Okay, ammettiamolo: il mondo della tauromachia è probabilmente uno degli argomenti più divisivi che esistano. Ed è proprio in questo terreno minato che Paco Plaza decide di avventurarsi con La Suerte: Una serie di coincidenze, la nuova produzione Disney+ che da oggi (8 ottobre) è disponibile sulla piattaforma. Sei episodi che non cercano di convincerti di nulla, ma che ti spingono a guardarti dentro. E fidati, non è sempre piacevole.
Disney+ e la scommessa sul prodotto spagnolo di qualità
Da quando è sbarcata in Spagna, Disney Plus ha fatto una scelta precisa: puntare sulla fiction locale di alto livello. Abbiamo visto gioielli come Cristóbal Balenciaga con un Alberto San Juan straordinario, o Las largas sombras con un cast femminile eccezionale guidato da Elena Anaya. Certo, magari non sfornano serie a ritmo industriale come Netflix, ma quando lo fanno il risultato si vede. E La Suerte è l’ennesima conferma che stanno facendo le cose per bene.
Creata da Paco Plaza e Pablo Guerrero, questa serie arriva con critiche entusiastiche che la indicano come uno dei titoli imperdibili del 2025. E dopo averla vista, capisco perché.
Non è una serie sui tori (non solo, almeno)
Sì, c’è il mondo della corrida. Ma La Suerte non è una serie sui tori, o meglio, non è solo quello. È una riflessione sulla polarizzazione che sta divorando la nostra società. Ogni giorno che passa siamo più schierati, più pronti a saltare alla gola di chi la pensa diversamente. Le opinioni non sono più confronti ma battaglie campali, dove vince chi urla più forte.
E quale argomento è più polarizzante della tauromachia? Da una parte chi la considera arte e tradizione, dall’altra chi la vede come tortura gratuita in un’epoca dove il benessere animale è finalmente al centro del dibattito. Plaza e Guerrero prendono questo tema bollente e lo usano come specchio per mostrarci quanto siamo diventati incapaci di ascoltarci.
La cosa bella? La serie non prende posizione. Non ti sbatte in faccia cosa devi pensare, non ti fa la predica. Semplicemente mette di fronte due visioni del mondo opposte e ti fa vedere cosa succede quando queste si incontrano davvero, senza filtri social o comodi schermi dietro cui nascondersi.
Una road movie spagnola che ricorda i grandi classici
Per certi versi mi ha fatto pensare a Green Book, quel film con Viggo Mortensen e Mahershala Ali che vinse l’Oscar. Anche lì c’erano due mondi agli antipodi costretti a condividere uno spazio ristretto. Ma mentre quella era una feel good movie che ti faceva uscire dal cinema con il sorriso, La Suerte va più a fondo. Non cerca di farti sentire bene, ma di farti riflettere su chi sei veramente quando togli le maschere.
L’idea, racconta Pablo Guerrero in un’intervista, è nata quasi per caso durante una festa nel mondo del toreo. “Ci siamo seduti su un divano e abbiamo iniziato a interagire con quella gente”, spiega. “Quel mondo ci ha affascinato. C’era un materiale di un’intensità… è una vita al limite e il modo in cui la vivono, quel carpe diem così brutale che hanno. Lì è nato il germe dell’idea”.
Ricardo Gómez e il suo David perduto
Ed è proprio quella sensazione di estraneità che viene incarnata perfettamente da David, il tassista interpretato da Ricardo Gómez. Chi lo ricorda come Carlitos in Cuéntame probabilmente faticherà a riconoscerlo qui. L’ex bambino prodigio della TV spagnola sta facendo scelte sempre più coraggiose – basta vedere La ruta o Romancero – e in questo progetto si supera.
Il suo David è il cuore pulsante della storia. Un ragazzo un po’ spaesato nella vita, che studia per i concorsi pubblici e nel frattempo fa il tassista per sbarcare il lunario. Niente di speciale, niente di epico. Finché non incontra il Maestro, un torero che cerca un autista e vede in David un portafortuna vivente dopo che una corrida va particolarmente bene subito dopo averlo conosciuto.
Gómez riesce a trasmettere universi interi con una semplice espressione. Non ha bisogno di urlare o fare scenate, te lo leggi negli occhi quel misto di confusione, curiosità e graduale comprensione mentre viaggia per la Spagna insieme a questo personaggio così lontano dal suo mondo.
