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Liam Payne, la verità taciuta: ecco chi l’ha visto vivo per ultimo

Wonder Channel Redazione di Wonder Channel Redazione
20 Febbraio 2025
in Gossip
Tempo di lettura 10 minuti
Foto di Liam Payne sorridente

Hai presente quando vuoi preparare una cena perfetta e decidi di non trascurare neanche il più piccolo dettaglio? Quel tocco di spezie, la cottura al punto giusto, l’impiattamento degno di un ristorante stellato. Ecco, seguire un’indagine di gossip così intricata richiede lo stesso livello di attenzione: bisogna selezionare gli ingredienti migliori, metterli al posto giusto e presentarli in modo da far venire l’acquolina in bocca a chi ascolta o legge. In questo caso, il “piatto forte” è la tragica e controversa morte di Liam Payne, ex membro dei One Direction, scomparso a 31 anni in circostanze che hanno scatenato un’ondata di teorie, supposizioni e curiosità in tutto il mondo.

La storia, come un buon piatto di alta cucina, è ricca di sapori diversi: ci sono le accuse di abbandono, il racconto di subdole cessioni di sostanze illegali, i colpi di scena legali (con alcune accuse che vengono ritirate e altre che resistono) e persino amicizie messe sotto la lente di ingrandimento. Sembra quasi una soap opera di quelle che tengono incollati milioni di spettatori, solo che qui parliamo di una tragedia reale con una vittima amatissima dai fan.

Il “contorno” di questo banchetto mediatico è altrettanto saporito: dal ruolo di Roger Nores, grande amico di Liam, alle figure dell’hotel che, stando ai documenti, avrebbero riportato la popstar in stanza nonostante fosse in stato di forte alterazione. E come nelle migliori ricette, non poteva mancare l’ingrediente “tossicologia”: test, referti e ipotesi su come le sostanze presenti nel corpo di Liam possano aver influito sulle sue ultime ore.

Pronto a scoprire ogni dettaglio di questa vicenda che mescola dramma, legalità e un pizzico di suspense? Bene, allora mettiti comodo: stiamo per scoperchiare la pentola degli eventi e analizzare questo caso nello stile inconfondibile di Wonder Channel, il tuo compagno di gossip preferito. E ricordati di aggiungere la tua opinione nei commenti, perché le tue idee sono importanti tanto quanto un tocco di sale su un piatto già delizioso!

Le accuse cadute: perché tre persone sono state scagionate

Uno dei primi elementi succulenti di questa storia è che, a distanza di cinque mesi dalla morte di Liam, alcune delle accuse più rilevanti sono crollate come un soufflé mal cotto. Era stata ventilata la possibilità di un reato di omicidio colposo nei confronti di tre individui, inclusi l’amico di Liam, Roger Nores, e due dipendenti dell’albergo (la manager Gilda Martin e il receptionist Esteban Grassi). Ma alla fine i giudici argentini hanno deciso di far cadere tutte le accuse rivolte a questi tre.

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La responsabilità (mancata) di Roger Nores

Roger Nores era finito sotto i riflettori con l’accusa di non aver impedito a Liam di ottenere e consumare sostanze, e quindi di averlo “abbandonato” a se stesso. Tuttavia, i giudici hanno sottolineato che Roger non poteva responsabilizzarsi di ogni azione di Liam, specie se il cantante aveva tutta l’intenzione di procurarsi alcol e droga. È un po’ come dire: anche se prepari un menù sano, non puoi costringere i tuoi ospiti a evitare la ciotola di patatine se davvero la vogliono.

La corte ha notato che Nores aveva persino inviato un’e-mail al padre di Liam, Geoff Payne, manifestando preoccupazione per la salute del figlio. Un dettaglio non da poco, visto che parliamo di un tentativo concreto di cercare aiuto da parte della famiglia. Se questo non basta per provare la buona fede di un amico, allora cos’altro?

Due dipendenti dell’hotel e il “fattore rischio”

Anche Gilda Martin e Esteban Grassi, rispettivamente manager e receptionist dell’hotel, erano stati accusati di negligenza, perché riportarono Liam in camera sebbene fosse visibilmente ubriaco e alterato. L’idea, inizialmente, era che avrebbero dovuto gestire meglio la situazione ed evitare il drammatico incidente dal balcone. Ma i giudici hanno stabilito che non fu colpa loro se Liam decise (o fu costretto da alterazioni psico-fisiche) di sporgersi dalla finestra, cadendo rovinosamente.

In sostanza, i giudici hanno concluso che non ci fosse un nesso di causalità tra il loro intervento (riaccompagnare il cantante in stanza) e la successiva tragedia. Come dire: puoi togliere il coltello affilato dal tavolo, ma se l’ospite si alza per cercarne un altro, la responsabilità non è di chi toglie il primo coltello.

L’indagine: un calderone di prove e testimonianze

Quando si tratta di gossip giudiziario, ci immaginiamo subito un ufficio pieno di telecamere di sorveglianza, cartelline strabordanti di documenti e detective impegnati a sgranocchiare ciambelle mentre interrogano testimoni. La realtà, stavolta, non è così distante: per fare luce sull’accaduto, in Argentina si è aperta un’indagine a tutto campo.

