non ho detto nemmeno una parola
[Pre-Ritornello: Orietta Berti & Disa 4k]
L’orchestra suona, stiamo un minuto ancora
Che poi diventa un’ora e sono già le tre (Sono già le tre, baby)
Il tempo vola, la vie è un cabaret (Qualunque cosa tu abbia detto)
La testa suona anche quando l’orchestra (Anche quando l’orchestra) non c’è
[Ritornello 2: Orietta Berti]
Tan-ta-rantan-ta-ta, tan-ta-rantan-ta-ta
La vita è un cabaret
Tan-ta-rantan-ta-ta, tan-ta-rantan-ta-ta
La vita è un cabaret nei tuoi occhi flambé
La musica risuona anche quando l’orchestra non c’è
[Bridge: Orietta Berti, Disa 4k & Fabio Rovazzi]
Tan-ta-rantan-ta-ta, tan-ta-rantan-ta-ta
Ho le voci nella testa che fanno
Tan-ta-rantan-ta-ta, tan-ta-rantan-ta-ta
No, ti prego, Orietta, non farlo
[Ritornello 3: Orietta Berti]
Tan-ta-rantan-ta-ta, tan-ta-rantan-ta-ta
La vita è un cabaret
Tan-ta-rantan-ta-ta, tan-ta-rantan-ta-ta
La vita è un cabaret
Tan-ta-rantan-ta-ta, tan-ta-rantan-ta-ta
La musica risuona anche quando l’orchestra non c’è