Ehi tu, che stai scorrendo freneticamente tra dodici piattaforme di streaming alla ricerca di qualcosa che valga davvero il tuo tempo! Fermati, ho trovato la tua prossima ossessione. E fidati, questa volta non è il solito drama che dimenticherai dopo due settimane.
“Dying for Sex” è la nuova miniserie FX che, come suggerisce il titolo, parla proprio di questo: morire per fare sesso. O meglio, fare sesso prima di morire. La protagonista Molly (interpretata dalla sempre impeccabile Michelle Williams) riceve una diagnosi di cancro al seno terminale mentre è in terapia di coppia con il marito Steve (Jay Duplass), che non riesce più ad avere rapporti con lei dopo la doppia mastectomia.
La reazione di Molly? Correre al minimarket, tracannare una litrata di soda generica, e chiamare la sua migliore amica Nikki (Jenny Slate) per confidarle che sta ripensando al sesso orale ricevuto nei suoi vent’anni. Perché, ehi, se ti rimane poco tempo da vivere, non lo sprecherai certo a guardare tutorial di make-up su TikTok!
Una storia vera (sì, davvero)
Quello che rende “Dying for Sex” ancora più potente è che si basa sulla storia vera di Molly Kochan, raccontata in un podcast Wondery. E la creazione della serie è affidata a Liz Meriwether, la mente dietro “The Dropout” e “New Girl”, che dimostra ancora una volta la sua maestria nel bilanciare toni contrastanti.
La struttura narrativa in otto episodi da mezz’ora ciascuno (tutti disponibili su Disney+ dal 4 aprile, completamente doppiati in italiano per la nostra gioia) rende la visione relativamente veloce, ma ti suggerisco di dividerla in due sessioni, soprattutto considerando che negli ultimi episodi la salute di Molly peggiora notevolmente.
Un tono impossibile che funziona miracolosamente
Come si fa a rendere divertente la storia di una donna con cancro terminale che esplora pratiche sessuali estreme? È qui che risiede il genio di “Dying for Sex”: nell’equilibrio miracoloso tra momenti esilaranti e devastanti.
Molly, abbracciando la filosofia “try-sexual” alla Samantha Jones, si lancia in un’avventura che include tutto: dal sesso con ventenni depilati fino al “pup play” (e se non sai cos’è, beh, la serie te lo mostrerà). Sviluppa persino una relazione più profonda con il suo vicino di casa, interpretato da Rob Delaney, dove esplora dinamiche di dominazione. In una scena memorabile, lo prende a calci nelle parti basse con il suo consenso – una sequenza che, a quanto pare, ha richiesto un intero giorno di riprese!
Ma attenzione: nonostante si parli continuamente di sesso, la serie non è mai volgare o voyeuristica. Sorprendentemente, in una serie incentrata sul sesso, Michelle Williams appare raramente nuda. Il focus è sulla liberazione e sulla scoperta di sé, non sull’oggettificazione.
L’amicizia come pilastro emotivo
Il cuore pulsante dello show non è tanto il sesso quanto l’amicizia tra Molly e Nikki, un personaggio diretto e confrontazionale che si assume il ruolo di badante quando Steve esce di scena, nonostante la sua incapacità di mantenere una borsa organizzata.
Jenny Slate ci regala una performance degna di Emmy che ci ricorda ancora una volta che il suo talento va ben oltre il ruolo della spalla comica. Essenzialmente mette in pausa la sua intera vita per accompagnare Molly negli ultimi mesi della sua esistenza, in un racconto di amicizia che risulta incredibilmente toccante.
Il piacere come atto radicale
In un momento culturale caratterizzato sia da repressione sessuale (con la FDA che limita i popper e studi che suggeriscono che la Gen-Z faccia meno sesso delle generazioni precedenti) che da esplorazione (vedi la rinascita cinematografica delle MILF), “Dying for Sex” propone radicalmente il piacere come via di auto-liberazione.
La serie ci ricorda che il sesso è molto più di penetrazione o orgasmi. Come dice Sonya, l’assistente sociale di Molly interpretata da Esco Jouléy in una delle scene più belle della stagione: “Il sesso è un’onda”.
Per Molly, e forse per molti di noi in questo momento, scegliere la curiosità erotica invece della negazione o della repressione è un atto radicale. O almeno permettere a tutto questo di coesistere, come dovrebbe.
Il verdetto finale
“Dying for Sex” è una di quelle rare serie che ti colpiscono fino al midollo, che ti fanno piangere nel finale e riflettere sulla brevità e assurdità delle nostre piccole vite su questo pianeta. È provocatoria senza essere scurrile, divertente senza essere triviale, emotivamente risonante senza essere manipolatoria.
Se hai amato “The Big C” o “Mrs. Fletcher”, questa serie è assolutamente nelle tue corde. Ma anche se non hai mai visto nessuna delle due, “Dying for Sex” merita comunque il tuo tempo – e puoi goderti comodamente il doppiaggio italiano su Disney+, che rende l’esperienza ancora più immersiva.
E tu, pensi che il piacere possa essere un atto di rivoluzione personale? Credi che la televisione stia finalmente rappresentando la sessualità femminile in modo più autentico? Facci sapere nei commenti cosa ne pensi di questa rappresentazione radicale del desiderio di fronte alla morte!
La Recensione
Dying for Sex
La nuova miniserie FX "Dying for Sex", disponibile su Hulu dal 4 aprile, racconta la storia di una donna con cancro terminale che decide di esplorare la sua sessualità nel tempo che le rimane. Con Michelle Williams e Jenny Slate in ruoli memorabili, la serie riesce nell'impresa impossibile di essere contemporaneamente esilarante, provocatoria e profondamente commovente.
PRO
- La straordinaria performance di Michelle Williams
- Una rappresentazione del sesso che non scade mai nella volgarità
- Un bel equilibrio perfetto tra commedia e dramma
CONTRO
- Tematiche potenzialmente dolorose per chi ha vissuto esperienze simili