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La classifica definitiva dell’Universo The Conjuring: tutti i 10 film dal peggiore al migliore

Wonder Channel Redazione di Wonder Channel Redazione
20 Settembre 2025
in Film, Film & Serie TV
Tempo di lettura 14 minuti
La classifica definitiva dell'Universo The Conjuring tutti i 10 film dal peggiore al migliore

Quando “L’Evocazione – The Conjuring” arrivò nelle sale nel 2013, il genere horror stava affogando in un mare di spaventi derivativi e trame pigre. Fortunatamente, questo colosso cinematografico riuscì a iniettare nuova linfa vitale nel cinema del terrore, creando uno degli universi horror più prolifici e controversi degli ultimi anni.

Grazie a spaventi calibrati, atmosfere opprimente e la formula magica “basato su una storia vera”, il film di James Wan ottenne un successo critico e commerciale straordinario, dando vita a un franchise che oggi conta ben 10 pellicole distribuite tra sequel diretti e spin-off. Da “Annabelle” a “The Nun II”, passando per “La Llorona – Le lacrime del male”, questo universo cinematografico ha esplorato ogni angolo del soprannaturale.

Tuttavia, mentre l’Universo Evocazione vanta alcuni picchi di eccellenza assoluta, presenta anche un numero equivalente di opere incredibilmente prive di vita e mal realizzate. La qualità oscilla drasticamente da film a film, creando un’esperienza complessiva tanto affascinante quanto frustrante per gli appassionati del genere.

Dalla peggiore delusione commerciale al capolavoro che ha ridefinito l’horror moderno, questa classifica definitiva ti guiderà attraverso ogni sfumatura di terrore, suspense e, purtroppo, anche noia che caratterizza questa saga cinematografica. Preparati a riscoprire perché alcuni di questi film meritano un posto nella storia del cinema horror, mentre altri andrebbero dimenticati negli archivi più polverosi degli studios.

I film che hanno tradito le aspettative

10. Annabelle (2014): il disastro che nessuno si aspettava

La prima espansione dell’universo si rivelò un clamoroso autogol. Dopo il trionfo del 2013, Warner Bros decise di puntare su uno spin-off incentrato sulla bambola maledetta, ma il risultato fu tutt’altro che memorabile.

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Ambientato un anno prima degli eventi de “L’Evocazione”, il film segue la coppia formata da Mia (Annabelle Wallis) e John (Ward Horton) mentre affrontano un’entità demoniaca legata a una vecchia bambola dopo che la loro casa viene invasa da una setta satanica. Il problema principale risiede nella sceneggiatura, che senza la presenza carismatica dei coniugi Warren si trasforma in un insieme di cliché horror scontati.

La scelta di John R. Leonetti come regista, pur comprensibile data la sua esperienza come direttore della fotografia de “L’Evocazione”, si rivelò disastrosa. I suoi precedenti lavori dietro la macchina da presa, dal mediocre sequel di “The Butterfly Effect” al goffo “Mortal Kombat: Annihilation”, avrebbero dovuto far suonare qualche campanello d’allarme.

La regia piatta e priva di personalità trasforma quello che doveva essere un horror cinematografico in qualcosa che sembrerebbe più a suo agio in prima serata televisiva. Gli spaventi risultano involontariamente comici e le performance attoriali, eccetto una solida Alfre Woodard, navigano nella mediocrità assoluta.

9. La Llorona – Le lacrime del male (2019): il collegamento più debole

Tecnicamente, questo film non appartiene ufficialmente all’Universo Evocazione secondo il regista Michael Chaves, nonostante presenti Tony Amendola nel ruolo di Padre Perez, personaggio già apparso in “Annabelle”, e faccia vaghi riferimenti ai Warren.

La pellicola segue Anna Tate-Garcia (Linda Cardellini), una detective i cui figli diventano il bersaglio di La Llorona, spirito demoniaco della tradizione folcloristica latinoamericana. Linda Cardellini offre una performance intensa e coinvolgente, supportata da Raymond Cruz nei panni dell’ex prete Rafael.

Il film merita riconoscimento per aver tentato un approccio originale rispetto alla formula consolidata della saga. Purtroppo, La Llorona si rivela il film meno spaventoso dell’intero franchise. Il design del demone risulta poco ispirato, il trucco e gli effetti sono blandi, e non esiste una singola sequenza in cui questa entità risulti remotamente terrificante.

La sceneggiatura soffre di una grave mancanza di mistero: tutte le risposte vengono fornite troppo presto, lasciando la narrazione senza nulla da offrire per gran parte della durata. Gli spaventi in “Annabelle” rasentano l’ironico, ma qui sono completamente piatti, non provocando alcuna emozione.

