Preparati a uno dei film più emotivamente devastanti dell’anno. Echo Valley su Apple TV+ è il tipo di thriller che ti fa mettere in discussione tutte le tue scelte di vita mentre guardi Julianne Moore vivere l’inferno di essere madre di una tossicodipendente. Diretto da Michael Pearce e scritto da Brad Ingelsby (il genio dietro Mare of Easttown), questo film è un melodramma cupo che ti prende a schiaffi per 105 minuti senza pietà.
La trama che ti fa male al cuore
Kate (Julianne Moore) fatica ad alzarsi dal letto ogni mattina, preparandosi mentalmente prima di mettere i piedi a terra per correre verso le mille faccende quotidiane necessarie per mandare avanti una stalla. Mesi prima, sua moglie è morta in un incidente dopo solo pochi anni di matrimonio, e la sua unica figlia Claire (Sydney Sweeney) continua a lottare contro la tossicodipendenza, riaffiorando solo quando ha bisogno di soldi o di un telefono nuovo prima di sparire di nuovo.
Questa volta, Kate si permette di provare un po’ di gioia quando la figlia torna a casa, cavalca di nuovo e condivide il divano con lei. Ma la pace non dura a lungo. Presto arrivano il fidanzato altrettanto problematico di Claire, Ryan (Edmund Donovan), e lo schifoso spacciatore Jackie (Domhnall Gleeson), pretendendo la droga che lei ha accidentalmente buttato via in un accesso di vendetta contro Ryan.
Il punto di non ritorno
Claire va fuori controllo e cerca di sparire di nuovo con Ryan, ma dopo qualche giorno torna a casa da sola con sangue sulla maglietta che non è il suo. Ora Kate deve decidere come aiutare sua figlia a sbarazzarsi del corpo immobile sul sedile posteriore della sua auto. E qui il film svolta definitivamente nel territorio thriller.
Julianne Moore che ti spezza il cuore
Moore e Sweeney sono facilmente i punti più luminosi del film, ed entrambe sono elettriche sia insieme che separatamente. Moore offre un’altra performance brillante e toccante come Kate, incarnando il dolore e la forza del personaggio in egual misura.
Il film si apre con i momenti solitari di Kate, introducendo il suo mondo e la sua storia con strato dopo strato di tragedia, una sensazione che Moore incarna con spalle pesanti, occhi rivolti verso il basso, e uno sguardo risoluto sul viso per affrontare la giornata. Il suo unico incontro con Kyle MacLachlan come ex marito e padre di Claire è breve, ma riafferma quanto sia sola in questa situazione.
Sydney Sweeney in modalità distruttiva
Sweeney offre una delle sue performance più volatili in Echo Valley, oscillando tra la figlia docile e buona che cerca di riconnettersi con sua madre per manipolarla e ottenere soldi, e una rabbia quasi ferale contro Kate quando Claire non ottiene quello che vuole. Questi estremi possono accadere a metà scena, cogliendo di sorpresa il pubblico e Kate con la sua intensità tempestosa e distruttiva.
Eppure può ancora entrare nella stanza per la scena successiva, sembrando la bambina spaventata che Kate ha amato per tutta la vita. È una performance che ti tiene con il fiato sospeso perché non sai mai quale versione di Claire vedrai.
Domhnall Gleeson che fa venire i brividi
Su un livello molto più minaccioso, Gleeson serve una performance memorabile come Jackie, un personaggio particolarmente disgustoso la cui personalità arrogante e affamata di potere sopraffa quasi tutti quelli che incontra sul suo cammino. È il tipo di cattivo che vorresti vedere morire nelle peggiori maniere possibili.
La regia che amplifica il dolore
Michael Pearce enfatizza le note cupe della narrativa attraverso uno stile visivo scuro e foriero di sventure e una palette di colori che si abbina, con l’aiuto del direttore della fotografia Benjamin Kracun e un filo di musica ossessionante che attraversa il film come un ruscello ai margini della fattoria di Kate, composta da Jed Kurzel.
La cinematografia è deliberatamente opprimente, quasi claustrofobica, riflettendo lo stato mentale di Kate intrappolata in un ciclo di sofferenza senza fine.
Il problema del pacing masochistico
È un peccato che Echo Valley non riesca mai a trovare il suo equilibrio fino alla fine perché ha così tante qualità promettenti. Come un film nel filone di Mildred Pierce, il personaggio della madre in questo film sacrifica così tanto per un figlio che non vedrà mai tutto quello che ha rinunciato per loro.
Il problema principale è che il film ammassa così tanta tristezza nella prima metà che quando si trasforma in thriller il cambiamento è il più benvenuto. È quasi punibilmente cupo fino a quel punto, costringendo lo spettatore a prepararsi per l’impatto quotidiano della vita di Kate.
L’eccesso di sofferenza
Comporre la sua sofferenza per quello che sembra poco ritorno drammatico sembra eccessivo, almeno lo fa nel breve arco di due ore rispetto a una pista più lunga per una limited series dove le tragedie hanno un po’ più di tempo per svolgersi. Qui, le onde continuano a schiantarsi su Kate, che si prepari al mattino o no, che veda sua figlia o no, o che cerchi di tornare alle sue lezioni di equitazione o no.
Il verdetto: performance che salvano un film imperfetto
Echo Valley è un melodramma cupo redento dalle performance del cast eccezionale. Brad Ingelsby, come nel suo successo Mare of Easttown, segue due donne che cercano di tenere insieme le loro vite dopo una perdita devastante.
Il film funziona meglio quando si concentra sul conflitto centrale tra madre e figlia, ma soffre di un eccesso di tragedia che sembra gratuito piuttosto che narrativamente necessario. È il tipo di film che ti lascia emotivamente drenato, e non sempre in senso positivo.
Ci prepariamo all’impatto insieme a Kate e resistiamo mentre si tuffa attraverso il suo dolore verso la luce brillante all’esterno. Ma a volte ti chiedi se valesse la pena di tutto questo dolore cinematografico.
Sei pronto per un’esperienza emotivamente devastante o preferisci qualcosa di più leggero per il tuo weekend? Dimmi nei commenti se pensi che i film debbano sempre offrire speranza o se invece apprezzi il cinema che non fa sconti sulla crudeltà della vita reale!
La Recensione
Echo Valley
Michael Pearce dirige un melodramma cupo redento dalle performance eccezionali di Julianne Moore e Sydney Sweeney. Echo Valley racconta una madre devastata che aiuta la figlia tossicodipendente a nascondere un omicidio. Cinematografia opprimente, eccesso di tragedia, ma intensità emotiva che colpisce dritto al cuore senza pietà.
PRO
- Performance straordinarie di Julianne Moore e Sydney Sweeney che rendono credibile ogni momento di dolore
- Sceneggiatura di qualità firmata Brad Ingelsby che sa come costruire tensione psicologica autentica
CONTRO
- Eccessivamente deprimente con accumulo gratuito di tragedie che risulta masochistico più che drammatico
- Pacing problematico che ammassa troppa sofferenza nella prima metà rovinando l'equilibrio narrativo