Il nuovo progetto prodotto da DiCaprio racconta gli abusi scioccanti nei collegi per nativi americani. Un film necessario, scomodo e potente.
Mettiti comodo, perché stavolta non parliamo di DiCaprio in smoking sul red carpet o in barca a Capri con la modella di turno. No, questa volta Leo fa sul serio. E quando DiCaprio si butta nel documentario, lo fa col cuore e col cervello. Il suo nuovo progetto si chiama “Nine Little Indians”, ed è un pugno nello stomaco ben assestato. Una denuncia potente su ciò che è successo (e continua a succedere) nei collegi religiosi per bambini nativi americani. Se ti stai chiedendo: “ma perché nessuno ne parla?”… beh, è esattamente il motivo per cui questo film esiste.
Una storia vera da brividi
Il documentario segue la storia delle sorelle Charbonneau, nove donne che hanno subito abusi sistematici nella St. Paul’s Indian Mission School, in South Dakota. Parliamo di punizioni corporali, abusi psicologici e fisici, negazione della propria identità. Il tutto nascosto sotto la patina dell’educazione cristiana. Ma non solo: il documentario mostra anche un’indagine parallela su una serie di tombe senza nome trovate nei terreni della scuola. Una roba da far impallidire anche le serie true crime più estreme.
La firma di DiCaprio e la regia di Shannon Kring
Il film è diretto da Shannon Kring, che ci lavora dal 2016, dopo essere stata contattata da membri della tribù per documentare il ritrovamento dei resti di bambini scomparsi. Il progetto ha richiesto anni di ricerche e testimonianze raccolte con cura e rispetto. Leonardo DiCaprio, attraverso la sua casa di produzione Appian Way, ha deciso di supportare il film come produttore insieme a Tony Robbins. Una scelta coraggiosa, perché Nine Little Indians non fa sconti a nessuno: la Chiesa Cattolica viene chiamata direttamente in causa.
Perché questo documentario è fondamentale
Se ami il cinema che fa riflettere e che smuove le coscienze, non puoi perdertelo. Il documentario non si limita a denunciare i fatti, ma dà voce alle sopravvissute, seguendole nel loro percorso legale e umano per ottenere giustizia. Le sorelle Charbonneau non lottano solo per loro, ma anche per chi è morto e per chi ha troppa paura per parlare.
“Speriamo che questo film renda onore alle vittime sopravvissute e a quelle che sono tragicamente morte per mano di chi avrebbe dovuto proteggerle”, ha dichiarato Jennifer Davisson, presidente della Appian Way.
Regia e approccio visivo: è più di un documentario
Kring non si limita a intervistare, ma usa la macchina da presa come strumento di verità. Le immagini degli edifici abbandonati, i campi sterminati con le tombe anonime, i racconti rotti dalla voce delle protagoniste… tutto contribuisce a creare un’esperienza quasi fisica. Il ritmo è serrato ma rispettoso. Non c’è voyerismo, solo potenza narrativa e rigore etico.
Il contesto più ampio: un problema sistemico
“Nine Little Indians” è solo la punta dell’iceberg. Negli Stati Uniti, centinaia di scuole per nativi sono state coinvolte in abusi simili. Il documentario diventa così anche un atto politico, che chiede riconoscimento, giustizia e cambiamento. E DiCaprio, da sempre attento ai temi ambientali e sociali, stavolta mette la sua fama al servizio di una causa dimenticata dai media mainstream.
Quando e dove vederlo
Nine Little Indians arriverà prossimamente nei festival internazionali più importanti e poi verrà distribuito in streaming. Una data precisa per l’Italia ancora non c’è, ma su Wonder Channel ti terremo aggiornato.
Conclusione: perché non possiamo girarci dall’altra parte
Nine Little Indians non è intrattenimento. È un dovere morale. È uno di quei documentari che non solo aprono gli occhi, ma ti costringono a tenerli ben aperti. Ti fa arrabbiare, ti commuove, ti spinge a parlarne. E questo è esattamente ciò che il cinema dovrebbe fare.
Hai mai visto un documentario che ti ha cambiato la prospettiva su un tema? Che effetto ti fanno queste storie così dure ma così necessarie? Raccontamelo nei commenti, e se vuoi supportare progetti del genere, condividi l’articolo.