8. The Nun – La vocazione del male (2018): l’occasione sprecata

Dopo le recensioni negative di “Annabelle”, ci si aspettava che il prossimo spin-off imparasse dagli errori precedenti. Il demone Valak aveva rubato la scena in “The Conjuring 2 – Il caso Enfield”, rendendolo la scelta perfetta per un film dedicato. Sfortunatamente, anche questo tentativo si rivelò un completo fallimento.

La trama segue Suor Irene (Taissa Farmiga) e Padre Burke (Demián Bichir), inviati dal Vaticano per investigare su un monastero rumeno dove qualcosa sta uccidendo le suore una dopo l’altra. Il film si impegna molto più di “Annabelle”, presentando un’estetica gotica e a lume di candela che si adatta perfettamente all’ambientazione.

Il problema principale risiede nel ritmo narrativo che trasforma ogni potenziale momento di tensione in una sequenza interminabile. La pellicola si riduce a una serie infinita di spaventi inflazionati che non coinvolgono il demone principale, alternati a personaggi piatti che navigano attraverso dialoghi privi di ispirazione.

Paradossalmente, per un film intitolato “The Nun”, l’imponente demone appare a malapena fino agli ultimi 10 minuti, deludendo completamente le aspettative create da poster e trailer. Il contesto aggiunto alla mitologia di Valak riesce solo a spogliare il demone del mistero che lo rendeva così terrificante.

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7. The Nun II (2023): il miglioramento insufficiente

Nonostante il fallimento critico del predecessore, un secondo tentativo poteva funzionare. Il demone Valak rimane un villain convincente, l’estetica gotica aiuta la pellicola a distinguersi nel franchise, e Michael Chaves (regista del terzo “Conjuring”) aveva preso le redini del progetto.

“The Nun II” rappresenta un miglioramento marginale rispetto al predecessore, ma semplicemente non basta. Presenta alcuni spaventi più tesi, Valak ha più spazio d’azione (specialmente nel finale pirotecnico), e tenta di aggiungere profondità ai personaggi, ma l’approccio risulta troppo prudente.

La decisione di realizzare un sequel diretto risulta discutibile, considerando che Suor Irene e Maurice rimangono personaggi altamente poco interessanti. Il tentativo di iniettare energia nel film attraverso il casting di Storm Reid nel ruolo di un’altra suora fallisce sorprendentemente, dato che questi personaggi mancano di personalità e profondità distintive.

Il colpo di grazia arriva dal fatto che il film stravolge completamente il finale del primo capitolo, mettendo in discussione la continuità dell’intero franchise e facendo sembrare il collegamento con “L’Evocazione” originale completamente fratturato. È una mossa incurante che fa sembrare il film un obbligo per Chaves, piuttosto che qualcosa per cui fosse genuinamente appassionato.

6. The Conjuring – Il rito finale (2025): l’addio agrodolce

Dopo 9 film dell’Universo Evocazione, tutto finisce qui, almeno secondo la campagna marketing. In realtà, questo rappresenta solo la conclusione della prima fase del franchise, fungendo da commiato per Ed e Lorraine Warren.

Il film riunisce i coniugi quando la loro figlia Judy (Mia Tomlinson) viene sempre più attratta da una casa infestata da uno specchio misterioso. Sebbene Ed e Lorraine siano in pensione, tornano per un ultimo caso basato sulla famosa infestazione della famiglia Smurl del 1986.

La pellicola eccelle proprio nell’essere un addio ai due protagonisti. Vediamo questi brillanti personaggi per l’ultima volta, sia nel comfort della loro casa che nella dimora infestata, nel loro elemento naturale. L’obiettivo della storia è ricordare loro perché fanno quello che fanno, rendendo il confronto finale sorprendentemente coinvolgente dal punto di vista emotivo.

Il film pone maggiore attenzione su Judy e il suo nuovo fidanzato Tony (Ben Hardy), entrambi scritti e interpretati eccellentemente. Mia Tomlinson rappresenta brillantemente la disperazione, la paura e la curiosità di Judy, mentre Ben Hardy è una presenza calorosa, affidabile e confortante che rappresenta il cuore pulsante della storia.

Tuttavia, come film horror, la pellicola diventa meno interessante. Gli spaventi sono un’arma a doppio taglio: alcuni risultano meticolosi e silenziosamente terrificanti, come la brillantemente ritmata scena del videoregistratore, mentre molti altri sono prevedibili e inefficaci, come i multipli jump scare economici con demoni sogghignanti.

5. Annabelle 3 (2019): l’esplorazione del museo degli orrori

“Annabelle 3” finalmente esplora la misteriosa e famigerata stanza degli artefatti dei Warren, ma evita frustrantemente l’idea altrettanto allettante di vederli affrontare Annabelle direttamente.

