Siediti comodo, prendi i popcorn e preparati a NON guardarti questa serie. Sì, hai letto bene. Dopo aver visto tutti gli otto episodi di “Maschi veri”, il nuovo remake italiano di Netflix disponibile dal 21 maggio, posso confermarti che il tuo tempo vale decisamente di più. E ora ti spiego perché.
Il cast dei sogni sprecato malissimo
Immagina di avere a disposizione Pietro Sermonti, Maurizio Lastrico, Matteo Martari e Francesco Montanari. Aggiungi le comparsate di Ilary Blasi e Selvaggia Lucarelli. Sulla carta sembra il dream team della comicità italiana, vero? Eppure, neanche questo cast stellare riesce a salvare quello che si rivela essere un disastro annunciato.
La serie racconta di quattro amici universitari che, arrivati ai quarant’anni, si ritrovano in piena crisi esistenziale. La soluzione? Partecipare a un corso di decostruzione della mascolinità per diventare “uomini nuovi” più adatti ai canoni sociali contemporanei. Un’idea che poteva funzionare, se solo…
Il peccato originale: copiare senza vergogna
Quando il remake diventa fotocopia
Qui arriva il problema gigantesco che affossa l’intera produzione. “Maschi veri” non è un remake, è una traduzione letterale della serie spagnola “Machos Alfa” del 2022. E quando dico letterale, intendo che hanno preso i dialoghi originali, li hanno passati su Google Translate e hanno detto “azione!”.
Ogni singola battuta, ogni dinamica tra i personaggi, persino le inquadrature sono identiche all’originale. È come guardare un film doppiato male, solo che qui hanno cambiato anche gli attori. Ti chiederai: ma che senso ha? Esattamente zero.
Il confronto impietoso con l’originale
“Machos Alfa” funzionava perché nel 2022 il tema della mascolinità tossica era fresco, le battute erano originali e il cast spagnolo aveva una chimica naturale. Tre anni dopo, con gli stessi identici contenuti tradotti in italiano, l’effetto è quello di una minestra riscaldata servita fredda.
La regia che non osa
Matteo Oleotto e Letizia Lamartire alla direzione sembrano aver ricevuto una sola indicazione: “Non cambiate nulla“. E loro hanno obbedito con una fedeltà che rasenta il masochismo creativo. Non un guizzo di originalità, non un tentativo di italianizzare davvero la storia, niente di niente.
Il risultato? Una serie che sembra doppiata anche quando gli attori parlano in italiano. Le situazioni sono talmente calate dall’alto che sembrano aliene al contesto italiano. Vedere Lastrico che ripete battute pensate per un comico spagnolo è come vedere Checco Zalone recitare Shakespeare: tecnicamente possibile, praticamente imbarazzante.
Il tema sprecato della mascolinità
Un’occasione persa
Il discorso sulla mascolinità moderna è attualissimo e avrebbe meritato un approccio originale. Invece di esplorare come gli uomini italiani affrontano questi temi, la serie si limita a ricalcare stereotipi già visti.
I quattro protagonisti sono le solite macchiette: il marito sottomesso, il playboy in crisi, il papà confuso e l’intellettuale frustrato. Zero sfumature, zero approfondimento, zero verità italiana.
La commedia che non fa ridere
Per una serie che si definisce dramedy, il lato comedy è tragicamente assente. Le battute sono telegrafate, i tempi comici sbagliati, le situazioni forzate. Persino Lastrico, che di solito riesce a strappare un sorriso leggendo l’elenco del telefono, qui risulta piatto e noioso.
Il paragone con l’eccellenza italiana
Quello che più fa male è vedere questo flop dopo aver assistito a capolavori della serialità italiana recente. “M – Il figlio del secolo” con Luca Marinelli ci ha mostrato come adattare una storia con coraggio. “L’arte della gioia” di Valeria Golino ha dimostrato che si può osare. Persino “Sconfort Zone” di Maccio Capatonda, con tutti i suoi limiti, almeno ha tentato qualcosa di nuovo.
“Maschi veri” invece è la resa incondizionata alla pigrizia creativa. È il manifesto di una produzione che pensa che basti mettere facce note per fare ascolti.
Il verdetto finale che non lascia scampo
Se stai cercando una serie leggera e divertente, Netflix ha decine di alternative migliori. Se vuoi riflettere sulla mascolinità moderna, guarda direttamente “Machos Alfa” in spagnolo con i sottotitoli. Se sei fan degli attori del cast, riguardati le loro vecchie serie dove almeno recitano personaggi credibili.
“Maschi veri” è l’esempio perfetto di come NON si fa un remake. È un’occasione sprecata, un cast buttato via, un tema importante trattato con la profondità di una pozzanghera. È la dimostrazione che la serialità italiana, quando si accontenta di copiare, fallisce miseramente.
La prossima volta che Netflix Italia penserà a un remake, speriamo che qualcuno alzi la mano e dica: “Scusate, ma non potremmo provare a fare qualcosa di nostro?“. Anche sbagliando, anche facendo peggio, ma almeno con dignità creativa.
E tu che ne pensi? Hai avuto il coraggio di vedere “Maschi veri”? O hai seguito il mio consiglio e hai investito meglio il tuo tempo? Raccontamelo nei commenti, sono curioso di sapere se qualcuno è riuscito a trovare un singolo motivo per salvare questa serie!
La Recensione
Maschi veri
Un cast italiano intrappolato in una fotocopia vergognosa della serie spagnola "Machos Alfa". Otto episodi di imbarazzo creativo dove persino Lastrico sembra annoiato. Netflix Italia tocca il fondo con un remake che fa rimpiangere i cinepanettoni.
PRO
- Studio antropologico sul fallimento - Perfetto per capire come NON fare un remake
- Il cast è oggettivamente di qualità - Sermonti, Lastrico, Martari e Montanari sono attori validissimi (sprecati)
CONTRO
- È una traduzione letterale di Machos Alfa - Zero originalità, copia-incolla puro
- Spreco totale del cast - Vedere questi attori recitare male fa proprio male
- Le battute non fanno ridere - Una dramedy senza comedy è solo dram(ma)
- L'originale spagnolo è su Netflix - Perché vedere la brutta copia quando c'è l'originale? RiprovaClaude può commettere errori. Verifica sempre le risposte con attenzione.