Quando HBO e Warner Bros. decidono di annunciare nove nuovi casting per la serie TV di “Harry Potter”, sai che il mondo magico sta per essere completamente rivoluzionato. Il comunicato stampa ufficiale ha rivelato nomi come Katherine Parkinson (Molly Weasley), Johnny Flynn (Lucius Malfoy), Lox Pratt (Draco Malfoy) e Bertie Carvel (Cornelius Fudge), ma quello che colpisce di più è la strategia complessiva: tutti gli attori adulti sono significativamente più giovani rispetto ai loro predecessori cinematografici.
Ma oltre alla questione dell’età, ci sono elementi che stanno facendo discutere i Potterheads di tutto il mondo. La showrunner Francesca Gardiner e il regista Mark Mylod stanno chiaramente puntando su un cast che possa sostenere una serie maratona di sette stagioni (o più), seguendo il formato di una stagione per libro. È una decisione strategica che rivela l’ambizione di HBO di creare una serie che possa durare almeno un decennio.
Ma la vera domanda è: con la controversia che circonda J.K. Rowling e le sue posizioni sui diritti trans, questa serie riuscirà davvero ad arrivare fino in fondo? L’autrice rimane produttore esecutivo e lavorerà a stretto contatto con i creativi, mentre il cast si trova diviso tra chi supporta la comunità trans (come Paapa Essiedu, il nuovo Severus Piton) e chi minimizza le posizioni di Rowling (come John Lithgow, il nuovo Silente).
Il casting rivela una filosofia chiara: investimento nel lungo termine, ma anche la consapevolezza che questa serie dovrà navigare acque molto più tormentate rispetto ai film originali.
La strategia dell’età: investimento a lungo termine
La scelta di ingaggiare attori più giovani non è casuale – è una decisione strategica che rivela l’ambizione di HBO di creare una serie che possa durare almeno un decennio. Katherine Parkinson (nota per “Humans” e “The IT Crowd”) come Molly Weasley rappresenta un ringiovanimento generazionale rispetto a Julie Walters – un rinnovamento necessario per una serie a lunga durata.
Johnny Flynn come Lucius Malfoy è una scelta particolarmente interessante. L’attore, noto per ruoli in “Stardust“, “Emma” e la serie Netflix “Ripley“, dovrà confrontarsi con l’iconico Jason Isaacs. La sfida sarà trasmettere la presenza minacciosa che Isaacs aveva reso memorabile pur essendo significativamente più giovane.
Anche i Dursley – Bel Powley (Petunia) e Daniel Rigby (Vernon) – rappresentano un casting più appropriato per l’età. Powley, vista di recente in “Masters of the Air“, e Rigby, noto per “Black Mirror” e “The Crown“, portano credibilità televisiva ma anche la giovinezza necessaria per una serie duratura.
Il formato delle sette stagioni e le sfide narrative
Con Francesca Gardiner come showrunner e la promessa di dedicare una stagione a ogni libro, le aspettative sono astronomiche. Ma “L’Ordine della Fenice” ha 870 pagine – come condensare tutto in una stagione senza perdere elementi essenziali?
La tentazione di dividere i libri più lunghi in stagioni multiple è forte, e Gardiner potrebbe dover fare esattamente quella scelta per mantenere la qualità narrativa. Questo significherebbe però estendere la serie ben oltre le sette stagioni inizialmente previste.
Il casting degli studenti di Hogwarts – Leo Earley (Seamus Finnigan), Alessia Leoni (Parvati Patil), e Sienna Moosah (Lavender Brown) – dimostra l’attenzione ai personaggi secondari che nei film erano spesso poco sviluppati. La serie TV ha l’opportunità di sviluppare questi personaggi in modo più completo.
L’ombra della controversia Rowling
L’elefante nella stanza è ovviamente J.K. Rowling e le sue posizioni sui diritti transgender. Dal 2020, l’autrice ha espresso opinioni che hanno allontanato una parte significativa dei fan. La sua celebrazione della sentenza della Corte Suprema britannica che limita i diritti trans ha fatto esplodere la controversia a livelli senza precedenti.
Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint hanno tutti pubblicamente supportato la comunità trans, creando una divisione imbarazzante tra vecchio e nuovo cast. John Lithgow che minimizza le opinioni di Rowling mentre Paapa Essiedu firma petizioni per i diritti trans rappresenta perfettamente questa divisione.
La domanda cruciale è: può una serie sopravvivere quando il suo creatore è così polarizzante? Tom Felton ha dato una “non-risposta definitiva” quando interrogato su Rowling, dimostrando quanto sia diventata tossica la situazione per chiunque sia associato al franchise.
Le aspettative impossibili da soddisfare
HBO sta commercializzando questa serie come “un adattamento incredibilmente fedele“, ma le aspettative dei Potterheads sono letteralmente impossibili da soddisfare. Ogni scelta di casting, ogni decisione sui costumi, ogni design dei set sarà analizzato e confrontato ai film di Chris Columbus e David Yates.
Il fatto che Helen McCrory (Narcissa Malfoy) non sia ancora stata sostituita dimostra quanto sia difficile rifare il cast di personaggi amati. McCrory aveva portato una presenza regale al personaggio che sarà difficile da replicare.
Dominic McLaughlin come Harry Potter e Alastair Stout come Ron Weasley dovranno essere all’altezza di Daniel Radcliffe e Rupert Grint – una pressione inimmaginabile per giovani attori.
Il futuro incerto di un franchise divisivo
La realtà è che questa serie inizia con un bagaglio che i film originali non avevano. La controversia Rowling non scomparirà, e ogni intervista promozionale diventerà un campo minato di domande politiche.
Bertie Carvel come Cornelius Fudge (dopo aver interpretato Tony Blair in “The Crown”) porta serietà politica che potrebbe essere intenzionale – Fudge rappresenta incompetenza politica e negazione, temi molto attuali oggi.
Ma la domanda rimane: riuscirà questa serie a sopravvivere sette stagioni quando ogni ciclo stampa sarà dominato dalla controversia Rowling? I fan sono genuinamente divisi, e molti boicotteranno il progetto completamente.
L’investimento rischioso di HBO
HBO sta scommettendo pesantemente su questo progetto, ma il rapporto rischio/ricompensa è senza precedenti. Da una parte, Harry Potter rimane una delle proprietà intellettuali più preziose al mondo. Dall’altra, l’associazione con Rowling potrebbe danneggiare la reputazione del network.
Il casting più giovane suggerisce fiducia nel successo a lungo termine, ma anche consapevolezza che potrebbero dover sostituire elementi problematici lungo la strada. È una misura precauzionale che dimostra quanto sia complicato questo progetto.
Tu cosa ne pensi di questo casting controverso? Credi che HBO riuscirà a gestire la controversia Rowling per sette stagioni, o pensi che il progetto sia condannato fin dall’inizio? E soprattutto, sei entusiasta di vedere queste nuove interpretazioni dei personaggi amati, o preferiresti che lasciassero i film originali intoccati? Scrivimi nei commenti – sono curioso di sapere se anche tu pensi che alcuni franchise siano troppo sacri per essere reimmaginati!