Ambientato dopo il primo “Annabelle”, il film si concentra sulla figlia dei Warren e due babysitter che accidentalmente scoprono la stanza degli oggetti maledetti nel seminterrato dopo aver rimosso Annabelle dalla sua teca. Dopo un primo atto deliberatamente cadenzato dove i personaggi ben interpretati vengono stabiliti, il tesoro di artefatti horror viene aperto e ogni sorta di creazione sinistra si riversa fuori.

Da un’armatura samurai posseduta a una scatola maledetta piena di mani protese, il film presenta un tono che è un incrocio tra horror adolescenziale, classico spavento Conjuring e Scooby Doo, creando un’atmosfera unica e divertente per questo franchise.

L’uso di Annabelle si adatta perfettamente a questo tono. Con tutto il contesto e il folklore esplorati nei due film precedenti, “Annabelle 3” permette alla bambola di essere semplicemente un villain raccapricciante, permettendo alla moltitudine di altri elementi di prosperare.

L’unico difetto evidente è l’opportunità sprecata: Ed e Lorraine Warren appaiono pesantemente nel primo atto, poi scompaiono completamente dalla trama. L’idea dei Warren che affrontano Annabelle era ardentemente attesa, quindi vederla avvicinarsi così tanto e poi scivolare via è stata molto deludente.

I capolavori che hanno definito il genere

4. The Conjuring – Per ordine del diavolo (2021): l’ambizione che premia

Il terzo film di “Conjuring” affrontava una pressione massiccia. Erano passati 5 anni dal film precedente, e James Wan non era più al comando, lasciando a Michael Chaves il compito importante. Il risultato è un film che, pur non essendo privo di problemi, risulta straordinariamente ambizioso e si distingue completamente dagli altri tre.

La pellicola riprende Ed e Lorraine mentre eseguono un esorcismo su un giovane ragazzo. La giornata sembra salvata quando Arne Cheyenne Johnson (Ruairí O’Connor) chiede al demone di prendere lui al posto del bambino, ma quando i Warren deducono che non c’è mai stata una possessione, si imbarcano in un viaggio oscuro e terrificante per scoprire la verità.

Il film prende diverse direzioni lontane dalle norme del franchise. Il ritmo e la struttura sono completamente diversi: invece di iniziare lentamente costruendo verso l’ingresso dei Warren nella casa della famiglia, qui iniziano con la famiglia, poi cercano freneticamente di dimostrare l’innocenza di Arne dopo che il demone lo fa uccidere un uomo innocente.

Gli spaventi arrivano fitti e veloci, con il finale mozzafiato e un’eccellente scena all’obitorio che rappresentano i momenti salienti. La minaccia principale del film è anche inquietante, ed è rinfrescantemente diversa: il villain principale è molto più umano di quanto ci si aspetterebbe, dando a Ed e Lorraine un altro brillante attore con cui confrontarsi, piuttosto che affrontare un mostro basato su effetti.

L’unico problema con il ritmo più veloce è che questo film è probabilmente la voce più debole della serie principale quando si tratta del lavoro sui personaggi. Mentre Ed e Lorraine sono convincenti come sempre, non c’è molto di un viaggio per loro da intraprendere questa volta.

3. Annabelle 2: Creation (2017): la redenzione perfetta

Dopo il primo “Annabelle”, l’unica direzione possibile era in avanti. Anche un sequel mediocre sarebbe stato un miglioramento. Saggiamente, Warner Bros puntò a rendere il sequel un miglioramento drastico, assumendo David F. Sandberg, regista horror con un primo film teso e spaventoso, “Lights Out”. Il risultato è una solida storia horror che lascia l’originale come un ricordo lontano.

“Annabelle 2: Creation” è un prequel di “Annabelle”, e segue due sorelle orfane, Janice (Talitha Bateman) e Linda (Lulu Wilson), mentre arrivano nella loro nuova casa (offerta dalla famiglia Mullins), insieme a 4 altre ragazze e la loro assistente, Suor Charlotte. Presto scoprono che il signor Mullins non è l’unica cosa che dimora in questa casa.

“Annabelle 2: Creation” migliora l’originale in ogni modo possibile. È girato con più precisione e chiarezza, e gli spaventi sono molto più ponderati. Il sound design gioca un ruolo particolarmente cruciale in tutto il film, incluso un momento memorabile con una pistola giocattolo che spara una palla su una corda; il suono della corda che si tende è sufficiente per mettere i denti di chiunque fuori posto.

Fa anche una scelta audace nel rendere 6 dei 9 membri principali del cast giovani ragazze, e lo fa funzionare. Le performance dei giovani attori sono tutte impressionanti, specialmente quella di Talitha Bateman, che riesce a far sentire Janice vulnerabile, speranzosa e terrificante, tutto nello spazio di 90 minuti.

