Quando si parla di trovare il miglior B&B a Bari, la sfida si fa dura. La città pugliese negli ultimi anni è esplosa come destinazione turistica, attirando viaggiatori da tutta Europa che cercano autenticità, mare cristallino e quella cucina che ti fa dimenticare tutte le diete. Ed è proprio in questo scenario che si inserisce la puntata di 4 Hotel andata in onda domenica 5 ottobre 2025 su Sky Uno, con Bruno Barbieri nei panni del giudice supremo chiamato a decretare quale tra quattro bed and breakfast baresi meritasse il titolo più ambito.
La sfida di questa settimana porta il format in un territorio particolarmente delicato: il bed and breakfast è probabilmente la tipologia ricettiva più difficile da gestire bene. Devi bilanciare l’intimità di una casa privata con la professionalità di una struttura commerciale, offrire un servizio colazione memorabile con budget spesso ridotti, e soprattutto raccontare il territorio senza scadere nel folkloristico. Barbieri, con la sua esperienza e il suo occhio clinico da tre stelle Michelin, sa perfettamente cosa cercare: pulizia impeccabile, attenzione maniacale ai dettagli, rapporto qualità-prezzo corretto e quella capacità di far sentire l’ospite a casa propria pur essendo in un luogo che non conosce.
I quattro contendenti di questa puntata rappresentano altrettante filosofie dell’ospitalità barese: c’è chi punta sul lusso accessibile a due passi dalla stazione, chi scommette sulla modernità e sulla tecnologia smart, chi trasforma un’antica officina in un concept hotel vintage dedicato ai motori, e chi celebra la tradizione familiare in un palazzo ottocentesco con stanze dedicate alle donne della famiglia. Quattro approcci completamente diversi, quattro target di clientela potenzialmente differenti, ma tutti con lo stesso obiettivo: convincere Barbieri di essere il miglior B&B a Bari. E credimi, non è stato facile per nessuno.
Palazzo Italia: suites con sauna a 100 metri dalla stazione
Il primo concorrente della serata è Palazzo Italia, situato in Via Quintino Sella con angolo Corso Italia, letteralmente a cinque minuti a piedi dalla Stazione Centrale di Bari. Già questa collocazione ci dice molto: siamo in una zona ad alto traffico veicolare, con tutti i pro e i contro che questo comporta. Da un lato la comodità assoluta per chi arriva in treno, dall’altro il rumore costante della città che pulsa giorno e notte.
La filosofia di Palazzo Italia è chiara fin dal sito web: hanno scelto di chiamare le loro camere “suites”, anche se le dimensioni – come fa notare Barbieri durante la puntata – non sono propriamente quelle di una suite in senso classico. Però – e qui sta l’intelligenza della proposta commerciale – hanno compensato gli spazi contenuti investendo in componenti di alto livello: ogni camera ha elementi wellness come saune finlandesi, mini piscine o vasche idromassaggio. È una scelta di posizionamento precisa: sacrificare i metri quadri per offrire servizi che normalmente troveresti solo in strutture di categoria superiore.
Durante la puntata emerge un dettaglio architettonico particolare della camera assegnata a Barbieri: si entra direttamente in bagno. Dal punto di vista dell’hotellerie contemporanea, questo layout può creare un senso di mancanza di privacy, soprattutto se la camera viene condivisa da una coppia o da amici. Non è una scelta comune, e infatti Bruno lo nota subito. Però bisogna riconoscere che ogni camera ha i suoi gadget personalizzati, un tocco che dimostra attenzione e voglia di distinguersi dalla concorrenza.
Il letto è tirato “a balestra”, come si dice in gergo alberghiero: quel modo di fare il letto così teso e perfetto che quando ci entri sembra di infilarti in una busta sottovuoto. Alcuni ospiti lo adorano perché trasmette senso di pulizia maniacale e ordine, altri lo detestano perché si sentono intrappolati. Ma è innegabile che visivamente faccia la sua figura e dia un’impressione di professionalità.
La cucina a scomparsa colpisce Barbieri, che con la sua solita ironia la paragona a quelle delle barche. Ed effettivamente è proprio così: una soluzione tipica dei micro-appartamenti urbani contemporanei, dove ogni centimetro deve essere ottimizzato. Dimostra che chi ha progettato gli spazi conosce bene il design funzionale e sa come massimizzare superfici ridotte.
