Se anche tu stai soffrendo per la finale di stagione di MobLand e non sai quando arriverà il rinnovo, abbiamo la terapia perfetta per i tuoi crime drama withdrawal symptoms. Kin, la serie BBC prodotta nel 2021 con ancora potenziale per una terza stagione, è quella gemma nascosta che tutti gli appassionati del genere gangster dovrebbero avere nel proprio watchlist.
Con Charlie Cox (sì, il nostro amato Daredevil) nei panni di Michael Kinsella, la serie racconta la storia di un ex assassino appena uscito di prigione che cerca disperatamente di vivere una vita da cittadino modello per rivedere sua figlia. Ma sappiamo tutti come vanno queste cose nel crime drama: la famiglia caotica e le guerre tra organizzazioni criminali lo risucchiano lentamente nell’underworld che aveva cercato di lasciare. È praticamente Il Padrino moderno, ma con quella sensibilità narrativa britannica che sa essere brutale e poetica allo stesso tempo.
Quello che rende Kin ancora più interessante per i fan di MobLand è la presenza di Emmett J. Scanlan, che anche qui dimostra il suo talento camaleontico in un ruolo completamente diverso. Ma attenzione: questa non è una semplice serie di rimpiazzo mentre aspetti il ritorno di Tom Hardy e soci. Kin ha delle carte in regola che potrebbero farlo preferire all’originale in diversi aspetti, soprattutto per quanto riguarda l’interazione tra l’ambientazione e il mondo esterno, oltre al ruolo che le donne ricoprono nelle attività illecite.
Emmett J. Scanlan: da psycho-enforcer a fragile anti-eroe
Se in MobLand Emmett J. Scanlan interpreta Paul, l’enforcer degli Harrigan con quella follia psicopatica che lo rende simultaneamente divertente e terrificante (chi può dimenticare quando si carica prima di far saltare in aria gli uomini di Richie?), in Kin diventa Jimmy Kinsella, il fratello di Michael e figlio del capo famiglia.
È un 180 gradi completo dal punto di vista caratteriale: se dovessimo fare un parallelo con Il Padrino, Jimmy sarebbe decisamente il Fredo della famiglia. Ha zero problemi a ammazzare gente, ma le sue skills strategiche sono pari a quelle di un goldfish. Tanto che spesso è sua moglie Amanda (Clare Dunne) a prendere le decisioni importanti al posto suo, emascolandolo progressivamente e alimentando il suo ego fragile.
Il genio di Scanlan sta nel riutilizzare alcune espressioni caratteristiche in modi completamente diversi. Lo sguardo vitreo che in MobLand comunica assenza di sensi di colpa e pericolosità, in Kin diventa un indicatore di quanto il personaggio sia spezzato e ostracizzato dalla famiglia. È un masterclass di acting che genera empatia invece che terrore.
La famiglia Kinsella: quando essere deboli diventa un punto di forza narrativo
Una delle differenze sostanziali tra Kin e MobLand riguarda il power level delle famiglie protagoniste. Mentre gli Harrigan hanno accesso ai Cotswolds come rifugio sicuro e possono contare su Harry (Tom Hardy) come jolly per uscire da qualsiasi situazione critica, i Kinsella partono sempre da una posizione di debolezza.
In entrambe le stagioni li vediamo o sottomessi a Eamon (Ciarán Hinds) o disperatamente impegnati a negoziare per evitare che Nuray Batuk (Öykü Karalel) e il suo cartello internazionale li spazzino via completamente. Questa dinamica crea una tensione costante che rende ogni episodio un nail-biter, perché non hai mai la sensazione che i protagonisti abbiano un safety net.
Michael potrebbe essere considerato l’arma segreta della famiglia, ma la sua riluttanza a tornare nell’ambiente criminale mantiene i Kinsella sempre in svantaggio. Quando riescono ad ottenere successi come rubare tutta la droga di Eamon, questi sembrano achievement epici che hanno richiesto rischi enormi.
Frank vs Conrad: il confronto tra leader al tramonto
Il contrasto più evidente emerge confrontando Frank (Aidan Gillen) con Conrad Harrigan (Pierce Brosnan). Conrad può anche essere invecchiato, ma è ancora al picco dei suoi poteri e mantiene quella sete di sangue da predatore. Frank invece viene immediatamente percepito come debole da tutti, incluso suo figlio Eric (Sam Keeley), per il modo in cui obbedisce ciecamente a Eamon.
L’arco narrativo di Frank è tutto incentrato sull’introspezione e sulla ricerca del proprio valore, generando empatia nel pubblico e facendoci tifare per i Kinsella. Se gli Harrigan perdessero, francamente, non sarebbe la fine del mondo.
Amanda: l’ascesa al potere che Maeve apprezzerebbe
MobLand ha fatto scuola nell’includere donne in posizioni di potere: Seraphina (Mandeep Dhillon) e Bella (Lara Pulver) gestiscono affari indipendenti, Maeve (Helen Mirren) è praticamente il vero capo della famiglia, e Kat McAllister (Janet McTeer) fa tremare tutti solo sentendo il suo nome.
Kin adotta un approccio simile ma ci mostra l’ascesa invece della posizione consolidata. Amanda è chiaramente la più intelligente della famiglia – gestisce il riciclaggio e progressivamente prende sempre più controllo. Il fatto che non parta da una posizione dominante rende la sua scalata ancora più celebrata dal pubblico.
Quando nella seconda stagione si trova a scontrarsi direttamente con Brendan (Francis Magee), l’ex leader della famiglia appena uscito di prigione, la sua capacità di non farsi intimidire dalla sua brutalità e mascolinità tossica la dipinge come il personaggio più forte dell’intera serie.
Il verdetto finale: perché Kin merita il tuo tempo
Kin non è un semplice sostituto di MobLand, ma una serie che prende idee simili e le sviluppa in modo unico, cambiando prospettiva e dinamiche di potere. La presenza di Scanlan è la ciliegina sulla torta, e mentre aspettiamo notizie sulla seconda stagione di MobLand, questa gem britannica dovrebbe tenerti più che soddisfatto.
Tu hai già visto Kin? Pensi che possa competere con MobLand o credi che Tom Hardy sia insostituibile nel crime drama contemporaneo? Scrivilo nei commenti e dimmi quale delle due serie preferisci!