Quando Ron Howard decide di uscire dalla sua comfort zone, può succedere di tutto. E in “Eden”, il veterano regista si tuffa in una storia vera così bizzarra da sembrare inventata: un filosofo tedesco degli anni ‘20 che fonda una società sperimentale su un’isola disabitata delle Galápagos, solo per vederla implodere quando arrivano gli opportunisti. Con un cast stellare che include Jude Law, Ana de Armas, Vanessa Kirby, Daniel Brühl e Sydney Sweeney, il film promette molto ma consegna una mistura confusa che non sa se essere satira, thriller o mystery.
La storia vera più assurda del secolo
Il film parte con una premessa promettente: nel 1929, Dr. Friedrich Ritter (Jude Law) fugge dalla società tedesca e dai suoi valori borghesi per creare una nuova casa sull’isola remota di Floreana, vivendo delle limitate risorse naturali con la sua compagna Dore Strauch (Vanessa Kirby), affetta da sclerosi multipla.
La loro esistenza solitaria viene interrotta dall’arrivo di Heinz Wittmer (Daniel Brühl), un veterano della Prima Guerra Mondiale con una moglie più giovane, Margaret (Sydney Sweeney), e un figlio, Harry (Jonathan Tittel). Sperano che l’aria pura dell’isola possa curare la tubercolosi di Harry, proprio come sembra aver tenuto sotto controllo la sclerosi di Strauch.
L’arrivo della Baronessa che scatena il caos
Ma la convivenza viene ulteriormente minacciata dall’ingresso della Baronessa Eloise Bosquet de Wagner Wehrhorn (Ana de Armas), accompagnata da un piccolo harem di giovani uomini, con l’intenzione di costruire il resort più esclusivo del mondo sul terreno roccioso.
La Baronessa, con la sua lunga collana di perle e un accento difficile da collocare che ricorda molto quello di Anna Delvey, si rivela presto una provocatrice manipolatrice. Inizia a mettere gli abitanti l’uno contro l’altro, portando a una discesa inevitabile nella follia.
Ron Howard fuori dalla comfort zone
Nonostante un setup ispirato che potrebbe suggerire “L’isola di Gilligan di Werner Herzog”, Howard e lo sceneggiatore Noah Pink (“Tetris”) fanno naufragare questo veicolo girato nel Queensland in un miscuglio di stili. Né propriamente satira né thriller né mystery, il film grida per un attacco più affilato.
È il tipo di storia che sarebbe stata perfetta per qualcuno come Mike White, la cui sensibilità acutamente deviosa di “White Lotus” sarebbe stata come a casa qui. Ma anche se Howard consegna alcuni set pieces efficaci, in particolare una sequenza straziante in cui Margaret deve partorire da sola, poco di “Eden” sembra coerente.
Performance altalenanti in un cast stellare
Le performance sono di conseguenza hit and miss. Ana de Armas fa del suo meglio con il ruolo da femme fatale, anche se alla fine le mancano le capacità satiriche di un’attrice caratterista più esperta per centrare davvero l’obiettivo.
Nel frattempo, Jude Law (così comandante in un altro titolo TIFF, “The Order”) diventa così stancante come il burbero e pontificante Dr. Ritter che quando alla fine perde la ragione, non puoi biasimarlo per voler scappare.
Solo Sydney Sweeney riesce a mantenere la simpatia dello spettatore e la sanità mentale del suo personaggio come il pilastro decente di stabilità che è Margaret – che, come rivelano i titoli di coda e i filmati d’archivio, sarebbe rimasta sull’isola fino alla sua morte nel 2000.
Aspetti tecnici e produzione
La fotografia di Mathias Herndl cattura magnificamente i paesaggi delle Galápagos (anche se girato nel Queensland), mentre la colonna sonora di Hans Zimmer manca del boato per cui è famoso, puntando su temi più scuri e silenziosi.
Il production design di Michelle McGahey crea efficacemente l’atmosfera di isolamento e privazione, mentre i costumi di Kerry Thompson riflettono il deterioramento graduale dei personaggi.
Il problema della direzione narrativa
Howard ha dichiarato di aver basato “Eden” su due resoconti contrastanti degli eventi che descrive, e così si presenta: come un film che non riesce mai a trovare un punto di identificazione. Veniamo tenuti a distanza, osservando i personaggi come se fossero parte di una colonia di insetti.
Il montaggio di Matt Villa non riesce a nascondere la mancanza di focus del film, che oscilla tra sottotrame diverse senza una direzione chiara.
Il verdetto finale
“Eden” è un esperimento interessante che dimostra la volontà di Howard di uscire dalla sua comfort zone, ma è anche la prova che a volte è meglio rimanere in territorio familiare. Il film ha momenti di brillantezza – soprattutto grazie alle performance di de Armas e Sweeney – ma manca della coerenza tonale necessaria per funzionare completamente.
È il tipo di film che avresti potuto amare se avesse scelto una direzione e l’avesse seguita fino in fondo. Invece, come l’utopia fallita che racconta, “Eden” crolla sotto il peso delle proprie ambizioni contrastanti.
Non è un disastro totale – ci sono sufficienti elementi di qualità per giustificare la visione – ma neanche il film maturo e provocatorio che avrebbe potuto essere. È semplicemente un esperimento che non è mai riuscito a materializzarsi completamente.
Hai mai sentito parlare della vera storia di Floreana? Pensi che Ron Howard dovrebbe continuare a sperimentare fuori dalla sua comfort zone? Quale è stato il tuo film “di sopravvivenza” preferito? Raccontaci nei commenti cosa pensi di questi adattamenti di storie vere incredibili!
La Recensione
Eden (2024)
Eden trasforma una storia vera incredibile in un esperimento cinematografico che non sa cosa vuole essere. Ron Howard esce dalla comfort zone con risultati altalenanti, sostenuto da performance di qualità di Ana de Armas e Sydney Sweeney ma appesantito da una regia che oscilla tra satira e thriller senza mai trovare focus.
PRO
- Cast stellare in forma: Jude Law, Ana de Armas e Sydney Sweeney offrono performance convincenti nonostante la sceneggiatura confusa
- Storia vera incredibile: i fatti reali dietro il film sono così assurdi da sembrare inventati
CONTRO
- Mancanza di focus narrativo: il film non sa se essere satira, thriller o drama, risultando confuso
- Personaggi poco simpatici: difficile empatizzare con protagonisti sempre più detestabili




