Oggi è andata in scena in TV la partita tra Juventus contro Fiorentina finita per 2 a 2.
Se sei un appassionato di calcio, avrai sicuramente sentito parlare della storica rivalità tra Fiorentina e Juventus. Questa sfida, che affonda le radici in tensioni sportive, culturali e di mercato, è una delle più sentite in assoluto nel panorama italiano. Ma da dove nasce tutto quest’astio? Perché il popolo viola guarda con tanto rancore alla Vecchia Signora? Prepara un buon caffè (o un bel bicchiere di vino, se preferisci) e ripercorriamo insieme i motivi che hanno infiammato, per decenni, il cuore di Firenze e quello di Torino.
L’inizio di un’amicizia mai nata
Per comprendere il contesto, bisogna partire dalle basi. La rivalità fra Firenze e Torino non si limita al calcio: sono due città con mentalità e storie diverse. Firenze, culla del Rinascimento e dell’arte, è famosa per il suo spirito goliardico e ribelle. Torino, ex capitale d’Italia, è sede di un’industria automobilistica e di una lunga tradizione di potere, incarnata dalla famiglia Agnelli, legata alla Juventus. Da queste differenze sociali e culturali nascono i primi scontri dialettici, che poi si estendono ai campi di calcio.
1981-82: lo scudetto della discordia
Il primo grande capitolo della rivalità si scrive nella stagione 1981-82 di Serie A. All’ultima giornata, Fiorentina e Juventus erano appaiate in testa alla classifica. La squadra viola era convinta di poter sollevare il trofeo per la seconda volta nella sua storia, ma i risultati di quella domenica provocarono accese polemiche. La Fiorentina pareggiò 0-0 contro il Cagliari, lamentando un gol annullato che, secondo i toscani, era regolarissimo. Nel frattempo, a Catanzaro, la Juventus ottenne un controverso calcio di rigore, realizzato da Liam Brady, che assegnò il titolo ai bianconeri. Da allora, i tifosi viola gridano al “furto” e il rancore non si è mai sopito. Nacque anche il famoso detto: “meglio secondi che ladri”.
Il “caso Baggio”: un vero terremoto
Nel 1990, quando la Fiorentina era ancora sotto shock per la sconfitta nella finale di Coppa UEFA (tra l’altro persa proprio contro la Juventus), avvenne la cessione di Roberto Baggio alla Vecchia Signora. Questo trasferimento fece esplodere la città: il Divin Codino era il simbolo della Fiorentina, e vederlo con la maglia bianconera fu uno schiaffo morale. Non a caso, si scatenarono proteste di piazza e scontri durissimi tra tifosi e forze dell’ordine. Baggio stesso, nel suo primo ritorno a Firenze da avversario, si rifiutò di calciare un rigore contro la sua ex squadra, alimentando ulteriori polemiche. All’uscita dal campo, il calciatore raccolse una sciarpa della Fiorentina e se la mise sul collo. Da quel giorno, l’odio sportivo crebbe a dismisura.
Trasferimenti infuocati: da Bernardeschi a Chiesa
Il “caso Baggio” non rimase un episodio isolato. Nel tempo, diversi gioielli viola hanno fatto il salto verso Torino. Un esempio eclatante è Federico Bernardeschi, prodigio cresciuto nel vivaio gigliato e passato alla Juve nell’estate 2017. I tifosi della Fiorentina si sentirono traditi, accusando la propria dirigenza di non avere a cuore la tradizione e la passione del tifo. Ma la storia si è ripetuta con Federico Chiesa, figlio d’arte amatissimo dalla piazza, partito nel 2020 alla corte della Juventus. Il colpo di grazia è arrivato più recentemente con Dusan Vlahovic, ceduto ai bianconeri nel gennaio 2022. Ogni volta, i fiorentini hanno vissuto la cessione come un’altra pugnalata al cuore.
