Ho appena concluso la visione di La ragazza di neve S2 su Netflix e devo dirti che questa seconda stagione offre un mix di elementi coinvolgenti e qualche punto deboli che non passano inosservati. La trama riprende il filo conduttore della prima stagione, ma si orienta verso nuove indagini che intrecciano il passato con il presente in maniera sorprendente, seppur a tratti troppo semplificata.
Inizio tormentato: la chiamata al gioco
L’apertura della stagione colpisce immediatamente per la sua atmosfera cupa e surreale. L’immagine di una spiaggia avvolta dalla nebbia, di notte, con una donna che corre lungo l’acqua, urla disperata e poi crolla, stabilisce fin da subito il tono del racconto. Quella donna è Miren Rojo (Milena Smit), una reporter che in passato ha risolto il caso di Amaya Martín, scomparsa per nove anni. Poco dopo, durante una lettura del suo libro, intitolato proprio La ragazza di neve, Miren riceve un misterioso pacchetto. Il proprietario della libreria le consegna una busta con la scritta “DO YOU WANT TO PLAY?” e, al suo interno, una fotografia inquietante raffigurante una donna in stato di cattività, con il nome “LAURA VALDIVIA 2012” inciso sul bordo. Questo messaggio riporta immediatamente alla mente il vecchio caso di Laura Valdivia, una ragazza scomparsa nel 2012 e frequentatrice dell’istituto Los Arcos, la cui unica traccia rimasta è il ricordo del fratello, l’ultimo a vederla.
Un nuovo caso e vecchie ombre
Parallelamente alla storia personale di Miren, la serie introduce una nuova indagine che si intreccia con il passato. L’ispettore Belén Millán (Aixa Villagrán), prossimo al trasferimento nella divisione dei crimini finanziari, viene chiamata insieme al partner Chaparro (Marco Cáceres) per esaminare il cadavere di Allison Hernandez, una diciassettenne il cui corpo è stato ritrovato dopo che la nonna l’aveva denunciata come dispersa. Anche Allison risulta essere stata una frequentatrice dell’istituto Los Arcos, e questo dettaglio suggerisce fin da subito un possibile collegamento con il vecchio caso di Laura Valdivia.
Dopo il tour promozionale del suo libro, Miren torna al quotidiano Il Sur, dove le viene presentato Jaime Bernal (Miki Esparbé), un nuovo collaboratore assunto durante la sua assenza. Sebbene Miren prediliga il lavoro in solitudine, il suo editore insiste affinché collabori con Jaime per indagare sull’omicidio di Allison. La scelta si basa anche sul fatto che Jaime, avendo frequentato lo stesso istituto Los Arcos, possiede conoscenze utili per svelare i segreti celati dietro quelle mura. Durante l’interrogatorio del preside della scuola, il riferimento al caso di Laura Valdivia sorprende Jaime, il quale, condividendo con Miren un passato simile, suggerisce che esista un legame nascosto tra le sparizioni, nonostante il considerevole divario temporale.
Il nuovo mistero: il gioco dell’anima
La stagione introduce un elemento innovativo e decisamente intrigante: The Soul Game, un gioco diffuso sui social media praticato da una delle vittime. A differenza della prima stagione, caratterizzata da frequenti salti temporali, qui la narrazione si concentra prevalentemente sul 2021, rendendo la storia più lineare e immediata. Miren e Jaime si trovano così a dover collegare due casi apparentemente distanti: il rapimento di Laura Valdivia e l’omicidio di Allison Hernandez. L’indagine si arricchisce di retroscena personali, poiché entrambi i protagonisti portano con sé il peso di un passato doloroso. Miren, segnata da esperienze traumatiche durante i suoi primi anni di carriera giornalistica, e Jaime, con alcuni segreti ben custoditi, si muovono in un contesto in cui il confine tra il personale e il professionale si fa labile.
Aspetti tecnici e sceneggiatura
Regia e montaggio
Dal punto di vista tecnico, La ragazza di neve S2 si distingue per una regia accurata e un montaggio energico che contribuisce a mantenere alta la tensione in molte sequenze. Le inquadrature sono studiate per catturare la claustrofobia e il mistero che pervadono l’intera stagione. L’uso dei flashback, seppur meno frequente rispetto alla prima stagione, risulta efficace nel dare spessore al racconto e nel far emergere la storia personale dei protagonisti senza appesantire la narrazione principale. La fotografia e il set design lavorano in sinergia per creare un’atmosfera fredda e inquietante, che ben si adatta al genere thriller investigativo.
