Ragazzi, preparatevi perché sta per succedere qualcosa di grosso nel mondo dell’horror cinematografico! Blumhouse Productions ha appena acquisito i diritti di tutti i futuri film di Saw, e questo significa una cosa sola: James Wan, il mastermind dietro il franchise originale, sta per tornare al comando della saga più sadica del cinema moderno. E quando dico che sta per tornare, intendo dire che dopo vent’anni il creative control è finalmente nelle mani giuste – quelle che hanno inventato Billy the Puppet e hanno traumatizzato milioni di spettatori in tutto il mondo.
La mossa strategica di Blumhouse è geniale dal punto di vista del business cinematografico: hanno pagato una cifra non rivelata per rilevare la quota di Oren Koules e Mark Burg, i produttori che controllavano parte del franchise. È praticamente un hostile takeover friendly nel mondo dell’entertainment industry. Jason Blum, il founder di Blumhouse, ha dichiarato che Saw ha “definito una generazione di horror” e che il suo impatto culturale continua a crescere. E ha ragione da vendere: stiamo parlando di un fenomeno che ha generato oltre un miliardo di dollari al box office mondiale con un budget totale che probabilmente non arriva neanche ai 100 milioni.
La cosa più interessante? Lionsgate mantiene il 50% della proprietà e tutti i diritti di distribuzione domestica, quindi tecnicamente è più una partnership strategica che una vera acquisizione. È il classico win-win scenario dell’industria hollywoodiana: Blumhouse porta la creatività e l’expertise nel genere horror, Lionsgate mantiene il controllo distributivo di un asset che gli ha fatto guadagnare miliardi.
Il ritorno del padre fondatore
James Wan ha fatto una dichiarazione che è praticamente un manifesto artistico: “Saw occupa un posto speciale nel mio cuore. Tornare in questo mondo con una prospettiva fresca è sia emozionante che profondamente personale“. Ma la parte più importante è quando dice che segnerà un “significativo ritorno creativo” al franchise “per la prima volta dai primi giorni“.
Tradotto dal marketing-speak: Wan sta praticamente dicendo che i film dal 2005 in poi non sono stati all’altezza della sua visione originale. E ha ragione: dopo Saw II, la saga è diventata progressivamente più focusizzata sulle torture elaborate che sulla psicologia complessa che aveva reso Jigsaw un villain così affascinante.
Il creative team originale sta per riunirsi: oltre a Wan, anche Leigh Whannell (che ha scritto il primo film e che ora è un regista affermato con The Invisible Man e Upgrade) sarà “riportato nell’ovile“. È come se i Beatles si riunissero per fare un album di metal industriale.
L’analisi del mercato horror contemporaneo
La strategia di Blumhouse è perfetta per il mercato attuale. La casa di produzione ha dimostrato con Paranormal Activity, Insidious e Five Nights at Freddy’s di saper creare franchise horror profittevoli con budget contenuti. Il loro modello business è l’opposto dei blockbuster Marvel: investimenti bassi, creatività alta, profitti enormi.
E Saw XI, che era originariamente programmato per il 2024 ma è stato bloccato da “dispute tra produttori e Lionsgate” (come ha spiegato il co-sceneggiatore Patrick Melton), ora ha finalmente via libera. Le dispute creative sono finite, il control creativo è tornato a chi di diritto, e il budget sarà gestito da professionisti che sanno come massimizzare ogni dollaro speso.
Le aspettative per il futuro del franchise
Wan ha promesso di “abbracciare lo spirito originale” mentre spinge la legacy avanti in modi audaci e inaspettati. Nel linguaggio cinematografico, questo significa tornare alle radici psicologiche del franchise originale: meno torture porn, più thriller psicologico. Meno gore fine a se stesso, più storytelling intelligente.
Il timing è perfetto: il mercato horror contemporaneo sta evolvendo verso contenuti più sofisticati (Hereditary, Midsommar, The Witch), e un Saw rinnovato potrebbe catturare sia i nostalgici del franchise originale che i nuovi spettatori che cercano horror intelligente.
Secondo te James Wan riuscirà a riportare Saw ai fasti del primo film? Oppure pensi che vent’anni siano troppi per resuscitare un franchise che forse ha già dato tutto quello che poteva dare? E soprattutto: sei pronto per una nuova generazione di trappole elaborate ma psicologicamente motivate? Scrivimi nei commenti cosa ti aspetti da questo ritorno alle origini!