La ricerca delle “parole chiave” per risolvere il caso

Richiamando un parallelismo con la keyword research (lo strumento base della SEO: senza parole chiave giuste non vai da nessuna parte), le autorità hanno dovuto individuare i “termini” fondamentali di questa storia: caduta dal balcone, stato di alterazione, sostanze pericolose. Senza questi “ingredienti,” sarebbe stato impossibile impostare una strategia investigativa.

Le forze dell’ordine hanno acquisito più di 800 ore di video dalle telecamere del sistema di sorveglianza dell’hotel e della zona circostante, analizzato testimonianze di personale medico, amici, parenti e passanti. Hanno anche esaminato smartphone, chat, registri di ingressi e uscite, persino ordini al bar e al ristorante, per capire chi fosse entrato in contatto con Liam e con quali possibili sostanze il cantante avesse avuto a che fare. Un lavoro certosino, degno del miglior analista SEO quando scava tra i dati di Google.

Le testimonianze “long-tail”: i dettagli che cambiano lo scenario

Proprio come in una strategia SEO, dove le parole chiave long-tail (molto specifiche) attirano utenti davvero interessati, anche nell’indagine di Liam Payne alcuni dettagli minori si sono rivelati preziosissimi. Ad esempio, i racconti di due donne che erano state in camera con Liam poche ore prima del tragico volo: potrebbero sembrare semplici presenze di contorno, ma la loro testimonianza potrebbe spiegare il clima in cui si trovava la popstar. Allo stesso modo, i messaggi inviati da Liam o dal suo entourage potrebbero contenere informazioni più che rilevanti, come l’eventuale ricerca di altre sostanze o la richiesta di aiuto.

La dinamica della morte: cosa è successo quella sera?

Entriamo nel vivo della tragedia. Secondo la ricostruzione ufficiale, la caduta mortale di Liam è avvenuta il 16 ottobre 2024. Il cantante si trovava a Buenos Aires con la sua fidanzata, Kate Cassidy, ma lei era già partita per gli Stati Uniti, lasciando Liam ancora in Argentina.

L’ultimo selfie e la situazione “alterata”

Sui social di Liam erano apparse foto e video che mostravano lui e Kate in momenti di relax, come una normale coppia in vacanza. L’ultima immagine pubblicata poche ore prima della caduta ritraeva i due in costume da bagno, sorridenti. Ma dietro questa facciata di spensieratezza, si celavano problemi di lunga data: Liam aveva ammesso di avere difficoltà con l’alcol e di aver fatto un percorso di riabilitazione.

La chiamata al 911

Uno degli snodi chiave è la chiamata all’equivalente argentino del pronto intervento. Un dipendente dell’hotel, preoccupato che Liam “stesse rompendo oggetti in camera” e fosse pericoloso per se stesso, chiese aiuto. Mentre i soccorritori arrivavano, avvenne la tragedia: Liam precipitò dal terzo piano, riportando ferite devastanti. In autopsia, si riscontrarono 25 lesioni compatibili con la caduta da un’altezza notevole, e soprattutto un quadro di emorragie interne che non gli lasciò scampo.

L’autopsia e le sostanze rilevate: il “mix esplosivo”

Parlando di cibo, se metti insieme troppe spezie forti rischi di rovinare l’intero piatto. Allo stesso modo, miscelare alcol e droghe può condurre a conseguenze devastanti.

Coca, alcol e antidepressivi

La perizia tossicologica ha evidenziato che nel corpo di Liam erano presenti cocaina, alcol e un antidepressivo prescritto. Secondo le autorità argentine, questo cocktail ha reso Liam estremamente vulnerabile, tanto che nella caduta non avrebbe nemmeno avuto la prontezza di adottare una postura di difesa. In pratica, sarebbe stato incosciente o semicosciente al momento del volo dal balcone.

Esclusa l’ipotesi suicidio

Gli inquirenti hanno escluso che si sia trattato di un gesto volontario. Liam potrebbe aver perso la percezione della realtà tanto da non rendersi conto di essere sul balcone, o aver tentato di “scavalcare” in uno stato confusionale per qualche ragione. La magistratura parla di un ”atto non cosciente”, evidenziando che, se Liam fosse stato lucido, con ogni probabilità si sarebbe protetto istintivamente.

Le accuse rimanenti: il punto su chi è ancora in carcere

Se da un lato Nores, Martin e Grassi hanno potuto tirare un sospiro di sollievo, dall’altro ci sono ancora due persone che non possono dirsi altrettanto fortunate: Ezequiel Pereyra e Braian Paiz. Entrambi sono accusati di aver fornito cocaina a Liam. A differenza delle accuse di negligenza, qui la situazione è ben più grave: i giudici avrebbero raccolto prove chiare di un passaggio diretto di sostanze, probabilmente immortalato da telecamere o testimoni.

