Hai presente quando guardi Gal Gadot sul grande schermo, interpretare ruoli che vanno dall’iconica Wonder Woman all’audace Gisele in “Fast & Furious”, e pensi che nulla possa scalfirla? Beh, la vita reale talvolta supera la finzione, e la storia che l’attrice ha condiviso ne è la prova tangibile. Recentemente, la diva israeliana ha rivelato di aver affrontato un’emergenza medica estremamente delicata: un importante coagulo nel cervello formatosi nell’ottavo mese di gravidanza, a cui è seguito un intervento d’urgenza durante il quale è nata la sua quarta figlia, Ori.
Un periodo da incubo
Gal Gadot, solare e carismatica sul set come nelle interviste, ha svelato un capitolo di vita che nessuno si sarebbe mai aspettato: “Per settimane, ho avuto mal di testa lancinanti”, ha raccontato l’attrice. Immagina di essere costretto a letto, in piena gravidanza, senza idea di cosa stia provocando dolori così intensi. Eppure, quando finalmente un’MRI ha rivelato la presenza di un coagulo di sangue, si è capito che la situazione era drammatica: “In un attimo, la mia famiglia ed io ci siamo resi conto di quanto la vita fosse fragile”.
La decisione di sottoporsi a un intervento immediato non è stata solo una scelta obbligata, ma una vera lotta contro il tempo. Al culmine dell’ottavo mese di gestazione, l’attrice si è ritrovata di colpo in ospedale, con il timore costante di non farcela e, nel mezzo di tutto ciò, la necessità di far nascere Ori. Secondo quanto riferito da Gadot, “Tutto ciò che volevo era tenermi stretta alla vita e resistere”: un pensiero toccante che racconta di una donna ben oltre l’icona dei film d’azione.
Ori: la luce in fondo al tunnel
A rendere questa storia ancora più straordinaria, c’è la scelta del nome della bambina: Ori. In ebraico significa “la mia luce”, e non poteva esserci termine più adatto, come spiega la stessa Gal Gadot. “Prima dell’intervento, ho detto a Jaron che quando nostra figlia sarebbe arrivata, sarebbe stata la luce in fondo a questo tunnel”, confida. Quasi fosse una scena tratta da un intenso dramma cinematografico, tra i bisturi della sala operatoria e gli esiti incerti di un intervento al cervello, è venuta al mondo la piccola Ori, regalando speranza in un momento di puro terrore.
Un’equipe da Oscar
Nella sua testimonianza, l’attrice non perde l’occasione di ringraziare i medici del Cedars-Sinai di Los Angeles, sottolineando come la loro competenza e la “dedizione settimanale” siano stati fattori chiave per superare l’emergenza. Come in un film corale in cui ogni attore fa la sua parte, un team di professionisti ha realizzato un vero miracolo: “Grazie a un team di medici straordinari e a settimane di cure attente, ce l’ho fatta e ho iniziato il percorso di guarigione”.
Un messaggio di consapevolezza
Al di là del racconto personale, Gal Gadot ha deciso di condividere questa vicenda per un motivo preciso: sensibilizzare. E i numeri parlano chiaro: pare che 3 donne ogni 100.000, nella fascia over 30 e in stato di gravidanza, possano sviluppare un coagulo di sangue nel cervello, conosciuto come CVT. Non si tratta di allarmare, ma di ricordare quanto sia importante identificare per tempo i segnali e consultare immediatamente uno specialista. “Sapere che è una possibilità è il primo passo per affrontarla”, scrive l’attrice, ribadendo che il suo scopo è soprattutto quello di incoraggiare chiunque a prestare la massima attenzione alla propria salute.
L’importanza del controllo
Se c’è un elemento che gli appassionati di film d’azione conoscono bene, è l’adrenalina dei momenti decisivi. In questo caso, però, non si parla di stunt o sequenze mozzafiato, ma di un fattore di rischio concreto e ancora poco conosciuto: i sintomi possono essere confusi con mal di testa comuni, e la tentazione di “reggere il colpo” finché si può rischia di essere fatale. Ecco perché la testimonianza di Gal Gadot rivela un lato intimo dell’attrice, mostrandoci come la sua vera forza non stia soltanto nell’indossare la corazza di Wonder Woman, ma anche nel sapersi mettere a nudo.
Ritorno sul grande schermo
Nonostante questo spaventoso percorso, la determinazione di Gal Gadot non si è affievolita. Ora che si è ripresa, l’attrice è pronta a tornare sotto i riflettori con un ruolo da cattiva: interpreterà infatti la Regina Cattiva nel live action “Biancaneve” targato Disney (in arrivo prossimamente). Un personaggio che rappresenta l’esatto opposto dell’eroina che abbiamo imparato ad amare, ma che promette di mettere in luce ulteriori sfumature della sua versatilità recitativa.
Una nuova prospettiva
Alla fine di questa odissea, Gadot si sente rinata. “Oggi sono completamente guarita e colma di gratitudine per la vita che mi è stata restituita”, commenta. Ecco perché ha deciso di parlare proprio a ridosso della fine dell’anno: per chiudere un capitolo e incoraggiare quante più persone possibile a non ignorare i segnali del proprio corpo. Il tutto, da donna che non ha mai nascosto l’orgoglio di essere madre di quattro bambine, frutto di una famiglia che l’ha supportata anche nei momenti più bui.
E tu, hai mai sottovalutato un sintomo, pensando che si trattasse di semplice stress? Cosa ne pensi del coraggio e della trasparenza di Gal Gadot? Faccelo sapere nei commenti: siamo curiosi di scoprire la tua opinione su questa toccante vicenda!