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Home Recensioni Film Commedia

My Fair Lady, la recensione della commedia musicale da Oscar

di Serena Grosso
14 Aprile 2015 - Aggiornato il 11 Giugno 2017
in Commedia, Recensioni Film
Tempo di lettura 4 minuti
0 0
my fair lady
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TITOLO: My Fair Lady

REGIA: George Cukor

CAST: Audrey Hepburn, Rex Harrison, Stanley Holloway, Wilfrid Hyde-White

PAESE: Regno Unito, USA

ANNO: 1964

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GENERE: commedia romantica, musicale

DURATA: 170 minuti

 


 

TRAMA: Henry Higgins (Rex Harrison), eccentrico professore di fonetica, scommette con il colonnello Pickering (Wilfrid Hyde-White), studioso di dialetti indiani, di essere in grado di educare alla corretta pronuncia la povera fioraia Eliza Doolittle (Audrey Hepburn). Non solo, l’arrogante glottologo ritiene di poter trasformare la giovane, tanto da farla sembrare una dama di alta classe entro sei mesi.
Eliza, inizialmente scettica, accetta la proposta tentata dalle promesse del professore che le spiega come questa evoluzione possa soltanto tornarle utile e strapparla dalla vita di strada.
Dopo una serie di tentativi non andati a buon fine, la fioraia si lascia plagiare, tanto da risultare, agli occhi dell’élite londinese, una signora di gran classe, elegante e con dei modi di fare impeccabili.
Finito l’esperimento, Eliza è finalmente libera di ritornare in pieno possesso della sua vita ma, i giorni trascorsi con il suo mentore e il suo cambiamento, esteriore ed interiore, l’hanno portata a provare dei profondi sentimenti verso di lui che, però, in un primo momento la rifiuta.
Solo quando sarà rimasto solo, Higgins, si accorgerà di quanto ella sia diventata importante per lui e, alla fine del film, i due torneranno romanticamente a vivere insieme.

“Siete davvero una simpatica coppia di bambini intenti a giocare con una bambola in carne e ossa”
“Giocare? Altro che giocare: è la più ardua impresa alla quale mi sono mai accinto. Ma non hai idea di quanto sia interessante prendere un essere umano e trasformarlo in un individuo completamente diverso, fornendogli un nuovo linguaggio. Significa riempire il profondissimo baratro che separa classe da classe e psiche da psiche.”

commedia musicale my fair lady – immagine dal film

 

 


 

COMMENTO: My Fair Lady è quello che gli esperti definiscono “un classico senza tempo”. Vincitore di ben otto premi Oscar (Miglior film, Migliore regia, Migliore attore protagonista, Migliore fotografia, Migliore scenografia, Migliori costumi, Miglior sonoro, Miglior colonna sonora) si piazza anche, nel 1998, tra i cento migliori film statunitensi secondo l’American Film Institute.

My Fair Lady è tratto dall’opera “Pigmalione” del celebre scrittore George Bernard Shaw.
Tratta in chiave comica e musicale, il tema della manipolazione mentale. Eliza Doolittle, difatti, è una misera fioraia dei bassifondi di Londra, senza ambizioni né progetti ma, per casualità del fato, incontra il professor Higgins, amante della fonetica e del linguaggio in generale. Appena accortosi dell’accento utilizzato dalla ragazza e del livello di grammatica, sempre di lei, ha la brillante idea di scommettere con il colonnello Pickering, anch’egli studioso di lingue, sulla possibilità di trasformare totalmente la fioraia.

“Una donna che emette suoni così deprimenti e disgustosi non ha il diritto di stare da nessuna parte – neanche quello di vivere. Ricordati che sei un essere umano dotato di anima e del dono divino del linguaggio articolato. Ricordati che la tua lingua natia è la lingua di Shakespeare, di Milton e della Bibbia di Re Giacomo!”

commedia musicale my fair lady – bellissimi i costumi

 

L’esperimento ha inizio e il divertimento è garantito: durante tutta la pellicola vedremo una capricciosa Eliza tenere il broncio e disgustarsi dai metodi, a suo avviso bizzarri, utilizzati dal professore che non si arrenderà fino alla fine, quando otterrà finalmente il risultato prestabilito.

Oltre a farci vedere a tutto tondo il tema del plagio, della manipolazione e della conseguente trasformazione di un individuo, a dare il tocco di classe al film è senza dubbio l’interpretazione dei vari attori. Audrey Hepburn ci stupisce ancora una volta, dimostrandoci di essere molto versatile, con la sua Eliza che passa dall’essere lo stereotipo di, passatemi il temine, “mentecatta” londinese ad una ragazza scambiata per una di sangue reale; Rex Harrison non sbaglia una battuta che sia una, ogni espressione facciale è completamente azzeccata e trasmette tutte le sfumature del suo personaggio, eccentrico, a tratti burbero e freddo ed, invece, a sorpresa, ironico e spassoso.
Da lodare anche Stanley Holloway che, in My Fair Lady, fa la parte del padre di Eliza. Un papà un po’ atipico: l’uomo è totalmente disinteressato, l’unica preoccupazione che ha, è quella dei soldi. In quanto povero ambisce ad una vita da ricco (ah, come lo capisco) e ciò avverrà, sempre grazie al professor Higgins, e ad un suo geniale trucco.

“Lasciala parlare per conto suo, e ben presto ti accorgerai che non ha in testa un’idea che non le abbia messo io, e in bocca una parola che non sia farina del mio sacco. Io questa cosa l’ho plasmata con le foglie di cavolo spiaccicate di Covent Garden, e adesso pretende di giocare con me alla gran dama!”

La colonna sonora, inoltre, detiene un ruolo importante in quanto My Fair Lady, non solo si rifà all’opera di Shaw ma anche al conseguente musical uscito nel 1956 dalle menti creative di Alan Jay Lerner e Frederic Loewe.

Questa commedia musicale dal titolo My Fair Lady è sicuramente da vedere. INTRAMONTABILE

“Lo so, e non gli muovo rimproveri per questo. E’ il suo modo di fare, vero? Ma io ho visto un’enorme differenza nel fatto che lei non si comportasse così. Vede, a ben guardare, a parte le cose che chiunque può far proprie, il modo di vestire, il linguaggio corretto e via dicendo, la differenza tra una signora e una fioraia non consiste nel modo in cui si comporta, ma nel modo in cui è trattata. Per il professor Higgins sarò sempre una fioraia, perché come una fioraia sempre mi tratta e sempre mi tratterà, mentre so che per lei posso essere una signora perché come una signora sempre mi tratta e sempre mi tratterà.”

[review]

commedia musicale my fair lady – una scena del film

 

La Recensione

Il Verdetto

9 Voto

Recensione

  • Voto Globale 0

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