Il red carpet della Croisette si è illuminato martedì sera con il ritorno di una delle sue figlie predilette. Jodie Foster ha fatto il suo trionfale ingresso al Festival di Cannes per la presentazione di “Vie Privée” (Vita privata), il nuovo film diretto dalla talentuosa regista francese Rebecca Zlotowski che ha conquistato la platea con ben 8 minuti di applausi ininterrotti. Un’audience reaction decisamente entusiasta per questo intrigante thriller psicologico che vede la due volte premio Oscar nei panni di una psicoterapeuta che inizia a sospettare che il suicidio di una sua paziente sia in realtà un omicidio – un po’ come “Only Murders in the Building”, ma con una buona dose di esistenzialismo francese. La Foster, visibilmente emozionata, ha abbracciato calorosamente la Zlotowski durante l’ovazione, continuando a indicarla come per ricordare al pubblico che il momento di gloria spettava principalmente alla filmmaker. Questa performance segna il ritorno dell’attrice in un film girato in Francia dopo ben 21 anni, l’ultimo essendo stato “Una lunga domenica di passioni” nel 2004. Un evento che ha attirato al Palais des Festivals un parterre de rois di celebrità: da Gael García Bernal e Alejandro González Iñárritu a Scarlett Johansson, accompagnata dal marito Colin Jost e dalla 95enne June Squibb, protagonista del suo debutto alla regia. Presente anche Adrien Brody, fresco vincitore dell’Oscar per “The Brutalist” e, con sorpresa di molti, James Franco, la cui carriera era stata compromessa da accuse di molestie sessuali. Ma la vera star della serata è stata indubbiamente la Foster, che ha dimostrato ancora una volta la sua straordinaria versatilità linguistica recitando completamente in francese, lingua che parla fluentemente fin dall’infanzia grazie ai suoi studi presso il Lycée Français di Los Angeles.
Un thriller esistenziale che mescola i generi
“Vie Privée” si presenta come un affascinante ibrido cinematografico che sfida le convenzioni di genere, mescolando elementi di thriller psicologico, studio di personaggio e commedia relazionale. La trama ruota attorno a una psicoterapeuta (interpretata dalla Foster) che, contro ogni evidenza, si convince che il suicidio di una sua misteriosa paziente sia in realtà un omicidio, dando inizio a un’indagine non convenzionale che la porterà a confrontarsi con i propri demoni interiori.
La regista Rebecca Zlotowski, già nota per opere come “Grand Central” e “Planetarium”, ha anche scritto la sceneggiatura del film, costruendo un narrative framework complesso che permette alla Foster di esplorare le molteplici sfaccettature del suo personaggio. Nel cast troviamo anche il veterano del cinema francese Daniel Auteuil nel ruolo dell’ex marito della protagonista, e Virginie Edina nei panni della paziente misteriosa la cui morte innesca l’intera vicenda.
Ciò che rende particolarmente interessante questo progetto è la scelta della Foster di tornare a recitare in francese dopo tanto tempo. Come lei stessa ha dichiarato a Variety poco prima della première: “Desideravo tornare a fare un film francese, perché è passato molto tempo dall’ultimo. Per me, si tratta sempre di trovare il materiale giusto. Non volevo partecipare a qualche gonfiata co-produzione franco-americana. Come attrice, ho bisogno di una storia”.
Un rapporto speciale con Cannes
La presenza di Jodie Foster al Festival di Cannes non è certo una novità. L’attrice ha un legame speciale con la manifestazione che risale addirittura al 1976, quando “Taxi Driver” di Martin Scorsese, in cui interpretava la giovane prostituta Iris, vinse la Palma d’Oro. Nel corso della sua carriera, ha presentato sulla Croisette anche film da lei diretti come “Money Monster” nel 2016, un thriller con George Clooney e Julia Roberts, e “The Beaver” nel 2011, dramma con protagonista Mel Gibson.
Il suo contributo al cinema è stato riconosciuto dal festival stesso nel 2021, quando le è stata conferita la Palma d’Oro Onoraria, uno dei riconoscimenti più prestigiosi del mondo cinematografico. Un tributo alla straordinaria carriera di un’artista che ha saputo reinventarsi costantemente, passando con disinvoltura dalla recitazione alla regia e mantenendo sempre un altissimo standard qualitativo.
Una rinascita artistica dopo anni dietro le quinte
Dopo essersi parzialmente ritirata dalla recitazione per diversi anni, preferendo concentrarsi sulla regia e su progetti più selettivi, Jodie Foster sta vivendo una sorta di renaissance professionale. Lo scorso anno è stata nominata all’Oscar come miglior attrice non protagonista per “Nyad” e ha vinto un Emmy per il suo ruolo di investigatrice tormentata nella serie “True Detective: Night Country”.
“Sono selettiva”, ha dichiarato la Foster. “Non sono davvero interessata a recitare solo per il gusto di farlo. Deve parlarmi veramente”. Una filosofia professionale che l’ha portata a costruire una filmografia relativamente contenuta ma di straordinaria qualità, scegliendo con cura progetti capaci di stimolarla intellettualmente e artisticamente.
Con la distribuzione nordamericana affidata a Sony Pictures Classics, possiamo sperare di vedere presto anche nelle sale italiane “Vie Privée”, un film che promette di aggiungere un altro tassello significativo alla già illustre carriera della Foster.
E tu, sei un fan di Jodie Foster? Quali sono i tuoi film preferiti della sua carriera? Saresti curioso di vederla recitare completamente in francese in questo thriller psicologico? Condividi con noi la tua opinione nei commenti!