La colazione che fa discutere
La colazione viene servita direttamente in camera, una scelta che dopo il COVID è diventata quasi uno standard per molti B&B. Ma qui arriva il primo grande scivolone della puntata: il prosciutto tagliato a blocchi, come quello che useresti per fare il ragù napoletano. Barbieri non l’ha presa bene, e giustamente. In hotellerie il taglio degli affettati è una di quelle cose che separano il dilettantismo dalla professionalità. Un prosciutto tagliato male, troppo spesso, a cubetti, rovina l’intera esperienza della colazione. Punto.
Fortunatamente gli altri prodotti della colazione sono stati apprezzati da tutti i concorrenti, salvando parzialmente la situazione. Il rapporto qualità-prezzo si attesta su camere tra i 90 e i 100 euro a notte, un posizionamento corretto e competitivo per un B&B urbano con servizi wellness inclusi. Non è economico, ma nemmeno fuori mercato considerando la presenza di saune e vasche idromassaggio.
Il verdetto di Barbieri è stato chiaro e diretto: “C’è troppo di tutto, bisogna togliere il superfluo”. È un commento che rivela molto sulla filosofia dell’hotellerie contemporanea: spesso le strutture ricettive cadono nell’errore di riempire ogni angolo con decorazioni, gadget e servizi, pensando che “di più” significhi automaticamente “meglio”. Ma nell’ospitalità del 2025 vale la regola opposta: less is more. Meglio pochi elementi ma curatissimi che un’accozzaglia di cose che confondono l’ospite e lo distraggono dall’essenziale.
Punteggio finale: 81 punti. Un risultato onesto, né brillante né disastroso. Palazzo Italia ha le potenzialità per crescere e migliorare, ma deve imparare a fare scelte più nette e soprattutto a curare meglio i dettagli del servizio, a partire da quella colazione che può fare la differenza tra un ospite che torna e uno che lascia una recensione mediocre.
Le Terrazze Suites: modernità e tecnologia in Via Sparano
Il secondo concorrente è Le Terrazze Suites, situato in piena Via Sparano da Bari, la strada dello shopping per eccellenza della città. Parliamo di una struttura composta da sole quattro camere e nata appena un anno fa, quindi giovanissima. Siamo di fronte a una realtà fresca, con tutti i pregi della novità e i possibili difetti dell’inesperienza gestionale.
L’approccio è dichiaratamente tech e moderno: per entrare bisogna digitare un codice sul citofono, niente chiavi fisiche tradizionali. È il modello del self check-in automatizzato, sempre più diffuso soprattutto tra le strutture che puntano su un pubblico millennial e generazione Z abituato a gestire tutto via smartphone. Durante la puntata ci sono stati alcuni piccoli problemi con la domotica all’ingresso, nulla di grave ma abbastanza per ricordare a tutti noi che la tecnologia è fantastica quando funziona, e tremendamente frustrante quando si inceppa.
Le camere sono indiscutibilmente moderne, curate nel design minimal-chic, con un’estetica che potrebbe stare benissimo in un boutique hotel di Milano, Berlino o Copenaghen. Ed è proprio questo il punto dolente evidenziato durante la puntata: le camere dicono poco o nulla di Bari. Sono bellissime, funzionali, perfette per Instagram, ma potrebbero essere letteralmente ovunque. In un’epoca in cui i viaggiatori cercano sempre più autenticità e connessione profonda con il territorio, questa è una mancanza che si sente.
La suite che ha conquistato Barbieri
La camera assegnata a Bruno è quella che Barbieri stesso ha definito “da boutique hotel”, e non è un complimento da poco venendo da lui. Parliamo di una suite con vasca idromassaggio posizionata all’esterno, un bagno spazioso e moderno con vasca freestanding nera (un elemento di design molto ricercato e costoso, che si nota immediatamente), e una terrazza privata con vista sulla città. Qui il livello si alza decisamente: non siamo più in un semplice B&B cittadino, ma in una struttura che compete alla pari con hotel a quattro stelle.
Il prezzo riflette questa ambizione e questa qualità: 230 euro a notte per la suite di Barbieri, 160 euro per la deluxe e la residence, 120 euro per la standard. Siamo su un posizionamento decisamente premium per il mercato bar ese, che richiede un’esecuzione impeccabile in ogni dettaglio per essere sostenibile nel tempo e giustificato agli occhi degli ospiti.
