Una ventata di aria fresca sta per investire la scena musicale italiana. Il 16 maggio 2025, Ghali torna con “Chill”, un singolo che promette di far ballare l’estate prossima con la sua produzione firmata dal duo di hitmaker Takagi & Ketra. Scritta a quattro mani con Jacopo Èt, questa traccia rappresenta un’evoluzione nel percorso artistico del rapper milanese, che abbraccia sonorità più rilassate e giocose senza abbandonare i riferimenti autobiografici che hanno sempre caratterizzato la sua scrittura.
Con il suo stile inconfondibile, Ghali ci accompagna in un viaggio tra passato e presente, tra difficoltà superate e leggerezza ritrovata, il tutto filtrato attraverso una lente che rende ogni esperienza, anche la più dura, parte di un percorso che conduce al benessere, alla tranquillità… insomma, a stare “chill”.
Un passato “preistorico”
Il brano si apre con un riferimento potente: “Se penso alla mia vita, Jurassic / Cose che non vedi su Netflix”. Con questa similitudine, Ghali stabilisce immediatamente la distanza abissale tra la sua esperienza di vita e quella che la maggior parte delle persone può conoscere attraverso i media mainstream. Il paragone con un’era preistorica suggerisce non solo una distanza temporale, ma anche una differenza nella “fauna” e nell'”ecosistema” in cui è cresciuto.
I versi successivi mantengono un tono enigmatico e allusivo, un invito a scoprire una realtà che “non hai mai provata” ma “dovresti”, creando un’aura di misteriosa esclusività attorno alla sua esperienza personale.
Il contrasto tra stile e intimità
Il pre-ritornello introduce un cambio di atmosfera, passando dall’introspezione a una situazione più intima e giocosa: “Baggy jeans, me li vuoi levare / Dammi un kiss che mi fa bene”. Il riferimento ai jeans larghi non è casuale, ma rappresenta un elemento distintivo dello stile di Ghali, qui utilizzato come primo passo verso un’intimità che va oltre l’abbigliamento.
L’accostamento “Io Totò, tu Sophia Loren” è particolarmente significativo, poiché evoca un’italianità classica e iconica attraverso due figure emblematiche del cinema italiano, creando un ponte tra la sua identità multiculturale e la tradizione culturale del paese in cui è cresciuto.
La sensualità nei dettagli
La descrizione degli “orecchini che cadono, sexy chic” e della “pelle che mi dice: ‘Ciao'” rivela una particolare attenzione ai dettagli sensoriali, trasformando gesti apparentemente insignificanti in momenti di forte carica erotica. Ghali dimostra qui una notevole capacità di condensare la sensualità in piccoli elementi, creando un’atmosfera intima senza ricorrere a descrizioni esplicite.
Questo approccio culmina nel verso “Con te mi metto comodo, mi piaci perché mi fai stare”, che introduce perfettamente il ritornello e il concetto centrale del brano: la ricerca di uno stato di rilassamento e benessere.
Il mantra della leggerezza
Il ritornello, nella sua apparente semplicità, racchiude l’essenza filosofica del brano: “Chill / Nel chill / Voglio solo stare”. Questa ripetizione, accompagnata da vocalizzazioni “Uoh-uoh-uoh-uoh-uoh”, funziona come un mantra che celebra la leggerezza come scelta di vita. Non si tratta di superficialità, ma di una conquista: dopo un passato difficile, la capacità di rilassarsi diventa un traguardo significativo.
Le cicatrici del passato
La seconda strofa introduce elementi autobiografici più espliciti, con un tono che alterna ironia (“Voleva un cane, ero fatto, le ho portato un gatto”) e sincerità cruda (“Dormivo con mamma per strada, non arrivavo a fine mese”). Quest’ultimo verso in particolare rappresenta uno squarcio di verità che contrasta con l’atmosfera spensierata del resto del brano, ricordandoci le origini umili di Ghali e le difficoltà affrontate.
Il riferimento alle diverse nazionalità (“Non so se era messicana, araba o giapponese”) e all’apprendimento dell’inglese “tramite bandiere” suggerisce un’apertura al mondo e alle diverse culture, un tema ricorrente nella produzione di Ghali, figlio di immigrati tunisini.
