Il dodicesimo album di una regina. Giorgia approda al 2025 con “G12”, il suo dodicesimo lavoro in studio, e “L’UNICA” – rilasciata il 20 giugno come primo assaggio del progetto – segna un tentativo ambizioso di reinventarsi nel panorama pop contemporaneo. Prodotta da Cripo e Francesco “Katoo” Catitti, e scritta insieme ad Alessandro La Cava e Federica Abbate, la canzone rappresenta uno sforzo dichiarato di intercettare le sonorità e i temi del pop attuale.
Ma è proprio qui che sorgono le prime perplessità: quanto può essere convincente Giorgia nel raccontare la psichedelia urbana e le notti insonni da millennial quando la sua forza è sempre stata l’universalità emotiva che trascende le mode? Il brano oscilla tra momenti di autentica intensità vocale e passaggi che sembrano quasi forzati nel tentativo di apparire contemporanei.
Beatles e psichedelia: una citazione che non convince
“Resto sola in casa mia mentre sto ballando / In sottofondo ‘Lucy in the Sky with Diamonds’ / Per la psichedelia” – l’apertura con il riferimento ai Beatles è scenograficamente efficace ma solleva interrogativi. L’uso di “Lucy in the Sky with Diamonds” come colonna sonora per un momento di solitudine appare più come name-dropping che come scelta organica alla narrazione.
“Ho ancora l’occhio lucido, mi sto ascoltando tanto / Sto piangendo, sto piangendo senza alcun rimpianto” – qui Giorgia trova invece il suo terreno naturale: la descrizione pura del dolore senza filtri retorici. È in questi momenti che la sua voce ritrova quella autenticità che l’ha resa iconica.
Il pre-ritornello dell’insonnia moderna
“Sono tre giorni che non dormo sola a casa mia / E mi rimane solo un briciolo di fantasia” – questa sezione funziona meglio perché abbandona i riferimenti colti per concentrarsi su sensazioni immediate e riconoscibili. L’insonnia da heartbreak è universale, e Giorgia la racconta con la precisione emotiva che le appartiene.
“Sento ancora la tua voce come un’eco in lontananza” – l’immagine dell’eco è classica ma efficace, riportando il brano su un terreno più solido dal punto di vista poetico.
Il ritornello della contraddizione
“E vorrei stare da sola, ma sento che / Che si è spezzato qualcosa dentro di me” – il cuore del brano risiede in questa contraddizione psicologica perfettamente delineata. Giorgia eccelle nel raccontare l’ambivalenza emotiva, quel desiderio di solitudine che si scontra con il vuoto che la solitudine porta.
“Che ti ho amato come una pazza, l’unica” – la definizione di sé come “unica” nel modo di amare è potente ma rischiosa: può sembrare autoindulgente se non sostenuta da una convincente costruzione emotiva.
La Toyota che fa discutere
“Arriverà un’estate ancora, ma ancora, ma ancora / Guiderò piangendo sola dentro la Toyota” – questo è forse il momento più controverso del brano. L’immagine della Toyota come setting del dolore appare forzatamente quotidiana, quasi come se si volesse dimostrare a tutti i costi di essere “normali” e contemporanei.
Dove altre autrici potrebbero permettersi questa prosaicità, Giorgia ha sempre brillato per la capacità di elevare il quotidiano senza nominarlo esplicitamente. La specificità del marchio automobilistico stride con l’universalità che ci aspettiamo da lei.
Una seconda strofa troppo debole
“È una vita che ti aspetto e non mi aspetto altro / Lo so che un po’ ti manco, tu lo sai / E forse sto impazzendo / Per la psicologia” – la seconda strofa è il punto più debole del brano. Il gioco di parole “aspetto/aspetto” appare forzato, mentre il riferimento alla psicologia come disciplina sembra un tentativo di intellettualizzare un dolore che non ne ha bisogno.
Il bridge della maturità
“E ti allontani / Il buio scende tra le luci artificiali / Lo so che prima o poi passerà / Ho imparato come si fa” – paradossalmente, il bridge rappresenta il momento più maturo del brano. Qui Giorgia abbandona i tentativi di modernità a tutti i costi e torna alla sua natura: raccontare la crescita attraverso il dolore.
“Ho imparato come si fa” è una frase perfetta nella sua semplicità: racchiude anni di esperienza emotiva senza bisogno di spiegazioni.