2. L’Evocazione – The Conjuring (2013): la rivoluzione dell’horror

“L’Evocazione” ha rimodellato l’horror focalizzato sugli spaventi con spaventi intensi, performance impegnate, e fenomenale sound design e stuntwork. Il film ha sapientemente dedicato una grande parte del primo atto a mostrare come agiscono i Warren e come si sentono riguardo al pericolo del loro lavoro.

Parte del potere de “L’Evocazione” deriva da due idee centrali. Prima, è basato sulla verità, il che ha reso gli spaventi molto più reali e terrificanti. Secondo, prende un tropo horror stanco e lo capovolge completamente. In molti film horror, il protagonista spesso incontra un esperto che fornisce informazioni cruciali necessarie per sconfiggere il male. “L’Evocazione” prende questo tropo e lo sovverte delicatamente rendendo gli esperti i personaggi principali, con un interesse attivo nella storia.

I protagonisti esperti avrebbero potuto rendere il film meno spaventoso, ma fa un altro passo intelligente mostrando la famiglia Perron, che si è trasferita in una casa infestata, gestire la loro situazione nel primo atto senza alcun aiuto dai Warren. Questo risulta in molti dei più grandi spaventi del film, inclusa la scena degli applausi, portata in vita con tempismo elegante e sound design.

È fin troppo facile elogiare “L’Evocazione”, dalla bella ma profondamente inquietante location centrale al lavoro di camera. Tutto questo per dire che ci sono molte ragioni per cui questo film a basso budget ha lanciato uno degli universi horror più duraturi.

1. The Conjuring 2 – Il caso Enfield (2016): il sequel che supera l’originale

Realizzare un sequel a “L’Evocazione” era un puzzle. Come segui un film che è stato tanto culturalmente impattante quanto un successo finanziario? La risposta: costruisci su tutto ciò che ha funzionato, aggiungi nuove idee che espandono il nuovo caso dei Warren, e rendilo assolutamente terrificante.

Questa volta, i Warren viaggiano a Londra per aiutare la famiglia Hodgson, la cui nuova casa contiene uno spirito che non li vuole lì. Quando arrivano, viene rivelato il vero male di questo caso, risultando in un incontro dove le loro vite sono in grave pericolo.

La location è una ragione per cui questa storia funziona così bene. Andare da una casa di campagna remota a un piccolo appartamento nel mezzo di Londra porta più cambiamenti di quanto si possa pensare. Insieme alla claustrofobia di una location più piccola, la città frenetica porta molti più occhi all’infestazione, complicando il caso per i Warren.

James Wan dirige anche gli spaventi con molta più fiducia questa volta. Qui ci sono ampi set piece che possono durare minuti alla volta e sono pieni di tensione crescente e creatività. L’Uomo Storto e il vecchio nella casa sono memorabilmente progettati e portano un tocco giocoso che il primo film ha evitato.

Tuttavia, mentre questi villain sono memorabili, Valak è il vero highlight. Dal design sorprendente alla performance imponente di Bonnie Aarons, Valak è una terrificante forza del male che aumenta davvero la posta in gioco. Il villain del primo film è più focalizzato sulla famiglia Perron, mentre questa volta Valak vuole causare serio danno ai Warren.

Inoltre, i Warren sono al loro meglio assoluto qui. Lorraine espone di più le sue paure e lentamente diventa più forte e una forza che qualsiasi demone dovrebbe temere. Ed è anche al suo meglio, specialmente in una scena dove canta Elvis alla famiglia Hodgson, mostrando il suo cuore caldo e la necessità di aiutare gli altri.

Mentre non si può sostenere che “The Conjuring 2” abbia avuto più impatto del primo, è un sequel che migliora tutto ciò che è venuto prima, con nuove aggiunte che lo rendono un eccellente sequel che supera il primo.

Il verdetto finale

L’Universo Evocazione rappresenta un fenomeno unico nel panorama horror contemporaneo: un franchise capace di oscillare tra capolavori assoluti e fallimenti clamorosi, spesso nell’arco della stessa annata cinematografica. La capacità di James Wan di creare un’identità visiva e narrativa così distintiva ha permesso a questo universo di prosperare anche quando singoli capitoli hanno deluso le aspettative.

La lezione più importante che emerge da questa classifica è che il successo commerciale non garantisce necessariamente la qualità artistica, ma quando tutti gli elementi si allineano correttamente – come in “The Conjuring 2” o “L’Evocazione” – il risultato può essere magico.

Quale film dell’Universo Evocazione ti ha spaventato di più? Credi che “The Conjuring 2” meriti davvero il primo posto o preferisci l’originale? Condividi la tua classifica personale nei commenti!

Tags: horrorThe Conjuring
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