Dettagli scenici e colpi di scena
Tra i momenti più memorabili della stagione, spicca il video finale del primo episodio, in cui viene mostrata Allison mentre gioca a The Soul Game, correndo lungo i binari di un treno in arrivo. Wow! Quella scena, intensa e drammatica, rimane impressa nella mente e incarna perfettamente la tensione tra giovinezza e pericolo. Un dettaglio curioso che ha attirato la mia attenzione è l’atteggiamento di Jaime Bernal, che appare spesso con un piccolo lecca-lecca in bocca. Questa scelta registica, apparentemente frivola, aggiunge un tocco di eccentricità al personaggio, suggerendo che dietro la sua facciata tranquilla si nascondano segreti che non sono ancora stati svelati.
Non posso non menzionare anche il contributo di Eduardo, interpretato da José Coronado. Pur avendo un ruolo meno centrale rispetto alla prima stagione, Eduardo riesce a comparire nei momenti chiave, portando con sé una saggezza e un’ironia che danno continuità al passato di Miren senza sovraccaricare la nuova trama.
Conclusioni: un equilibrio imperfetto
La ragazza di neve S2 è un thriller investigativo che riesce a catturare l’attenzione con una narrazione visivamente coinvolgente e colpi di scena efficaci. Tuttavia, alcuni elementi della trama risultano a tratti troppo semplificati, lasciando spazi narrativi non del tutto sviluppati e alcuni buchi logici che, sebbene non compromettano l’esperienza complessiva, fanno venir voglia di un approfondimento maggiore. La nuova stagione mantiene il fascino misterioso del precedente capitolo, ma si appiattisce in alcuni passaggi, rendendo la soluzione dei casi quasi troppo lineare per un genere che punta sull’intricata complessità delle indagini.
La forza della stagione risiede indubbiamente nelle performance degli interpreti. Milena Smit offre una Miren Rojo determinata e carismatica, capace di trasmettere sia il peso delle esperienze passate che la spinta a cercare la verità. Anche Miki Esparbé nel ruolo di Jaime Bernal aggiunge valore al racconto, grazie alla sua capacità di mescolare toni drammatici con momenti di ironia sottile. L’interazione tra i due personaggi, arricchita dalla presenza di Eduardo, crea un equilibrio che, nonostante le debolezze della sceneggiatura, riesce a tenere alta l’attenzione dello spettatore.
Dopo aver esaminato attentamente i pregi e i difetti della stagione, assegno a La ragazza di neve S2 un punteggio di 7 su 10. Questo voto riflette una proposta solida, con una regia curata e interpretazioni di qualità, ma anche con alcuni passaggi narrativi che lasciano spazio a miglioramenti futuri. Se apprezzi i misteri intricati e un approccio investigativo che non teme di mescolare elementi personali con l’indagine, troverai sicuramente questa stagione interessante. Al contempo, se cerchi una trama impeccabilmente strutturata senza alcuna forzatura, potresti rimanere leggermente deluso.
Un invito alla discussione
E tu, cosa ne pensi di La ragazza di neve S2? Riesci a lasciarti coinvolgere dalla tensione dei casi e dai dettagli scenici, oppure le semplificazioni narrative ti hanno fatto perdere un po’ di interesse? Condividi la tua opinione nei commenti: il confronto è sempre un ottimo modo per approfondire e apprezzare le diverse sfumature di un’opera che, pur imperfetta, sa regalarci emozioni forti e momenti di vera suspense.
La Recensione
La ragazza di neve 2
La ragazza di neve 2 è un thriller d’indagine che ti trascina in un vortice di misteri oscuri e colpi di scena mozzafiato. Miren Rojo affronta un nuovo caso intriso di retroscena dolorosi e tensione palpabile, regalando momenti di grande impatto visivo e emotivo. La regia curata e le interpretazioni incisive ti catturano fin dal primo istante, anche se la narrazione risulta a tratti troppo semplificata e lascia qualche bolla logica. Un viaggio emozionante nel cuore dell’ignoto, imperdibile per chi ama il mistero, ma con qualche ombra che attende ancora di essere illuminata.
PRO
- Mistero coinvolgente e colpi di scena emozionanti
- Interpretazioni incisive e carismatiche
- Atmosfera cupa e regia di alto livello
CONTRO
- Trama troppo semplificata con buchi logici