Un’analisi critica necessaria
Dal punto di vista critico, “L’UNICA” rivela le difficoltà di un’artista matura nel trovare il giusto equilibrio tra evoluzione e identità artistica. Giorgia possiede una delle voci più pure e tecnicamente perfette del panorama italiano, e la sua capacità di trasmettere emozioni rimane intatta.
Tuttavia, il brano soffre di una crisi di identità stilistica: i riferimenti ai Beatles, la Toyota, la psichedelia sembrano concessioni al contemporaneo piuttosto che scelte artistiche organiche. È come se Giorgia si sentisse in dovere di dimostrare di saper stare nel 2025, quando la sua forza è sempre stata quella di trascendere le mode.
La produzione tra presente e passato
Dal punto di vista della collaborazione artistica, Cripo e Francesco “Katoo” Catitti – produttori attivi nella scena pop contemporanea – rappresentano una scelta dichiarata verso la modernità. Tuttavia, rimane la sensazione che si sia privilegiato l’“apparire contemporaneo” rispetto al valorizzare le caratteristiche uniche dell’artista.
Una Giorgia in cerca di nuova identità
“L’UNICA” funziona a metà: dove Giorgia è se stessa attraverso il testo, il brano convince; dove cerca di essere “moderna” nei riferimenti, inciampa. È comprensibile il desiderio di evolversi dopo dodici album, ma forse la strada della contemporaneità forzata non è quella giusta per un’artista che ha sempre brillato per autenticità emotiva.
Il brano rimane comunque interessante dal punto di vista testuale grazie ai momenti in cui trova la sua dimensione naturale, ma lascia la sensazione che Giorgia possa esprimere molto di più quando smette di inseguire riferimenti che non le appartengono.
E tu, cosa ne pensi di questa nuova direzione testuale di Giorgia? Credi che un’artista del suo calibro debba necessariamente adattarsi ai riferimenti contemporanei o dovrebbe rimanere fedele alla propria identità artistica? Condividi nei commenti se anche tu pensi che “la Toyota” sia un dettaglio di troppo o se invece rappresenta una genuina evoluzione verso la quotidianità moderna – siamo curiosi di sapere se preferisci una Giorgia che cita il presente o una che rimane senza tempo!
Il testo di L’unica
[Strofa 1]
Resto sola in casa mia mentre sto ballando
In sottofondo “Lucy in the Sky with Diamonds”
Per la psichedelia
Ho ancora l’occhio lucido, mi sto ascoltando tanto
Sto piangendo, sto piangendo senza alcun rimpianto
Senza buttarmi via (Oh-oh)
[Pre-Ritornello]
Sono tre giorni che non dormo sola a casa mia
E mi rimane solo un briciolo di fantasia
Sento ancora la tua voce come un’eco in lontananza
[Ritornello]
E vorrei stare da sola, ma sento che
Che si è spezzato qualcosa dentro di me
Che mi uccide e poi mi abbraccia, stupida
Che ti ho amato come una pazza, l’unica
Arriverà un’estate ancora, ma ancora, ma ancora
Guiderò piangendo sola dentro la Toyota
Sì, ma con lo stereo a palla, ah, ah, ah-ah
Io ti ho amato come una pazza, l’unica, ah-ah-ah, ah
[Strofa 2]
È una vita che ti aspetto e non mi aspetto altro
Lo so che un po’ ti manco, tu lo sai
E forse sto impazzendo
Per la psicologia (Oh-oh)
[Pre-Ritornello]
Sono tre giorni che non dormo sola a casa mia
E mi rimane solo un briciolo di fantasia
Sento ancora la tua voce come un’eco in lontananza
[Ritornello]
E vorrei stare da sola, ma sento che
Che si è spezzato qualcosa dentro di me
Che mi uccide e poi mi abbraccia, stupida
Che ti ho amato come una pazza, l’unica
Arriverà un’estate ancora, ma ancora, ma ancora
Guiderò piangendo sola dentro la Toyota
Sì, ma con lo stereo a palla, ah, ah, ah-ah
Io ti ho amato come una pazza, l’unica, ah-ah-ah, ah
[Bridge]
E ti allontani
Il buio scende tra le luci artificiali
Lo so che prima o poi passerà
Ho imparato come si fa
[Ritornello]
E-e-e-e-e arriverà un’estate ancora, ma ancora, ma ancora
Guiderò piangendo sola dentro la Toyota
Sì, ma con lo stereo a palla, ah, ah, ah-ah
Io ti ho amato come una pazza, l’unica, ah-ah-ah, ah
[Outro]
Ah-ah-ah
L’unica, ah-ah-ah, ah