Stasera TV8 manda in onda uno dei capolavori assoluti di Quentin Tarantino, quel Django Unchained che nel 2012 ha rivoluzionato il genere western e consacrato definitivamente il regista di Knoxville come uno dei più grandi autori contemporanei. Ma quello che vedrai sullo schermo è solo la punta dell’iceberg di una produzione costellata di aneddoti incredibili, incidenti sul set e retroscena che rendono questo film ancora più leggendario.
Con Jamie Foxx nei panni dello schiavo liberato, Christoph Waltz come il cacciatore di taglie tedesco, Leonardo DiCaprio nel ruolo del villain Calvin Candie e Samuel L. Jackson in una delle sue performance più memorabili, Django Unchained è molto più di un semplice western. È un affresco politico che affronta il tema della schiavitù con la tipica violenza stilizzata di Tarantino, mescolando omaggi agli spaghetti western italiani con una narrazione che non fa prigionieri.
Il film, costato 100 milioni di dollari, ne ha incassati oltre 425 in tutto il mondo, diventando il maggior successo commerciale della carriera di Tarantino. Ma dietro questi numeri si nascondono storie che il grande pubblico non conosce: da incidenti reali finiti nel montaggio finale a litigi epici tra le star, passando per cameo inaspettati e scelte di casting che avrebbero potuto cambiare completamente il volto del film.
Quello che stai per scoprire ti farà vedere Django Unchained con occhi completamente diversi. Perché ogni grande film ha la sua leggenda nascosta, e quella di questo western è particolarmente affascinante. Preparati a conoscere i segreti che Quentin Tarantino ha custodito gelosamente per oltre dieci anni, dalle dinamiche esplosive del set alle curiosità che hanno reso questa produzione unica nella storia del cinema.
Il sangue vero di Leonardo DiCaprio che ha reso leggendaria una scena
Uno dei momenti più intensi di Django Unchained è quando Calvin Candie sbatte violentemente la mano sul tavolo durante la cena, continuando a parlare mentre il sangue gli cola dalle dita. Quello che molti non sanno è che Leonardo DiCaprio si è ferito davvero durante quella scena: l’attore ha colpito accidentalmente un bicchiere così forte da romperlo e tagliarsi la mano.
La reazione istintiva di chiunque sarebbe stata fermare tutto e chiamare i soccorsi. Ma DiCaprio è rimasto perfettamente in character, continuando a recitare come se nulla fosse mentre il sangue vero gli colava sulla mano. Tarantino, invece di gridare “Stop!”, ha lasciato girare le telecamere catturando un momento di cinema puro e autentico.
Il regista è rimasto così colpito dalla professionalità dell’attore che ha deciso di mantenere la scena nel montaggio finale. Quello che vedi sullo schermo è quindi sangue autentico di una delle più grandi star di Hollywood, trasformato in arte cinematografica. Un esempio perfetto di come gli incidenti sul set possano generare magia quando vengono gestiti da professionisti del calibro di DiCaprio e Tarantino.
Ma non è stato l’unico incidente per l’attore: durante le prove, un martello si era rotto colpendolo in testa. Sembra che Django Unchained fosse destinato a lasciare il segno fisico sui suoi interpreti, letteralmente.
Samuel L. Jackson urla a DiCaprio: “Dì quella merda!”
Una delle sfide più complesse per gli attori di Django Unchained è stata confrontarsi con il linguaggio brutalmente razzista dell’epoca. Leonardo DiCaprio, nonostante la sua esperienza, ha avuto serie difficoltà nel pronunciare certi termini, in particolare la parola “nigger” che il suo personaggio Calvin Candie usa ripetutamente.
Durante le letture della sceneggiatura, DiCaprio ha interrotto tutto dicendo: “Ehi, ragazzi. Mi fermo! Non posso farlo. Questo non sono io”. Una reazione comprensibile per un attore che non aveva mai interpretato un personaggio così apertamente razzista. Ma Samuel L. Jackson non è stato altrettanto comprensivo.
L’attore veterano ha letteralmente urlato a DiCaprio: “Dì quella merda, figlio di puttana! È solo un altro martedì. Si fottano”. Una reazione che può sembrare brutale, ma che nasconde una filosofia professionale precisa: per Jackson, un attore deve essere in grado di pronunciare qualsiasi parola richiesta dal copione, indipendentemente dal proprio comfort personale.
Anche Jamie Foxx è intervenuto nella discussione, spiegando a DiCaprio che “ai tempi della schiavitù non ci saremmo mai parlati”, sottolineando l’importanza di rappresentare fedelmente l’orrore di quell’epoca storica. Alla fine DiCaprio ha superato le sue remore, regalandoci una delle performance più inquietanti e convincenti della sua carriera.
Will Smith rifiutò il ruolo che rese famoso Jamie Foxx
Prima che Jamie Foxx diventasse Django, il ruolo era stato offerto a Will Smith, all’epoca una delle star più bankable di Hollywood. Nel 2011 Smith fu contattato per interpretare il protagonista, ma la sua partecipazione non si concretizzò. Le ragioni del rifiuto non sono mai state rese pubbliche, ma si può immaginare che l’attore di “Men in Black” non si sentisse a suo agio con il materiale crudo di Tarantino.
Dopo Smith, si fece il nome di Idris Elba, attore britannico che avrebbe sicuramente portato un’interpretazione diversa al personaggio. Ma alla fine è stato Jamie Foxx a spuntarla, dimostrando che a volte le scelte apparentemente di ripiego si rivelano essere quelle perfette.
Foxx ha portato al ruolo non solo le sue capacità attoriali, ma anche una connessione personale con il materiale. L’attore ha cavalcato il suo vero cavallo durante le riprese: Cheetah, che aveva ricevuto come regalo di compleanno quattro anni prima. Questo dettaglio ha aggiunto un livello di autenticità alla performance che probabilmente non sarebbe stato possibile con altri attori.
