Eccoci qui, pronti a raccontarvi una delle puntate più interessanti di 4 Hotel che ho visto ultimamente. Bruno Barbieri è tornato a Parma e dintorni per scovare l’hotel migliore della zona, e devo dire che questa volta la sfida è stata… diciamo particolare. Tra robot anni ’60, letti che si rompono, colazioni in bar convenzionati e vecchie tipografie riconvertite, ne abbiamo viste delle belle. Quattro hotel completamente diversi tra loro, ognuno con la sua identità ben precisa. E indovinate? A vincere non è stato quello più costoso. Ma partiamo dall’inizio.
Cortaccia San Vitale: i robot, le travi e il bagno da ospedale
Il primo hotel in gara si trova a Sala Baganza, provincia di Parma, ed è il Cortaccia San Vitale, un tre stelle con un’anima decisamente particolare. Questa struttura ha qualcosa che mi ha fatto sorridere fin da subito: è piena di robot originali degli anni ’60. Non sto scherzando. Robot vintage sparsi qua e là che danno quel tocco retrò-futuristico che non ti aspetti in un hotel di charme accanto a una rocca del 1477.
Le camere sono tutte diverse tra loro, e questa è sempre una cosa che apprezzo. Niente di standardizzato, ognuna ha la sua personalità. A tutti i concorrenti sono state assegnate camere superior, e devo dire che per essere un tre stelle sono enormi. Soffitti altissimi con travi in legno a vista, quell’atmosfera un po’ rustica ma elegante che ti fa sentire subito in un posto speciale. E poi – dettaglio interessante – c’è una piccola sezione fitness in ogni camera. Non una palestra vera e propria, ma tipo una cyclette o un attrezzo da allenamento. Non male come idea.
La camera di Marianna (una delle concorrenti) aveva un letto da quattro metri. QUATTRO METRI. Non so voi, ma io non ho mai dormito su un letto così grande in vita mia. Probabilmente potresti farci rotolare tutta la famiglia e avanzare ancora spazio.
Ma ovviamente non è tutto rose e fiori. Paolo si è lamentato della temperatura troppo fredda della stanza. Bruno invece ha fatto notare l’elevata presenza di plastica – e questo è un tema che torna come un boomerang in questa puntata, preparatevi. A colazione Bruno ha chiesto il Karkadè (quella tisana di ibisco che beve abitualmente la mattina) e non ce l’avevano. Marianna ha trovato il buffet un po’ scarso, soprattutto nella parte dolce. Paolo però ha apprezzato i prodotti locali della Food Valley, quindi un punto a favore per l’autenticità. Peccato per i prodotti monoporzione che, indovinate un po’, aumentano ancora la plastica.
Il prezzo? 99 euro per ogni camera superior. Onesto per quello che offre. I concorrenti hanno dato 89 punti senza considerare i voti di Barbieri. Ah, e Paolo ha detto che il bagno sembra “da ospedale”. Questo mi ha fatto ridere perché lo immaginavo tutto bianco con le piastrelle cliniche.
Grand Hotel Regina: lo Shining di Salsomaggiore Terme
Secondo in gara è il Grand Hotel Regina, uno storico quattro stelle in stile liberty a Salsomaggiore Terme. Io adoro questi hotel storici, hanno un fascino che i moderni non potranno mai raggiungere. Però – e questo è un “però” gigante – devono essere tenuti bene. Perché se un hotel storico è trascurato, diventa triste più velocemente di uno moderno.
Questo hotel ha 84 stanze distribuite su 5 piani. È imponente. Ha il parcheggio privato dietro la struttura, cosa non scontata in centro. Hanno assegnato ai concorrenti due Junior Suite, e qui iniziano i problemi. Bruno Barbieri ha fatto subito un’osservazione che mi ha fatto morire: dice che il corridoio assomiglia a quello di Shining, il film horror di Kubrick. Chi l’ha visto sa di cosa parlo: quel corridoio infinito con la moquette geometrica dove il bambino va con il triciclo. Ecco, uguale. E quando Bruno fa quel tipo di battute, non è mai un buon segno.
