Hai mai pensato di risolvere un omicidio alla Casa Bianca, con una lente d’ingrandimento in una mano e un falco nell’altra? No? Beh, preparati, perché The Residence, nuova serie Netflix prodotta da Shondaland, è esattamente questo: un mix esplosivo tra Cluedo, Knives Out e Una pallottola spuntata, ambientato nel luogo più sorvegliato del pianeta. Sì, proprio lì: 1600 Pennsylvania Avenue.
Basata sul libro di Kate Andersen Brower e ideata da Paul William Davies, la serie è una folle corsa tra saloni presidenziali, trame segrete, diplomatici australiani sospetti (Kylie Minogue?) e un’eroina molto, molto particolare: Cordelia Cupp, interpretata da una formidabile Uzo Aduba, che entra nella top 10 dei detective più improbabili e adorabili della tv.
Ma è solo un altro tentativo Netflix di cavalcare la moda dei whodunit? O c’è qualcosa di più? Scaviamo tra gli indizi.
Trama: un cadavere tra i dessert
La premessa è da manuale: durante una sontuosa cena di Stato alla Casa Bianca, qualcuno muore in circostanze sospette. La situazione è subito fuori controllo: il Presidente è fuori di testa, la First Lady è una collezione di tic nervosi, lo staff è più losco di una riunione di supercattivi, e gli ospiti internazionali… meglio non fidarsi.
Entra in scena Cordelia Cupp, detective privata consulente del Metropolitan Police Department. E qui inizia la danza degli interrogatori, degli sguardi sfuggenti e dei segreti sepolti sotto chili di tappeti orientali. Con lei, c’è il sempre nervoso Agente Speciale Edwin Park (un esilarante Randall Park), voce della ragione e spalla perfetta per la logica fuori dagli schemi di Cordelia.
Una detective tutta da amare
Cordelia non è Miss Marple, né Sherlock Holmes, né tantomeno Benoit Blanc (anche se il paragone è inevitabile). È un incrocio tra un’ornitologa geniale e una prof di filosofia in pensione, con un senso dell’umorismo secco e spiazzante.
Il bello? Non fa finta di essere modesta. Ti guarda, capisce tutto, e ti lascia il tempo di inciampare da solo. È come giocare a scacchi contro un algoritmo vestito di tweed. E funziona alla grande.
Uzo Aduba le dà corpo e voce con una performance raffinata, originale e piena di sfumature. E non è solo una macchina da deduzione: Cordelia ha un mondo interiore ricco, che scopriamo piano piano, soprattutto nell’episodio 4. Quei dettagli sulla sua vita privata non sono lì per riempire spazi, ma per arricchire il personaggio e aumentare il coinvolgimento emotivo.
L’altra metà della coppia: Edwin Park
Randall Park interpreta Edwin come il collega che tutti abbiamo avuto almeno una volta: preciso, noioso, un po’ rigido… e inaspettatamente tenero. È convinto che l’ipotesi più semplice sia sempre quella giusta. Spoiler: si sbaglia praticamente sempre.
Il suo rapporto con Cordelia è il cuore della serie. Parte male – lui non la sopporta, lei lo ignora – ma episodio dopo episodio cresce in affetto, rispetto e… chissà, forse qualcosa di più? La chimica è reale, e la dinamica Holmes-Watson è servita su un vassoio d’argento.
Struttura da giallo classico, esecuzione moderna
Ogni episodio di The Residence è ispirato a un classico della letteratura gialla: The Fall of the House of Usher, Knives Out, The Mystery of the Yellow Room… un gioco meta-narrativo che intriga fin dal titolo e che detta il tono di ogni capitolo.
Il tutto si svolge in una Casa Bianca trasformata in un gigantesco set teatrale, con visuali che ricordano un diorama: tagli trasversali da casa delle bambole, inquadrature dall’alto come in un gioco da tavolo. Il regista Liza Johnson (episodi 1-4) e Jaffar Mahmood (5-8) orchestrano il tutto con creatività contagiosa.