L’affaire Coppa UEFA 1989-90
I contrasti tra le due tifoserie non si limitano ai confini nazionali. Anche in campo internazionale si registrano tensioni: basti ricordare la finale di Coppa UEFA del 1989-90. La Fiorentina affrontò la Juventus in un doppio confronto infuocato, condizionato anche dalla disputa del ritorno in un campo neutro (Avellino) e non al vecchio Comunale di Firenze, perché quest’ultimo era in ristrutturazione per Italia ‘90. I bianconeri si imposero, e i viola gridarono ancora allo scandalo, sostenendo di aver avuto un ulteriore svantaggio. Questo evento non fece che gettare benzina sul fuoco della rivalità.
Il fattore “Agnelli” e il potere bianconero
Molti sostenitori viola vedono nella Juventus il simbolo di un potere sportivo ed economico in grado di influenzare gli episodi e le decisioni arbitrali. La presenza storica della famiglia Agnelli al timone bianconero è stata spesso vista come una garanzia di protezione e influenza ai danni delle squadre più “piccole”. Non sono mancati cori, striscioni e proteste per denunciare presunti favoritismi arbitrali. Allo stesso modo, i tifosi juventini accusano i viola di essere ossessionati e pronti a lamentarsi di qualunque decisione, trasformando ogni errore in presunta cospirazione.
Lo spirito in curva: sfottò e coreografie
Da un punto di vista del tifo, le sfide tra Fiorentina e Juventus sono spesso accompagnate da coreografie coloratissime e sfottò pungenti. I cori che si sentono allo stadio “Artemio Franchi” di Firenze, nei match contro la Juve, sono tra i più intensi del panorama calcistico italiano. D’altronde, la rivalità è alimentata anche da un senso d’identità fortissimo: Firenze si percepisce come simbolo di orgoglio e cultura, contrapposto a quello che i viola considerano l’establishment bianconero, ricco e potente.
L’attualità della rivalità
Nonostante siano passati decenni dai primi episodi, la rivalità tra Fiorentina e Juventus non ha perso un grammo di intensità. Anzi, ogni nuovo trasferimento eccellente, ogni presunto torto arbitrale o ogni scontro diretto discusso rinfocola la polemica. Basta pensare che, ancora oggi, la trasferta dei tifosi juventini a Firenze, o viceversa, è spesso considerata ad alto rischio per via di tensioni storiche che non accennano a dissolversi. Certo, negli ultimi anni alcuni giocatori viola hanno dichiarato apertamente di volersi trasferire in un club che partecipa stabilmente alla Champions League, come la Juve. Ma per i sostenitori gigliati, il passaggio ai bianconeri rimane un “tradimento” imperdonabile.
Quando “scegliere la Juve” è una colpa
Così, l’approdo di giovani talenti in bianconero sembra la prosecuzione di un copione già visto. In città, circola la battuta che “prima o poi, ogni gioiello viola finisce alla Juve”. Da Baggio a Bernardeschi, da Chiesa a Vlahovic, la storia appare ciclica. In risposta, la Fiorentina cerca di mantenere viva l’ambizione di competere, ma si scontra con limiti economici e con la potenza mediatica della Juventus. Di certo, i rapporti tra le due tifoserie restano freddi: da parte viola, la frustrazione è molta; da parte bianconera, c’è la sensazione che i gigliati parlino troppo di polemiche, trasformandole in un alibi.
E ora, tocca a te!
Dopo tutte queste vicende, è impossibile non rimanere affascinati dalla passione che avvolge i duelli tra Fiorentina e Juventus. Un mix di storia, amore per la maglia, presunti torti e grandi rimonte, con la tifoseria viola a vivere ogni sfida come una questione personale, e i bianconeri convinti di aver solo “rubato” i cuori di qualche campione in più. La prossima volta che assisterai a un incontro tra queste due formazioni, ricorda tutti i retroscena: dal gol annullato nel 1982, passando per Roberto Baggio e la Coppa UEFA, fino ai trasferimenti dei talenti più recenti.
E tu, da che parte stai? Pensi che la Fiorentina abbia ragione a sentirsi tradita, o credi che la Juventus sia un magnete naturale per i migliori giocatori? Dicci la tua opinione nei commenti! Ti aspettiamo per continuare la discussione su Wonder Channel.