Óscar Jaenada nato per questo ruolo
E poi c’è lui: il Maestro di Óscar Jaenada. Madonna, che interpretazione. Contenuta, misurata, mai sopra le righe eppure potentissima. Jaenada costruisce un personaggio complesso senza mai cadere negli eccessi: un uomo pieno di insicurezza e superstizioni che cerca semplicemente di andare avanti con la sua vita, di ritrovare quel prestigio perduto che gli scivola tra le dita.
La dinamica tra David e il Maestro è ciò che rende La Suerte così speciale. È una road movie attraverso la geografia spagnola – Madrid, Toledo, Zaragoza, Málaga, Benidorm – dove il viaggio fisico diventa metafora di un percorso interiore che entrambi compiono senza rendersene conto.
Una serie che sembra un film d’autore
A giocare a favore della serie c’è anche il formato: episodi che non superano mai la mezz’ora, perfetti per mantenere alta la tensione senza annoiare. Ma soprattutto c’è lo stile registico, che richiama il cinema classico con scelte audaci. Il quarto episodio, ad esempio, è girato completamente in bianco e nero. Una mossa che in molte serie sembrerebbe affettata, ma qui funziona perfettamente perché è proprio in quell’episodio che David e il Maestro stringono davvero i loro legami.
Il cast secondario completa un ensemble totalmente dedicato al progetto, con Óscar Higares che fa il ruolo della vita come fratello del Maestro. Completano il quadro Carlos Bernardino, Pedro Bachura, Jason Fernández, Almudena Cid, Almudena Amor e Aria Bedmar.
Il verdetto
La Suerte: Una serie di coincidenze, disponibile su Disney Plus, è una di quelle rare produzioni che ti lasciano qualcosa addosso. Non è intrattenimento facile, non è la classica serie da guardare distrattamente mentre scrolli il telefono. È un’opera che richiede attenzione e che in cambio ti offre riflessioni profonde su chi siamo come società.
Plaza e Guerrero guardano al mondo del toreo con rispetto, così come guardano con altrettanto rispetto chi quel mondo lo combatte. Il risultato è una fiction che mette a confronto “le due Spagne” senza giudicare, senza prendere posizione, ma facendoci vedere quanto sia più facile urlare slogan che ascoltare davvero l’altro.
Non si ferma alla superficie ma scava nelle nostre miserie e insecurezze, grazie soprattutto a due protagonisti immensi che reggono l’intera struttura sulle loro spalle. E sì, tutto lascia pensare che ci sarà una seconda stagione, soprattutto dopo quel finale aperto dell’ultimo episodio.
Se cerchi qualcosa di diverso, coraggioso e intelligente, questa serie fa per te. Se invece vuoi qualcosa di leggero e spensierato… beh, forse è meglio puntare su altro. Ma ti perderesti una delle migliori produzioni dell’anno.
La Recensione
La Suerte: Una serie di coincidenze
La Suerte: Una serie di coincidenze è la nuova produzione originale spagnola di Disney+, creata da Paco Plaza e Pablo Guerrero, che utilizza il controverso mondo della tauromachia come specchio per riflettere sulla crescente polarizzazione della società contemporanea. La serie segue David, un tassista interpretato da Ricardo Gómez che studia per i concorsi pubblici, il quale diventa autista del Maestro, un torero in cerca di riscatto interpretato da Óscar Jaenada. Attraverso una road movie di sei episodi da circa trenta minuti ciascuno che attraversa diverse città spagnole, la serie esplora l’incontro tra due visioni del mondo completamente opposte senza mai prendere posizione o fare prediche. Lo stile registico richiama il cinema d’autore con scelte audaci come un episodio girato interamente in bianco e nero, mentre le interpretazioni dei due protagonisti reggono l’intera struttura narrativa con profondità e misura. La serie non cerca il facile intrattenimento ma propone una riflessione autentica sulle nostre incapacità di ascolto e confronto, scavando nelle insicurezze e contraddizioni umane. Il finale lascia aperta la porta a una possibile seconda stagione. Disponibile su Disney Plus.
PRO
- Le interpretazioni di Ricardo Gómez e Óscar Jaenada sono semplicemente straordinarie e valgono da sole la visione
- La serie affronta il tema della polarizzazione sociale in modo intelligente senza mai fare prediche o prendere posizioni nette
- Lo stile registico richiama il cinema d’autore con scelte coraggiose e una fotografia che ricorda i grandi classici
CONTRO
- Non è una serie leggera o da guardare distrattamente mentre fai altro
- Il tema della tauromachia potrebbe risultare troppo divisivo o fastidioso per alcuni spettatori
- Chi cerca risposte definite o prese di posizione chiare rimarrà probabilmente deluso dall’approccio neutrale




