Esiste una formula segreta da cui Netflix sembra non volersi discostare quando si tratta di produrre film d’azione: prendi un posto chiuso, aggiungi un protagonista con un passato tormentato, spargi una manciata di cattivi generici, condisci con una missione di recupero/vendetta, e voilà – hai un altro film d’azione che verrà dimenticato nel giro di una settimana. “Exterritorial – Oltre il confine” segue questa ricetta alla lettera, ma almeno ci regala bicipiti da far invidia e una protagonista che sa come sferrare un pugno.
Quando “Die Hard al femminile” non è abbastanza
“Exterritorial” ci presenta Sara (Jeanne Goursaud), un’ex-soldatessa della Bundeswehr che soffre di PTSD e che si trova a dover letteralmente smantellare il consolato americano di Francoforte alla ricerca del figlio piccolo. Perché il bambino è lì? Come ci è arrivato? Presto la nostra eroina si ritrova sola contro tutti, in un edificio che apparentemente ha più stanze segrete e passaggi nascosti di Hogwarts.
La premessa è potenzialmente interessante: un thriller claustrofobico ambientato in un territorio che è tecnicamente America pur trovandosi in Germania. Questo aspetto avrebbe potuto generare tensioni diplomatiche, conflitti culturali e una riflessione sulla sovranità territoriale. Invece, il consolato diventa semplicemente un labirinto anonimo dove Sara può massacrare gente in modi creativi.
Bicipiti e buchi di trama
Non fraintendetemi: le sequenze d’azione sono il punto forte del film. La Goursaud è fisicamente impressionante, e le sue braccia sudate all’inizio del film ti faranno sentire in colpa per quella pizza che hai ordinato ieri sera. Le lotte nelle docce, le arrampicate fuori dalle finestre e i confronti corpo a corpo sono coreografati con competenza e ripresi con una camera che sa quando restare ferma e quando seguire l’azione.
Il problema è tutto il resto. Il film sembra pensare che aggiungere musica intensa renda automaticamente una scena tesa, senza preoccuparsi di costruire adeguatamente la posta in gioco. La logistica del consolato è completamente assurda: da quando un consolato ha così tante stanze chiuse a chiave e sembra un’impenetrabile fortezza segreta? A meno che non nascondano Area 51 nel seminterrato, la cosa non ha molto senso.
Un cast che meritava di più
Nonostante i difetti della sceneggiatura, il cast fa del suo meglio. Jeanne Goursaud è eccellente nel ruolo di ex-soldatessa e madre con PTSD. La sua performance fisica è convincente e ti farà venire voglia di iniziare immediatamente un programma di allenamento intensivo (anche se, siate onesti, probabilmente vi limiterete a salvare qualche video su YouTube che non guarderete mai).
Dougray Scott, che con quel baffo sembra un Tom Selleck acquistato su un sito di aste online, offre una buona interpretazione nel ruolo di Erik. La dinamica tra Sara ed Erik, soprattutto quando si parla di genitorialità, è uno dei pochi aspetti interessanti del film. Peccato che il personaggio non venga esplorato a sufficienza prima che l’azione prenda il sopravvento nella seconda metà.
Opportunità mancate
Lera Abova nel ruolo di Irina è un altro esempio di potenziale sprecato. Il suo personaggio è quasi trascurabile, e sarebbe stato molto più interessante vedere le due donne lavorare insieme per gran parte del film, invece di limitarsi a qualche scena. Un duo femminile in un film d’azione è ancora una rarità, e “Exterritorial” avrebbe potuto distinguersi sfruttando meglio questa dinamica.
Il film è tedesco, ma contiene molti dialoghi in inglese dato che è ambientato nel consolato americano. Se lo guarderai doppiato, perderai questa particolarità linguistica che, pur non essendo rivoluzionaria, aggiunge un certo realismo alla situazione.
Il problema dell’originalità
Chiamiamo le cose con il loro nome: non si tratta di un film terribile. È semplicemente pigro. “Exterritorial” ha tutti gli elementi per essere un buon film d’azione, ma si accontenta di essere mediocre, rifugiandosi nelle convenzioni del genere senza mai osare qualcosa di veramente nuovo o sorprendente.
Non è tanto la prevedibilità a deludere, quanto la sensazione che abbiamo già visto questo film almeno una ventina di volte in diverse incarnazioni. Quando Sara e Irina cercano di ottenere informazioni mentre i nemici si avvicinano, non c’è vera tensione perché sappiamo perfettamente che riusciranno a scappare. È la stessa scena che abbiamo visto in innumerevoli film d’azione, solo con protagonisti diversi.
Il ritmo: unica salvezza?
Uno degli aspetti positivi è il ritmo sostenuto del film. Anche se non succede granché di nuovo o sorprendente, almeno le cose si muovono rapidamente, evitando che la noia prenda il sopravvento completamente. Certo, un po’ di editing più aggressivo avrebbe potuto rendere il tutto ancora più serrato e coinvolgente.
Verso la fine del film c’è una scena particolarmente stupida che rischia di far crollare anche la poca sospensione dell’incredulità rimasta. Non voglio rovinarvi la sorpresa, ma preparatevi a rotolare gli occhi così forte che potreste vedere il vostro cervello.
Il verdetto finale
“Exterritorial – Oltre il confine” è l’equivalente cinematografico di un pasto al fast food: sai esattamente cosa aspettarti, ti sazia momentaneamente, ma probabilmente lo avrai dimenticato il giorno dopo. Non è il peggior film d’azione che vedrai quest’anno, ma certamente non è nemmeno quello che ti farà riconsiderare il genere.
Se sei disposto a ignorare alcuni buchi di trama e ti accontenti di un film d’azione ben ritmato con qualche sequenza di combattimento soddisfacente, potresti apprezzare “Exterritorial” più di quanto abbia fatto io. Se invece cerchi qualcosa di unico, con colpi di scena sorprendenti e una trama che ti tenga davvero col fiato sospeso, questo film non farà al caso tuo.
In definitiva, merita 6 su 10: un film d’azione medio, facilmente dimenticabile, che si perde nella vasta libreria di contenuti simili di Netflix. Ma ehi, almeno quelle braccia sudate sono memorabili!
E tu, sei stanco dei soliti film d’azione con trame prevedibili o ritieni che l’importante sia godersi le scene di combattimento senza pensare troppo alla logica? Condividi la tua opinione nei commenti! Siamo curiosi di sapere se secondo te Netflix dovrebbe osare di più con i suoi thriller d’azione o se questa formula funziona ancora.
La Recensione
Exterritorial - Oltre il confine
L'ultimo thriller d'azione di Netflix, "Exterritorial - Oltre il confine", mette al centro una ex-soldatessa tedesca con PTSD che deve combattere per ritrovare il figlio all'interno di un consolato americano a Francoforte. Nonostante alcune sequenze d'azione ben coreografate e una protagonista fisicamente impressionante interpretata da Jeanne Goursaud, il film soffre di una trama prevedibile, personaggi sottosviluppati e un'ambientazione che non sfrutta al meglio le sue potenzialità. Un film che non è propriamente brutto, ma che rappresenta l'ennesimo tentativo di Netflix di creare contenuti d'azione mediocri che non osano andare oltre le convenzioni del genere. Merita comunque un 6.
PRO
- Sequenze d'azione ben coreografate in spazi ristretti
- Jeanne Goursaud è assolutamente credibile nel ruolo (e ti farà venire voglia di abbonarti in palestra)
CONTRO
- Trama prevedibile con buchi logici evidenti
- Il solito film d'azione che avrai già visto almeno 20 volte con protagonisti diversi