Il problema della colazione esterna
Ed eccoci al punto più controverso e dibattuto della puntata: la colazione si consuma in un bar convenzionato esterno. Ora, dobbiamo fare una precisazione normativa importante che molti non conoscono. In Italia, per definizione legislativa, i bed and breakfast devono obbligatoriamente servire la colazione all’interno della propria struttura. È un requisito previsto dalle normative regionali sulla ricettività turistica. La convenzione con bar esterni è una pratica diffusissima ma tecnicamente si trova in una zona grigia dal punto di vista legale.
Il budget di 5 euro per ospite ha sollevato non poche perplessità tra i concorrenti, e francamente è comprensibile. Cinque euro per una colazione in un bar italiano nel 2025 sono veramente al limite del dignitoso: cappuccino e cornetto e hai già finito il budget. Durante la puntata sono emerse alcune contraddizioni proprio su questo budget, segno che probabilmente la gestione della convenzione con il bar non è stata ben definita o comunicata in modo trasparente agli ospiti fin dall’inizio.
Punteggio finale: 87 punti, un risultato solido che premia la qualità indiscutibile degli spazi, l’approccio moderno e tecnologico, e quella suite spettacolare che ha conquistato anche il palato difficile di Barbieri. Penalizzato dalla questione colazione esterna e dalla mancanza di identità territoriale nelle camere.
L’Officina: quando il concept dei motori incontra l’ospitalità
Il terzo contendente è L’Officina, e già il nome ti fa capire esattamente con cosa hai a che fare. Al piano terra della struttura c’è davvero un’officina meccanica funzionante, e tutta la filosofia del B&B è costruita attorno a questo concept motoristico. È un esempio perfetto di quello che in hotellerie chiamiamo “themed accommodation”: quando una proprietà decide di costruire l’intera identità attorno a un tema specifico e riconoscibile.
Gli appartamenti sono arredati in stile vintage con continui richiami alle auto d’epoca: componenti meccanici originali usati come elementi decorativi, colori industriali, un’estetica che strizza l’occhio al mondo dei motori e della meccanica classica. I pavimenti, come notato più volte durante la puntata, sono particolarmente belli e curati, probabilmente originali d’epoca e recuperati con attenzione durante la ristrutturazione.
È una scelta coraggiosa e di nicchia, che funziona perfettamente quando il concept è eseguito con coerenza totale e attenzione maniacale ai dettagli. Il problema delle themed properties è che o le ami follemente o le odi con tutto il cuore: difficilmente lasciano gli ospiti indifferenti. Chi cerca un’esperienza particolare, instagrammabile, diversa dal solito B&B anonimo, adorerà questo posto con tutto se stesso. Chi cerca comfort classico, camere neutre e discrezione potrebbe sentirsi decisamente a disagio.
I problemi strutturali evidenziati
Barbieri ha sollevato durante la puntata una questione seria e non trascurabile: la mancanza di privacy. In hotellerie, la privacy è un valore sacro e inviolabile. Un ospite deve potersi sentire al sicuro, protetto e completamente isolato dal mondo esterno quando è nella sua camera. Se questa sensazione fondamentale manca, tutto il resto passa automaticamente in secondo piano. Non è chiarissimo dalla puntata cosa specificamente creasse questo problema – se pareti troppo sottili, porte senza serrature adeguate, o layout architettonici che esponevano troppo gli spazi privati – ma è un elemento critico che andrebbe risolto con massima urgenza.
I bagni sono piccoli, altro punto dolente sollevato. In una struttura boutique o di design puoi permetterti di sacrificare i metri quadri della zona notte, ma il bagno deve essere sempre funzionale, confortevole e spazioso. Bagni angusti e claustrofobici danno immediatamente un’impressione di bassa qualità percepita, anche se tutto il resto della camera è curato nei minimi dettagli.
