Allora, facciamo un po’ di chiarezza. Brendan Fraser e Rachel Weisz tornano per La Mummia 4. Bella notizia, vero? Anzi, bellissima. Finalmente dopo anni di tentativi falliti (ciao Tom Cruise, grazie per aver affossato il Dark Universe), Universal ha deciso di fare la cosa giusta e riportare indietro i veri protagonisti. Però c’è un problema. Anzi, più di uno. Ma partiamo dall’inizio.
Il ritorno che meritavamo (forse)
I primi due film de La Mummia erano oro puro. Cinema d’avventura fatto come si deve, con Rick O’Connell che era quel perfetto mix tra Indiana Jones e un tipo che si caccia nei guai per caso, ed Evy che non era la solita damigella in pericolo ma un’egittologa che sapeva il fatto suo. E poi c’era quella chimica tra Fraser e Weisz che funzionava alla perfezione. Non serviva altro. Era intrattenimento puro, senza troppe pretese ma fatto benissimo.
Adesso arriva questo quarto capitolo. Alla regia c’è Radio Silence, il duo che ha fatto gli ultimi Scream. Sceneggiatura di David Coggeshall. Sulla carta potrebbe funzionare. Anzi, dovrebbe funzionare. Il film ignorerà completamente il disastro del 2008 (quello dove avevano sostituito Rachel Weisz con Maria Bello, scelta che ancora oggi non capisco), e sarà un seguito diretto dei primi due. Perfetto, no?
Il problema della narrazione moderna
Ecco, il problema è come ormai viene raccontato qualsiasi progetto cinematografico. Sembra che non si possa più annunciare semplicemente “tornano Fraser e Weisz per un nuovo film d’avventura”. No, bisogna per forza inquadrare tutto attraverso lenti ideologiche. Ho visto questo film promosso come pensato per “i bisessuali più nostalgici“. E io mi chiedo: ma davvero siamo arrivati a questo punto?
Non possiamo più avere semplicemente un bel film con due attori affascinanti? Dobbiamo per forza categorizzare tutto, mettere etichette, trasformare ogni notizia in una questione di orientamento sessuale? Brendan Fraser e Rachel Weisz erano belli nei primi due film. Ok, e quindi? Questo rende il film un prodotto per bisessuali? O magari è solo un film con due attori bravi che tornano a interpretare personaggi che ci sono piaciuti?
Quando Hollywood dimentica il cinema
Il punto è questo: sembra che Hollywood (e chi racconta Hollywood) abbia dimenticato cosa significhi parlare di cinema. Non si parla più di regia, di sceneggiatura, di quello che ha reso grandi i film originali. No, si parla di identità, di rappresentazione, di categorie in cui infilare il pubblico come sardine in scatola.
E il bello è che poi quando questi film fanno flop (perché spesso lo fanno), nessuno capisce perché. O meglio, fanno finta di non capire. Il pubblico vuole storie belle. Vuole essere intrattenato. Vuole vedere Rick ed Evy che vivono avventure incredibili in Egitto, non vuole sentirsi parte di un esperimento sociale o di una statistica demografica.
La sindrome del terzo film
Il film ignorerà gli eventi del terzo capitolo, e meno male aggiungo io. “La Mummia – La tomba dell’imperatore dragone” del 2008 è stato un disastro su tutti i fronti. Non solo avevano cambiato attrice (Maria Bello al posto di Rachel Weisz, scelta incomprensibile), ma il film era anche brutto di suo. Eppure qualcuno all’epoca pensò che fosse una buona idea.
Ora, la mia paura è che con questo quarto capitolo si ripeta lo stesso errore, ma in un’altra direzione. Che invece di concentrarsi su quello che ha funzionato nei primi due film – l’avventura spensierata, le battute, l’azione ben coreografata – si sentano in dovere di inserire messaggi, sottotesti, riferimenti che non servono a nessuno.
Quello che vorremmo davvero vedere
Personalmente, quello che spero da La Mummia 4 è molto semplice. Voglio rivedere Rick che fa il Rick. Voglio Evy che risolve enigmi antichi perché è più intelligente di tutti gli altri. Voglio scene d’azione che mi facciano saltare sulla sedia. Voglio quella colonna sonora epica. Voglio il cinema che funziona perché è ben fatto, non perché segue agende o vuole compiacere categorie specifiche di pubblico.
E soprattutto, voglio che si torni a parlare di cinema vero. Che si smetta di trasformare ogni notizia in un manifesto ideologico. Che si capisca che quando riduci un progetto cinematografico a una questione di orientamento sessuale non stai facendo progressismo, stai semplicemente rovinando il cinema.
Vedrò La Mummia 4? Probabilmente sì, perché Fraser e Weisz meritano una chance. Ma lo farò con un po’ di scetticismo, sperando che Hollywood non abbia rovinato anche questo.
E tu, sei ottimista o pensi che anche questo film finirà per essere l’ennesimo prodotto ideologico spacciato per intrattenimento? Raccontamelo nei commenti!