Le camere sono grandi, senza moquette (punto a favore secondo me, la moquette negli hotel mi ha sempre fatto un po’ senso). Ma Alessio non ha apprezzato le linee classiche, le ha trovate un po’ pesanti. Bruno ha notato di nuovo la grande presenza di plastica. Marianna ha trovato sporcizia e una ragnatela. E il colmo? A un concorrente si è rotto il letto. Non so come, non so perché, ma si è proprio rotto.
Il buffet della colazione sembrava ampio e i concorrenti hanno detto che la qualità era alta. Io guardandolo dalla TV ho avuto l’impressione che molti prodotti fossero industriali, ma ripeto, non ero lì a assaggiarli quindi potrei sbagliarmi. Marianna ha trovato la Food Valley nel salato ma non nel dolce, segno che forse sulla pasticceria locale potevano impegnarsi di più.
Prezzi: le 3 mini suite 95 euro, la Classic 70 euro. Onestamente per un quattro stelle storico in centro mi sembrano prezzi molto accessibili. Forse troppo? I voti senza Barbieri ammontano a 74 punti, i più bassi della puntata. Non benissimo.
Palazzo Gozzi: il Bed & Beauty che ha sorpreso tutti
Ed eccoci al terzo in gara, Palazzo Gozzi, un Bed & Beauty. Cosa vuol dire? Che dentro l’hotel c’è anche un’area beauty dove puoi tagliarti i capelli. E poi – preparatevi – tutto è in vendita. Sì, tutto. Vedi un mobile che ti piace? Puoi comprarlo. Vedi un oggetto di design? Puoi portartelo a casa. È tipo dormire in un negozio di arredamento, ma fatto con gusto.
Alcune camere mi sono sembrate un po’ scure, ma quelle di Marianna e Bruno erano bellissime. Molto curate, con attenzione ai dettagli. Bruno ha visto un armadio degli anni ’30 e ha detto che lo vorrebbe comprare. Tutto è personalizzato, anche lo scarico della doccia ha un design particolare. L’unico mobile che non vendono è quello della camera, perché era un regalo. Bello questo tocco personale.
Ma qui arriva la parte controversa: la colazione è in un bar convenzionato. Non è nell’hotel. Per me questa è una cosa che mi fa storcere il naso. Quando vado in hotel voglio svegliarmi e scendere in pigiama a fare colazione, non dovermi vestire ed uscire. È comodo? No. Però il bar sembra buono, la pasticceria aveva un bell’aspetto. I concorrenti hanno ordinato un panettone gastronomico (che figata). E soprattutto: non ci sono limiti di spesa per la colazione. Hai un voucher illimitato. I concorrenti erano dubbiosi su questa cosa, e anch’io lo sarei. Quanto puoi davvero ordinare senza sembrare scortese?
Il prezzo della camera di Bruno era 140 euro. Non economico, ma considerando che è tutto design e che gli oggetti sono vendibili, forse ci sta. Ha ottenuto 82 punti senza considerare il Barbieri Plus e i voti di Bruno.
PiumaViola: la tipografia trasformata in guest house
Ultimo ma non meno interessante: PiumaViola, una guest house ricavata da una vecchia tipografia storica di Parma. Si trova vicino alla stazione, comodissimo per chi arriva in treno. L’idea di recuperare una vecchia fabbrica e trasformarla in alloggio mi piace sempre un sacco. Danno un senso nuovo a spazi industriali che altrimenti andrebbero persi.
Hanno recuperato diversi oggetti dalla vecchia tipografia, quindi c’è questa atmosfera un po’ industrial-vintage che funziona bene. Totale 4 camere più altre soluzioni. Dicono che cercano di evitare la plastica, e infatti Bruno non ne ha trovata. FINALMENTE. Qualcuno che ha preso sul serio la questione sostenibilità.
Il campanello all’ingresso però è un po’ scomodo. Come dice Bruno, se dimentichi il codice e non hai il telefono sei fregato. Non c’è una reception tradizionale, è tutto self check-in. Alcune camere non sono male, anche se Bruno ha fatto notare che c’è poca privacy con le vetrate del bagno. Io personalmente odio i bagni con le vetrate nelle camere. Non capirò mai questo trend.
Essendo una guest house, la cucina è limitata, ed è giusto così. La colazione sembrava carina, il buffet non aveva tantissimi prodotti ma quelli che c’erano erano molto belli visivamente. Sembrava tutto curato, artigianale.
