La truppa dei “Millennials” si infoltisce sempre più
L’ultimo, in ordine di tempo, a far capolino alla schiera dei millennials ,decisamente interessanti, è Mirko Antonucci, esterno offensivo di proprietà della Roma, classe 1999. Il suo debutto in A è avvenuto mercoledì sera durante la gara di recupero con la Sampdoria. Il giovane giallorosso dopo aver sfiorato il gol del pareggio, si è reso protagonista del cross al bacio indirizzato sulla testa di Dzeko, il quale non ha dovuto far altro che spedire la sfera in fondo al sacco, regalando un pareggio sul fotofinish alla banda guidata da Di Francesco. Antonucci è solo l’ultimo, sino ad ora, di una schiera di ragazzotti dalle ottime speranze, messisi in luce in massima serie.
Impossibile dimenticare il week-end del 27/28 maggio 2017, ultima giornata dello scorso campionato e data da cerchiare in rosso per Kean e Pellegrini, rispettivamente nati nel 2000 e nel 2001. L’ex bianconero, ora in prestito all’Hellas Verona, realizzò il primo gol di un millennial in A, nella trasferta di Bologna, pochi giorni prima della disfatta di Cardiff. Trascorrono poco meno di ventiquattro ore e in un Olimpico trepidante per l’addio al calcio di Francesco Totti, a rompere gli indugi in Roma-Genoa ci pensa Pietro Pellegri, aitante centravanti rossoblù, autore di una rete da veterano d’area di rigore. Il numero sessantaquattro del Grifone, in questo momento non è al centro del progetto tattico di Ballardini, ma ciò non ha minimamente intaccato il suo appeal, in quanto la Juventus ha messo gli occhi su questo centravanti dal sicuro avvenire, a tal punto da formulare una cospicua offerta da concretizzare, poi, nella prossima finestra di mercato estiva.
Dici millennial e pensi a Patrick Cutrone, classe 1998 ed esploso in questa stagione con i colori di una vita, quelli rossoneri del Milan. Il numero sessantatre del “diavolo”, come espressamente dichiarato da Gennaro Gattuso, sembra avere il fuoco dentro di sé, assomiglia ad un tarantolato, affamato di gol e di gloria. Per molti aspetti ricorda Filippo Inzaghi, anche se il baby Patrick ha più volte dichiarato che il suo idolo sia Alvaro Morata. Sino ad ora le reti in campionato sono due, mentre in Europa League cinque, senza dimenticare i due centri in Coppa Italia di cui uno decisivo contro l’Inter in occasione dei quarti di finale. Niente male per un ragazzo che sta contribuendo alla causa del Milan molto più rispetto ai blasonati Kalinic e André Silva.
Giovani interessanti crescono anche a Benevento, dove Enrico Brignola, nato l’8 luglio 1999 ha debutto in A nella sfida casalinga contro il Milan, in una gara che resterà storica per le Streghe, in quanto rappresenti il match in cui la banda di De Zerbi ha conquistato il suo primo punto in massima serie, grazie ad un gol siglato dal portiere Brignoli. Modificando l’ultima vocale e tornando a parlare di Brignola,l’attaccante numero novantanove, come la sua classe, ha battezzato la sua prima stagione in A con la rete messa a segno contro la Sampdoria, lo scorso 6 gennaio, sancendo il provvisorio 3-1 ai danni dei blucerchiati. In attesa di vedere all’opera Eddy Salcedo, attaccante del Genoa, nato nel 2001 e con una sola apparizione in A, nella prima di campionato contro il Sassuolo, ma già visionato da club di prestigio, su tutti la Juventus, il fiore all’occhiello di questo nutrito gruppo di millennials resta Gigio Donnarumma, alla sua terza stagione da protagonista in A, punto fermo tra i pali del Milan e sicuro protagonista nel nuovo corso della Nazionale azzurra.
L’estremo difensore rossonero mostra già una spiccata personalità e un buon grado d’esperienza, fattori che cancellano come un colpo di spugna la sua carta d’identità. Giovani promesse del calcio italiano crescono e tale lieta notizia non può che essere accolta con favore, considerando il difficile momento che stia vivendo questo sport, culminato con il punto più basso della sua storia, ossia l’estromissione dalla fase finale di un campionato del mondo.