Ma cosa diavolo è successo a Fear Street: Prom Queen? Te lo dico subito: Netflix ha appena sfornato quello che potrebbe essere il peggior teen slasher del 2025, e fidati, la concorrenza era già agguerrita. Come esperto di serialità horror e cinema di genere, raramente mi capita di vedere un prodotto così indifferente verso il proprio pubblico.
Un ritorno a Shadyside che nessuno voleva
Torniamo nella maledetta Shadyside, Ohio nel 1988, dove ogni dieci anni circa succede qualche massacro ispirato ai classici dell’horror. Il regista Matt Palmer prende spunto dal libro di R.L. Stine per raccontarci la storia di cinque candidate al titolo di regina del ballo che vengono eliminate una per una. Fin qui tutto normale, anzi, promettente.
Il problema è che Palmer sembra aver dimenticato le regole base del genere slasher: se vuoi fare un teen horror formulaico, almeno assicurati che le scene delle uccisioni siano memorabili. E invece qui abbiamo effetti sonori anemici e gore da Halloween store. Letteralmente.
Sceneggiatura: quando Netflix detta legge
Parliamo della sceneggiatura, che è forse l’aspetto più frustrante del film. I personaggi ripetono i loro nomi completi e la loro posizione nella gerarchia sociale di Shadyside come se fossimo tutti affetti da amnesia acuta.
Questo succede perché Netflix ha mandati specifici per gli sceneggiatori: i personaggi devono annunciare costantemente le loro azioni e intenzioni, così chi sta guardando mentre fa altro (scrollando TikTok, piegando i panni, inseguendo il gatto) può comunque seguire la trama. Il risultato? Dialoghi ripetitivi che ti fanno venire voglia di urlare allo schermo.
Il cast: quando anche Katherine Waterston sembra annoiata
Katherine Waterston – che abbiamo visto brillare in altri progetti – qui sembra addormentata. E se anche un’attrice del suo calibro non riesce a salvare la situazione, capisci che c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel progetto.
Le uniche eccezioni salvifiche sono Lili Taylor, che porta calore al ruolo di ex-suora diventata vice-preside, e Suzanna Son (vista in Red Rocket) che riesce miracolosamente a dare personalità al personaggio di Megan, la migliore amica gotica della protagonista.
Il problema delle aspettative mancate
Megan è descritta come “una sbandata, nerd dell’horror e la mia migliore amica”, e quando arriva al ballo in smoking con i capelli tirati all’indietro, per un momento pensi: “Ecco, ora si fa interessante”. Ma no, ogni suggestione queer rimane tale, e la protagonista Lori (India Fowler) finisce con il solito jock generico che è “bravo” perché ha detto “grazie” quando lei gli ha portato delle patatine.
Bullismo soft e rivalità senza mordente
Una differenza fondamentale tra gli slasher anni ’80 originali e i loro pastiche moderni è che il bullismo nei film contemporanei è molto meno viscido. Tiffany Falconer (Fina Strazza), la ragazza popolare, dovrebbe essere la cattiva perfezionista, ma è semplicemente troppo gentile per funzionare come antagonista.
La loro rivalità culmina in una dance-off così priva di energia che l’unica cosa che rimane sul pavimento è il tempo sprecato dello spettatore.
Tecniche horror: quando manca proprio tutto
Come analista delle tecniche cinematografiche horror, posso dirti che qui mancano tutti gli elementi base: suspense inesistente, jump scare prevedibili, design del suono mediocre. C’è una scena con una ghigliottina tagliacarte (quelle vecchie e pericolosissime degli uffici) che poteva essere geniale, ma viene sprecata completamente.
Costume design: il dettaglio che rivela tutto
Un piccolo dettaglio rivelatore: i vestiti da ballo non hanno assolutamente nulla dell’estetica kitsch anni ’80. Sono gonnelline a trapezio cucite a corpetti semplici con cuciture non rifinite e magari una balza sulla spalla. Sembrano fatti la mattina stessa sul set da una costumista in ritardo sulla consegna.
Verdetto finale: Netflix content al suo peggio
Fear Street: Prom Queen è l’esempio perfetto di come Netflix tratti i suoi contenuti come mero riempitivo. È progettato per partire in autoplay quando ti alzi per andare in bagno dopo aver finito qualcosa di più interessante.
La direzione artistica è pigra, le performance sono legnose, e persino le scene horror – che dovrebbero essere il cuore pulsante di ogni slasher che si rispetti – sono completamente fallimentari.
Voto: 2/10 – Salta questo appuntamento e guardati invece uno dei veri classici teen slasher che questo film pretende di essere.
Allora, sei d’accordo con questa stroncatura totale o pensi che abbia qualche merito nascosto? Fammelo sapere nei commenti qui sotto!
La Recensione
Fear Street Prom Queen
Fear Street: Prom Queen è un teen slasher Netflix completamente fallimentare. Sceneggiatura ripetitiva, performance legnose, horror inefficace e regia indifferente. Persino Katherine Waterston sembra annoiata. Un disastro totale che tradisce le aspettative della saga.
PRO
- Lili Taylor e Suzanna Son salvano almeno due scene
CONTRO
- Zero tensione nelle scene horror
- Dialoghi ripetitivi e insulsi
- Spreco di un cast potenzialmente valido