Ti ricordi la prima volta che hai sentito un brivido di terrore autentico scorrerti lungo la spina dorsale? Quel momento perfetto in cui il maestro della paura ha piantato il suo seme oscuro nella tua psiche ancora vergine di orrore? Per molti di noi appassionati di horror, questo battesimo di sangue è avvenuto in tenera età, magari sbirciando dalla fessura di una porta un film proibito o sfogliando di nascosto un libro con una copertina inquietante. Ed è proprio questo percorso iniziatico che ha trasformato intere generazioni di bambini in devoti cultori del macabro. Ma non tutti sono pronti a tuffarsi direttamente nel gore esplicito o nel body horror più estremo. Per i più piccoli con quella sana curiosità verso l’ignoto, negli anni ’90 esisteva un ponte perfetto tra l’innocenza infantile e i territori più oscuri del genere: la serie di libri “Goosebumps” (pubblicata in Italia come “Piccoli Brividi”) dell’autore R.L. Stine. Con le sue iconiche copertine realizzate dall’artista Tim Jacobus, questa collana ha rappresentato per un’intera generazione la prima dose di terrore controllato, con storie di maschere maledette, sangue mostruoso e pupazzi da ventriloquo posseduti. Il franchise ha attraversato diverse incarnazioni: dalla serie TV trasmessa su Fox Kids negli anni ’90, ai più recenti adattamenti cinematografici del 2015 e 2018, fino alla nuova serie in streaming su Disney+ e Hulu. Ma ciò che pochi sanno è che avremmo potuto assistere a una versione completamente diversa di questo universo, una versione partorita dalla mente del padre degli zombie moderni, il leggendario George A. Romero!
Il progetto perduto del maestro
Nel 1995, mentre la febbre di Goosebumps contagiava le librerie di tutto il mondo, il regista di “Night of the Living Dead” venne contattato da Kevin Bannerman, vicepresidente della divisione film per famiglie della 20th Century Fox, con una proposta allettante: adattare per il grande schermo uno dei romanzi della serie. Tra tutti i titoli ricevuti, Romero sembrò particolarmente interessato al primo libro della serie di Stine, “Welcome to Dead House” (in Italia “La casa della morte”). Sebbene il progetto non si sia mai concretizzato, il maestro dell’horror arrivò effettivamente a scrivere un incredibile trattamento di 124 pagine che solo recentemente è stato portato alla luce grazie a un’approfondita ricerca condotta da Bloody Disgusting. A prima vista potrebbe sembrare strano immaginare il padrino del film zombie dedicarsi a un’opera più adatta alle famiglie, ma guardando più da vicino la trama del libro, il materiale sembra perfettamente adatto alle sue sensibilità autoriali.
La trama macabra che avremmo potuto vedere
Il trattamento di Romero seguiva le vicende della famiglia Benson mentre un misterioso personaggio cerca di convincerli ad acquistare una casa vittoriana nella cittadina di Dark Falls. I bambini Benson, Josh e Amanda, iniziano rapidamente a notare strani fenomeni all’interno della casa, come mattoni del camino che si muovono da soli e finestre che sembrano ammiccare. Ma non è solo l’abitazione a emanare un’aura di inquietudine: Dark Falls stessa è un luogo bizzarro, con vicini che non escono mai di casa, cittadini che mostrano un’avversione per l’acqua e un sistema di tunnel sotterranei che collega tutte le abitazioni, compresa la nuova casa dei Benson.
Attraverso una serie di circostanze peculiari, viene rivelato che la famiglia Benson è l’unica composta da persone viventi in tutta Dark Falls. Tutti gli altri cittadini, compresi i bambini, sono figure di non-morti che, in passato, hanno vissuto nella casa dei Benson. Lo spirito del fondatore della città, Foster DeVries, vive all’interno dell’abitazione, prosciugando lentamente la forza vitale degli abitanti una volta all’anno. Il climax vede la famiglia cercare disperatamente di fuggire prima di diventare parte dello stesso ciclo vizioso che ha mietuto così tante vittime prima di loro.
L’adattamento televisivo che abbiamo avuto
Per i puristi dei libri che desiderano un adattamento più fedele di “Welcome to Dead House”, la serie televisiva degli anni ’90 ha prodotto un episodio in due parti. In questa versione, anziché essere venduta ai Benson, la casa viene ereditata dal patriarca della famiglia da un prozio defunto che non aveva mai conosciuto. Analogamente alla versione di Romero, i cittadini di Dark Falls, pur essendo gentili, emanano un’inquietante sensazione di straniamento che rende l’ambiente extra perturbante.
Nel corso della storia, i bambini Benson scoprono un terribile segreto quando si imbattono in un cimitero in cui tutte le lapidi riportano i nomi degli abitanti della città. A differenza del trattamento di Romero, che rivela l’esistenza di una figura centrale responsabile della morte di tutti nella “Casa della Morte”, la minaccia nella storia originale è più un effort collettivo degli abitanti di Dark Falls. Nello specifico, un incidente in una fabbrica ha liberato un gas mortale che ha trasformato tutti gli abitanti in creature non-morte ambulanti, ma non esplicitamente zombie. Ogni anno, una persona deve essere uccisa per sostenere la loro esistenza di non-morti… e quest’anno, tocca ai Benson.
Il legacy di un progetto mai realizzato
È un vero peccato che Romero non abbia mai potuto espandere il suo trattamento, perché dalla lettura emerge un thriller avvincente che probabilmente avrebbe affascinato e spaventato il pubblico più giovane in egual misura. Probabilmente sarebbe stato uno di quei casi in cui i numerosi cambiamenti apportati al materiale originale sarebbero stati ben accolti anche dai fan di “Goosebumps”.
Oggi possiamo solo immaginare come sarebbe stato vedere il tocco inconfondibile di Romero applicato a un universo horror per ragazzi. Forse avrebbe aperto la strada a una generazione di giovani cinefili ancora più appassionati del genere, o forse avrebbe spinto le produzioni per bambini verso territori più audaci e inquietanti.
E tu, che ne pensi? Avresti voluto vedere la versione di “Goosebumps” diretta dal maestro degli zombie? Quale altro regista horror pensi che potrebbe fare un ottimo lavoro nell’adattare storie spaventose per un pubblico più giovane? Condividi nei commenti il tuo primo incontro con l’horror e raccontaci quale libro di “Piccoli Brividi” ti ha segnato maggiormente!