La colazione si ordina da un menu e viene servita direttamente in camera, una formula che in teoria dovrebbe essere comoda e apprezzata. Ma durante la puntata è emerso un problema grave: non c’erano uova nel menu della colazione. E questo, in un paese mediterraneo dove la colazione salata sta prendendo sempre più piede, è una mancanza significativa. Gli altri concorrenti hanno dichiarato apertamente che non tornerebbero per quella colazione, e in hotellerie una colazione bocciata è un problema serissimo: è l’ultimo ricordo che l’ospite porta con sé, quello che condiziona l’intera percezione del soggiorno.
I prezzi variano tra i 135 e i 150 euro a seconda dello stile e delle caratteristiche specifiche della camera. Un posizionamento medio-alto che richiederebbe un’esecuzione perfetta in ogni aspetto per essere pienamente giustificato.
Punteggio finale: 81 punti. Il commento finale di Barbieri è stato netto e senza appello: “Gli arredi non fanno giustizia all’hotel”. Tradotto dal barbarese all’italiano: l’idea di base è buona e originale, il concept è interessante e riconoscibile, ma l’esecuzione concreta non è all’altezza delle ambizioni iniziali. Capita spesso nelle strutture troppo focalizzate sull’estetica Instagram e troppo poco sulla funzionalità reale.
MammaDada Charm Rooms: la tradizione familiare che trionfa
Il quarto e ultimo concorrente è MammaDada Charm Rooms, ospitato in un elegante palazzo ottocentesco nel centro di Bari. Già solo l’edificio storico ti fa capire immediatamente che qui si punta sulla tradizione, sulla storia stratificata, su quel senso di autenticità profonda che i viaggiatori moderni cercano disperatamente.
Le camere sono dedicate alle figure femminili della famiglia dei proprietari: una scelta narrativa bellissima e toccante che crea immediatamente una connessione emotiva fortissima con gli ospiti. Non sono semplicemente camere numerate in modo anonimo come in un hotel di catena, sono storie di vita, persone reali, memorie familiari che prendono forma. È esattamente questo tipo di storytelling autentico che fa la differenza nell’ospitalità contemporanea e che crea quel legame indissolubile tra ospite e luogo.
Gli spazi sono davvero grandi e ariosi, un lusso rarissimo nei centri storici italiani dove ogni metro quadro ha un valore elevatissimo. I colori pastello dominano in tutte le stanze, creando atmosfere rilassanti, luminose e positive. È una palette cromatica perfetta per una struttura ricettiva: né troppo accesa (che stimola e tiene svegli), né troppo scura (che può opprimere e deprimere). Il giusto equilibrio studiato per far riposare profondamente gli ospiti.
La gestione intelligente della colazione
Anche MammaDada ha una convenzione con un caffè esterno alla struttura, con un voucher generoso da 10 euro per ogni ospite. È quasi il doppio del budget offerto da Le Terrazze Suites, e la differenza si sente eccome sulla qualità e sulla varietà. Dieci euro permettono una colazione più che dignitosa in un bar italiano: cappuccino, cornetto fresco, magari anche qualcosa di salato se l’ospite lo desidera. La gestione è trasparente e intelligente: se l’ospite sfora il voucher consumando di più, la spesa extra è naturalmente a suo carico. Chiarezza totale fin dall’inizio, sempre apprezzata.
I prodotti della colazione sono sembrati di buona qualità durante la puntata, e questo è fondamentale. Non importa dove servi materialmente la colazione, se i prodotti sono scadenti o mediocri l’esperienza sarà negativa e l’ospite se ne ricorderà malissimo.
I prezzi sono molto competitivi: 100 euro per le camere standard, 120 euro per le superior, 140 euro per le deluxe. Un posizionamento medio che rende la struttura accessibile a un pubblico molto ampio, mantenendo comunque un livello qualitativo elevato e percepito.
Punteggio finale: 88 punti, il più alto della serata. Il commento di Barbieri è stato sintetico ma pesantissimo: “È ben organizzato”. In hotellerie, l’organizzazione è letteralmente tutto. Puoi avere la struttura più bella del mondo dal punto di vista estetico, ma se la gestione è caotica, improvvisata o approssimativa, gli ospiti se ne accorgono immediatamente e non tornano.
Il verdetto finale: il ribaltone di Barbieri
I 5 punti bonus del Barbieri Plus sono andati a Le Terrazze Suites, grazie all’area wellness spettacolare con vasca idromassaggio esterna e terrazza panoramica. Con questi 5 punti aggiuntivi, Le Terrazze Suites aveva raggiunto i 92 punti totali (87 punti della gara + 5 del Barbieri Plus), superando MammaDada che si era fermata a 88 punti.