Le indagini proseguono

Come quando cerchi su Google AnswerThePublic tutte le possibili domande che gli utenti fanno su un argomento, i magistrati stanno continuando a mettere insieme i tasselli. Pereyra e Paiz restano in carcere in attesa del processo, e non si sa ancora se ci siano ulteriori complici o se emergeranno altri particolari. È come una pentola che bolle a fuoco lento: prima o poi, il contenuto verrà tutto a galla.

La reazione della famiglia e degli One Direction

In una storia di gossip giudiziario che si rispetti, non può mancare la reazione di chi era più vicino alla vittima. La famiglia Payne è comprensibilmente devastata, ma mantiene un certo riserbo. Il padre di Liam, Geoff, non ha rilasciato dichiarazioni significative, nonostante il suo nome compaia nei documenti come destinatario della famosa e-mail di Roger Nores.

Il cordoglio di Harry, Zayn, Niall e Louis

Appena si è diffusa la notizia della morte di Liam, i One Direction (o ciò che ne rimane come gruppo di amici e colleghi) hanno rilasciato un comunicato congiunto, dicendosi “completamente devastati.” Hanno chiesto tempo per elaborare il lutto, ma nel contempo hanno fatto sentire la loro vicinanza alla famiglia e ai fan. Tra i messaggi individuali più toccanti, spicca quello di Niall Horan, che aveva incontrato Liam poche settimane prima a Buenos Aires. Anche Zayn Malik ha annunciato lo slittamento del tour negli Stati Uniti, spiegando di non sentirsi pronto a salire sul palco dopo una perdita così dolorosa.

Kate Cassidy: la ragazza che ha lasciato l’Argentina prima della tragedia

Parliamo ora di Kate Cassidy, la compagna di Liam, che era stata con lui in Sud America fino a pochi giorni prima del dramma. Kate ha pubblicato sui social alcuni video in cui spiegava di sentirsi stanca di rimanere così a lungo in Argentina, tanto da decidere di tornare in Florida insieme alla loro cagnolina, Nala.

L’ultimo messaggio

Prima di partire, Kate e Liam si erano ripromessi di rivedersi presto. L’ultimo video su Snapchat mostrava i due che scherzavano, parlando di cavalli e cavalcate. Kate si dice “a pezzi” per ciò che è successo, perché non immaginava minimamente che in poche ore il suo uomo sarebbe andato incontro a un destino così terribile.

Il dolore pubblico di Kate

Dopo la scomparsa, Kate ha condiviso su Instagram un messaggio straziante in cui definisce Liam “il mio angelo,” sottolineando come lo avrebbe amato “incondizionatamente.” È stata una dichiarazione sincera, che ha fatto breccia nei fan di tutto il mondo, commuovendoli ulteriormente.

Il ritorno della salma in Gran Bretagna

Dopo una serie di adempimenti burocratici, il corpo di Liam è stato restituito alla famiglia e trasportato nel Regno Unito. Un passaggio che ha consentito di svolgere un funerale privato, lontano dalle telecamere e dal clamore mediatico. Un momento di lutto e riflessione che i fan hanno rispettato, lasciando sui social migliaia di messaggi di cordoglio.

Il bilancio finale: molte domande, qualche certezza

Caro lettore, arrivati a questo punto potresti chiederti: “Ma in fin dei conti, di chi è la colpa?” La risposta, allo stato attuale delle cose, è tutto fuorché semplice. Liam Payne combatteva da tempo con le sue dipendenze, e quella sera fatidica c’è stata una concatenazione di fattori che hanno portato alla tragedia. Alcune persone erano vicino a lui, ma non avevano il controllo delle sue azioni. Altre, stando alle accuse, gli avrebbero fornito le sostanze che lo hanno disinibito ulteriormente. Sta di fatto che la morte di una stella così amata ha creato uno shock internazionale.

Conclusioni: e ora, che succede?

Per completare il nostro “menù di gossip,” non possiamo dimenticare che l’indagine non è ancora conclusa. Si attendono i processi a carico di Pereyra e Paiz, e non è escluso che possano emergere nuovi sviluppi nel futuro prossimo. Intanto, i fan di Liam continuano a ricordarlo sui social, i tabloid di tutto il mondo analizzano ogni minimo dettaglio, e la famiglia Payne prova a ritrovare un equilibrio dopo una perdita così improvvisa.

Lo spazio per la tua opinione

E tu, cosa ne pensi di tutta questa vicenda? Credi che si stia facendo chiarezza o che ci siano ancora troppi punti oscuri? Vorresti vedere un approfondimento ulteriore su chi fosse davvero vicino a Liam in quel periodo e su come certe sostanze circolino facilmente nel mondo delle celebrità? Faccelo sapere nei commenti: siamo curiosi di conoscere il tuo punto di vista, perché qui su Wonder Channel la tua voce è sempre la benvenuta. Raccontaci la tua teoria, il tuo ricordo preferito di Liam o anche solo un pensiero di affetto per uno dei cantanti più influenti della sua generazione.

Tags: Liam Payne
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Siamo la redazione del magazine Wonder Channel, stacanovisti per passione. Siamo gli editori del magazine.

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