La conclusione “Penso che, tutto sommato, dai, mi sono integrato bene” risuona con una leggera ironia che nasconde una riflessione più profonda sull’identità e sull’integrazione, temi che Ghali ha spesso esplorato nel suo percorso artistico.
La comfort zone come conquista
Ciò che rende “Chill” particolare nel panorama delle hit estive è proprio questo sottotesto: la leggerezza non è data per scontata, ma è il risultato di un percorso difficile. Per chi ha dormito per strada con la madre, potersi permettere di “stare chill” rappresenta una conquista, non un privilegio di nascita.
La ripetizione del pre-ritornello e del ritornello nella seconda parte del brano rafforza questo messaggio, trasformando “Chill” in un inno alla pace ritrovata, alla comfort zone come spazio sacro e meritato dopo le battaglie della vita.
Dal punto di vista produttivo, Takagi & Ketra forniscono il loro caratteristico sound estivo, creando un tappeto sonoro che sostiene perfettamente il messaggio del brano, bilanciando momenti più ritmati con altri più distesi e atmosferici.
“Chill” si configura così non come un semplice tormentone estivo, ma come una riflessione sulla leggerezza come meta del viaggio, come stato d’animo conquistato a caro prezzo e proprio per questo ancor più prezioso.
E tu, cosa ne pensi di questa nuova direzione musicale di Ghali? Hai mai riflettuto su come le esperienze difficili possano renderci più capaci di apprezzare i momenti di tranquillità? Raccontaci nei commenti quale aspetto di “Chill” ti ha colpito di più, siamo curiosi di conoscere il tuo punto di vista!
Il testo di Chill
[Strofa 1]
Se penso alla mia vita, Jurassic
Cose che non vedi su Netflix
Dove l’ho trovata, sapessi
Non l’hai mai provata? Dovresti
[Pre-Ritornello]
Baggy jeans, me li vuoi levare
Dammi un kiss che mi fa bene
Io Totò, tu Sophia Loren
Penso: “Oh my God”
Se vedo i tuoi orecchini che cadono, sexy chic
La tua pelle che mi dice: “Ciao”
Se mi guardi così, voglio perdermi
Con te mi metto comodo, mi piaci perché mi fai stare
[Ritornello]
Chill (Uoh-uoh-uoh-uoh-uoh)
Chill (Uoh-uoh-uoh-uoh-uoh)
Nel chill (Uoh-uoh-uoh-uoh-uoh)
Voglio solo stare
Chill (Uoh-uoh-uoh-uoh-uoh)
Chill (Uoh-uoh-uoh-uoh-uoh)
Nel chill (Uoh-uoh-uoh-uoh-uoh)
Voglio solo stare chill
[Strofa 2]
Voleva un cane, ero fatto, le ho portato un gatto
Le scrivo “Buongiorno, amore” e inoltro ad altre quattro
Non so se era messicana, araba o giapponese
Ogni bandiera, indovina come ho imparato a parlare l’inglese (Ehi)
Dormivo con mamma per strada, non arrivavo a fine mese
Penso che, tutto sommato, dai, mi sono integrato bene (Sto)
[Pre-Ritornello]
Baggy jeans, me li vuoi levare
Dammi un kiss che mi fa bene
Io Totò, tu Sophia Loren
Penso: “Oh my God”
Se vedo i tuoi orecchini che cadono sexy chic
La tua pelle che mi dice “Ciao”
Se mi guardi così, voglio perdermi
Con te mi metto comodo, mi piaci perché mi fai stare
[Ritornello]
Chill (Uoh-uoh-uoh-uoh-uoh)
Chill (Uoh-uoh-uoh-uoh-uoh)
Nel chill (Uoh-uoh-uoh-uoh-uoh)
Voglio solo stare
Chill (Uoh-uoh-uoh-uoh-uoh)
Chill (Uoh-uoh-uoh-uoh-uoh)
Nel chill (Uoh-uoh-uoh-uoh-uoh)
Voglio solo stare
Nel chill (Uoh-uoh-uoh-uoh-uoh)
Chill (Uoh-uoh-uoh-uoh-uoh)
Nel chill (Uoh-uoh-uoh-uoh-uoh)
Voglio solo stare
Chill