Ma è nel momento della valutazione finale che succede l’imprevedibile. Quando arriva il momento dei voti personali di Bruno Barbieri – quelli che possono ribaltare completamente qualsiasi classifica – lo chef stellato premia con decisione MammaDada Charm Rooms, ribaltando il risultato e facendola trionfare come miglior B&B a Bari.
E la vittoria è assolutamente meritata: MammaDada ha dimostrato di saper bilanciare perfettamente tradizione e servizio moderno, autenticità territoriale e professionalità gestionale, prezzi accessibili e qualità percepita elevata. Barbieri ha premiato quella che lui stesso ha definito “una struttura ben organizzata”, riconoscendo che nell’ospitalità del 2025 non vince chi grida più forte, chi ha la tecnologia più avanzata o chi spende di più in arredi design, ma chi riesce a far sentire l’ospite davvero benvenuto, coccolato e a casa.
Il ribaltone finale dimostra quanto sia importante non solo avere una struttura bella esteticamente, ma saperla gestire con competenza, attenzione e quella passione vera che gli ospiti percepiscono immediatamente. Le Terrazze Suites aveva camere più spettacolari? Sì. L’Officina aveva un concept più originale? Sicuramente. Palazzo Italia aveva servizi wellness in ogni camera? Certo. Ma MammaDada aveva l’organizzazione impeccabile, la cura maniacale dei dettagli e quella capacità di accoglienza autentica che hanno fatto la differenza agli occhi di Barbieri, convincendolo a ribaltare la classifica con i suoi voti decisivi.
È interessante notare come nessuna delle quattro strutture in gara sia stata perfetta o impeccabile: ognuna aveva i suoi indiscutibili punti di forza e le sue debolezze evidenti. Palazzo Italia deve imparare urgentemente a dosare e a curare la colazione (quel prosciutto a cubetti non si può vedere), Le Terrazze Suites deve trovare un’identità territoriale forte e risolvere definitivamente la questione colazione esterna con budget troppo ridotto, L’Officina deve lavorare seriamente su privacy e funzionalità degli spazi oltre che sulla colazione, MammaDada deve solo continuare così perfezionando magari qualche dettaglio dei bagni.
E tu, quale preferisci sinceramente? Saresti andato da Palazzo Italia per provare la sauna in camera a due passi dalla stazione? Ti saresti fatto conquistare dalla modernità tecnologica e dalla terrazza panoramica de Le Terrazze Suites? Ti sarebbe piaciuto dormire circondato da pistoni e componenti d’epoca de L’Officina? O avresti scelto la calda tradizione familiare e gli spazi generosi di MammaDada? Raccontaci nei commenti quale di questi quattro B&B baresi ti avrebbe convinto a prenotare, e soprattutto perché. E se hai già soggiornato in una di queste strutture, condividi la tua esperienza diretta con la community!





Ribadisco che il prosciutto a cubetti è parte della tradizione barese… Barbieri deve studiare prima di parlare perché un grande Chef non si può permettere certi scivoloni.
Eh si, probabilmente non lo conosceva 🙂 chissà 😀
Non sono stata ospite di queste strutture, ma volevo difendere il prosciutto a cubetti, che poi non è esattamente a cubetti ma a pezzettini, altrimenti detto:prosciutto tagliato alla barese, proprio perché è una nostra tradizione servirlo così. Certo non tutti possono apprezzarlo, ma pensare che sia una mancanza di delicatezza mi pare un pò troppo.
Barbieri l’ha definito così 🙂 si è depresso quando l’ha visto 😀 però anche a me non dispiace… però per la colazione magari è più scomodo
salve, sono il gestore dell’officina. Volevo specificare che sebbene un concorrente in trasmissione ha detto che noi non serviamo le uova noi da sempre abbiamo la opzione della colazione all’inglese dove c’è uova e tutto quanto si voglia richiedere, abbiamo più di 50% di ospiti stranieri saremo dei folli a non dare colazione all”inglese, Jimmy probabilmente voleva metterci in cattiva luce e ci è riuscito
Grazie per la precisazione 🙂 noi alla fine commentiamo ciò che vediamo in TV 🙂