Prezzi: monolocale 96 euro, camera matrimoniale 90 euro, camera tripla standard 90 euro, camera deluxe 110 euro. Prezzi nella media, onesti. Ha ottenuto 86 punti senza i voti di Barbieri.
Il Barbieri Plus e il verdetto finale
Bruno ha dato i suoi famosi 5 punti del Barbieri Plus a… Palazzo Gozzi! Che così è salito a 87 punti. Ma mancavano ancora i suoi voti personali. E con quei voti – ben 36 punti – Palazzo Gozzi ha totalizzato 123 punti vincendo la puntata.
Ora, io devo essere onesto. La colazione fuori dall’hotel mi lascia perplesso. Ma probabilmente Bruno ha apprezzato l’unicità del concetto, il design, l’attenzione ai dettagli, e il fatto che tutto fosse in vendita. È un’esperienza diversa dal solito hotel. Non è per tutti, ma per chi cerca qualcosa di particolare e non gli dispiace uscire per colazione, può essere perfetto.
Il Grand Hotel Regina, nonostante fosse il più grande e storico, è arrivato ultimo. E questo la dice lunga: non basta avere la storia dalla tua parte se poi non la mantieni. Le ragnatele, il letto rotto, l’atmosfera da Shining… tutte cose che trascinano giù un posto che potrebbe essere magnifico.
Le mie considerazioni (non richieste ma le do comunque)
Questa puntata mi ha fatto riflettere su una cosa: l’autenticità batte sempre la grandezza. Cortaccia San Vitale, con i suoi robot vintage e le camere enormi, era onesto e aveva personalità. Palazzo Gozzi, con il suo concept unico di Bed & Beauty, ha osato qualcosa di diverso. PiumaViola ha recuperato un pezzo di storia industriale e l’ha resa vivibile. Questi posti hanno un’anima.
Il Grand Hotel Regina invece sembrava un gigante addormentato. Aveva tutto per vincere – la storia, lo stile liberty, la posizione – ma non è bastato. E questa è la lezione: in Italia abbiamo mille strutture storiche meravigliose che rischiano di diventare tristemente obsolete se non le curiamo con amore e attenzione.
La questione della plastica è emersa forte e chiara. Bruno l’ha sottolineata in almeno tre hotel su quattro. È un tema che ormai non possiamo più ignorare. Gli hotel devono evolversi, trovare alternative sostenibili. PiumaViola ha dimostrato che si può fare.
E poi c’è la questione delle colazioni. Io resto dell’idea che la colazione vada fatta in hotel, ma capisco anche il fascino di andare in un bar locale, sederti tra la gente del posto e assaggiare la vera pasticceria del territorio. È più autentico? Forse. È comodo? Assolutamente no.
Il vincitore perfetto?
Palazzo Gozzi ha vinto, e probabilmente se lo merita per il coraggio di essere diverso. Ma il vincitore perfetto sarebbe stato un ibrido: le dimensioni e il carattere di Cortaccia San Vitale, la storia del Grand Hotel Regina (ma tenuta meglio), il design e l’unicità di Palazzo Gozzi, e la sostenibilità di PiumaViola. Aggiungeteci una colazione interna all’hotel con prodotti della Food Valley, e avete l’hotel dei sogni.
Ma sapete cosa? Forse è proprio questa varietà che rende il panorama alberghiero di Parma così interessante. C’è spazio per tutti: per chi vuole il grande hotel storico, per chi cerca il boutique design, per chi ama l’atmosfera industrial, per chi preferisce il charme di campagna. L’importante è che ognuno faccia bene il suo mestiere, con passione e attenzione.
E voi? In quale di questi quattro hotel andreste? Io sono ancora indeciso tra Cortaccia San Vitale per le camere enormi e quei robot assurdi, e Palazzo Gozzi per il puro gusto di dormire in mezzo a oggetti di design che potrei portarmi a casa. Anche se poi, conoscendomi, comprerei tutto e tornerei a casa con un furgone pieno di mobili.
La prossima volta che andate a Parma, fateci un pensiero. E se andate a Palazzo Gozzi, mandatemi una foto di quello che avete comprato. Sono curioso.