Il casting di Foxx si è rivelato una scelta vincente che ha contribuito significativamente al successo del film, dimostrando ancora una volta l’istinto infallibile di Tarantino nella selezione degli interpreti.
Franco Nero e il cameo più commovente della storia del cinema
Quentin Tarantino non ha mai nascosto la sua passione per gli spaghetti western italiani, e Django Unchained è un omaggio dichiarato al “Django” del 1966 diretto da Sergio Corbucci. Ma il regista è andato oltre il semplice tributo, convincendo Franco Nero, l’interprete originale del pistolero con la bara, a comparire nel film.
Tarantino incontrò Nero a Roma, dove l’attore italiano cantò e recitò a memoria alcune parti del film del 1966. Un momento che deve essere stato emozionante per entrambi: da una parte il maestro del western italiano, dall’altra il suo erede americano che stava reinterpretando il mito.
Inizialmente Nero doveva interpretare Calvin Candie, ma l’attore preferì un ruolo minore. La scelta finale è stata ancora più poetica: Franco Nero interpreta Amerigo Vassepi, uno schiavista che incontra Django in una delle scene più cariche di significato del film.
Il dialogo è brevissimo ma perfetto: “Sai come si scrive il tuo nome?” “D-J-A-N-G-O! La D è muta” “Lo so!”. In quel “Lo so” c’è la benedizione simbolica del Django originale a quello nuovo, un passaggio di testimone tra generazioni cinematografiche che regala i brividi ogni volta che lo rivedi.
Christoph Waltz si rompe il bacino e riceve una sella di sicurezza
Christoph Waltz, reduce dal trionfo in “Bastardi senza gloria”, è tornato a collaborare con Tarantino per quello che sarebbe diventato il suo secondo Oscar consecutivo come miglior attore non protagonista. Ma la lavorazione di Django Unchained si è rivelata fisicamente impegnativa per l’attore austriaco.
Durante le riprese di una scena a cavallo, Waltz è caduto fragorosamente, riportando la frattura del bacino. Un incidente serio che avrebbe potuto compromettere l’intera produzione, ma che ha invece generato uno dei gesti più divertenti dell’intero set.
Jamie Foxx, per prenderlo in giro bonariamente, ha regalato a Waltz una sella completa di cintura di sicurezza. Un modo scherzoso per alleggerire la tensione e dimostrare la complicità che si era creata tra gli attori del cast principale.
Waltz ha saputo trasformare anche questa difficoltà in un’opportunità professionale, utilizzando probabilmente il periodo di convalescenza per approfondire ulteriormente il suo personaggio del dottor King Schultz. Il risultato è una delle performance più memorabili della sua carriera, che gli ha fatto vincere il secondo Oscar in tre anni.
La guerra tra Ennio Morricone e Quentin Tarantino
La colonna sonora di Django Unchained include “Ancora qui”, una canzone cantata da Elisa su musiche del leggendario Ennio Morricone. La collaborazione sembrava un matrimonio perfetto: il maestro della musica western italiana con il regista che più di tutti ha omaggiato quel genere cinematografico.
Ma dietro le quinte le cose non sono andate altrettanto bene. Dopo l’esperienza con Django Unchained, Morricone dichiarò pubblicamente che non avrebbe mai più lavorato con Tarantino. Le ragioni? Il compositore italiano non gradiva il modo in cui Tarantino utilizzava la musica nei suoi film e soprattutto non gli concedeva abbastanza tempo per comporre.
Una dichiarazione che sembrava chiudere per sempre i rapporti tra i due artisti. Ma come spesso accade nel cinema, il tempo guarisce le ferite creative. Nel 2015 Morricone tornò sui suoi passi e collaborò nuovamente con Tarantino per le musiche di “The Hateful Eight”. Una riconciliazione che si è rivelata vincente per entrambi: quella collaborazione valse a Morricone il suo primo Oscar per la miglior colonna sonora.
La storia dimostra che nel cinema, come nella vita, le seconde possibilità possono portare a risultati straordinari.
Il personaggio fantasma che non trovò mai un volto
Nella sceneggiatura originale di Django Unchained c’era un personaggio che non è mai arrivato sullo schermo: Ace Woody, un sadico allenatore di schiavi combattenti che doveva avere un ruolo importante nella storia. Ma questo personaggio sembra essere stato colpito da una vera e propria maledizione casting.
Inizialmente il ruolo era stato assegnato a Kevin Costner, che però rinunciò per altri impegni. La produzione non si perse d’animo e contattò Kurt Russell, attore di fiducia di Tarantino. Ma anche Russell abbandonò il progetto prima dell’inizio delle riprese.
A quel punto Tarantino prese una decisione drastica: invece di continuare a cercare un terzo attore per Ace Woody, decise di “fondere” il personaggio con Billy Crash, interpretato da Walton Goggins. Una scelta creativa nata dalla necessità che ha probabilmente arricchito il film, concentrando in un unico personaggio caratteristiche che altrimenti sarebbero state divise.
La storia di Ace Woody dimostra come anche i problemi di produzione possano trasformarsi in opportunità creative nelle mani di un regista esperto come Tarantino.
Django Unchained non è solo un grande film: è un concentrato di cinema puro fatto di passione, incidenti trasformati in arte e scelte creative coraggiose. Ogni volta che lo rivedi, ricorda che dietro ogni scena c’è una storia umana di attori che hanno dato tutto per creare qualcosa di indimenticabile.
Quale di questi segreti ti ha colpito di più? Pensavi che il sangue di DiCaprio fosse tutto finto? Scrivilo nei commenti e raccontaci cosa ami di più di questo capolavoro western!