E c’è un falco. Sì, un falco che vola sopra la Casa Bianca e rappresenta l’occhio della detective. Dai, come fai a non amarli per questo?
Cast corale da manuale
Con 157 sospetti, sarebbe stato facile perdersi in un mare di volti. Invece, The Residence riesce nell’impresa titanica di caratterizzare quasi tutti. Alcuni spiccano:
- Susan Kelechi Watson è Jasmine, assistente che ci guida tra i meandri della magione presidenziale.
- Giancarlo Esposito è l’inflessibile Chief Usher, maniacale e carismatico.
- Isiah Whitlock Jr. è il capo della polizia, forse l’unico con un cuore vero.
- Ken Marino, Edwina Findley, Molly Griggs… ognuno con un tratto distintivo, una battuta tagliente o un gesto rivelatore.
Tutti sospetti. Tutti potenzialmente colpevoli. E ognuno porta un pizzico di commedia nera, un tocco di grottesco, che tiene alta l’attenzione.
Visivamente è una meraviglia
Tra costumi teatrali, interni curati al millimetro e soluzioni registiche inventive, The Residence si impone anche a livello estetico. Merito della costumista Lyn Paolo e del production designer François Audouy, che trasformano la Casa Bianca in un palcoscenico dell’assurdo, tra antichi cimeli, pareti parlanti e tappeti che nascondono segreti.
Ogni stanza sembra dire qualcosa. Ogni dettaglio è studiato. Ed è tutto estremamente godibile da guardare.
Difetti? Qualcosina c’è
Perfetta? No. Alcuni episodi rallentano (soprattutto il sesto), e il numero di sospetti rischia di mandarti in tilt se non prendi appunti come Hercule Poirot. A tratti sembra un po’ troppo caricaturale, e forse 8 episodi sono troppi. Una stagione da sei, stile British, sarebbe stata più compatta e incisiva.
Ma anche nei momenti più deboli, The Residence riesce a mantenere alta l’attenzione con dialoghi brillanti, colpi di scena ben piazzati e una grande empatia per i personaggi.
Un giallo che ha cuore
Sotto la superficie da sitcom-poliziesca, The Residence nasconde un’anima emotiva profonda. Scopriamo il passato dei personaggi, le loro fragilità, le loro bugie dettate non solo da malizia, ma da ferite e sogni andati in frantumi.
È questa empatia che rende la serie più di un gioco ad eliminazione. È questo che ti fa restare. E magari, versare pure una lacrimuccia tra una risata e un colpo di scena.
Conclusione: entra anche tu nella residenza
Con il suo mix di mistero, ironia, estetica curata e dinamiche irresistibili, The Residence è una ventata d’aria fresca nel panorama dei crime su Netflix. È leggera ma mai stupida, intricata ma accessibile, esagerata ma con stile.
Se ami le indagini con un tocco di follia, se adori i detective fuori dagli schemi e se sogni di risolvere omicidi in mezzo all’argenteria presidenziale, questa serie fa per te.
Ora tocca a te: l’hai già vista? Hai capito chi era il colpevole prima di Cordelia? Hai un sospetto mai esplorato?
Scrivilo nei commenti! Voglio il tuo parere da vero detective da divano.
La Recensione
The Residence (Serie 2025)
132 stanze, 157 sospetti, un cadavere nella Casa Bianca. Netflix trasforma il caos presidenziale in un murder mystery brillante, visivamente geniale e spassosamente assurdo.
PRO
- Detective irresistibile – Cordelia è unica e geniale.
- Casa Bianca + omicidi – location da sogno per un giallo.
- Stile visivo brillante – regia e scenografie da applausi.
CONTRO
- Troppe trame – cast enorme, un po’ dispersivo.
- Pacing irregolare – alcuni episodi rallentano troppo.