Attimi di pura e ordinaria follia sono andati in scena domenica pomeriggio nel dopo gara di Atalanta-Empoli. La partita, terminata con il punteggio di 2-2 con goal decisivo nel finale di Denis che ha regalato un punto prezioso agli orobici per la corsa salvezza, era stata abbastanza tranquilla, con nessun episodio particolare da segnalare. La classica partita disputata a viso aperto tra le due squadra, senza risparmiarsi ma a basse dosi di nervosismo. Nulla lasciava presagire a ciò che sarebbe accaduto al fischio finale dell’arbitro Cevellera. Ed invece dopo il novantesimo ci troviamo a raccontare dell’ennesimo inspiegabile atto di violenza selvaggia. Questi i fatti: Denis e il difensore dell’Empoli, Tonelli, si erano beccati per tutta la gara, interventi duri tra i due ma il tutto riconducibile alla concitazione del gioco per una partita dal valore importante per i nerazzurri. A fine gara, scesi negli spogliatoi, Cigarini chiama Tonelli come per dirgli qualcosa, quando ad un tratto sbuca dalle spalle del centrocampista atalantino, Denis, che rifila un pugno al volto del difensore empolese provocandogli una ferita al naso e sotto l’occhio.
Maccarone, attaccante e capitano dell’Empoli, racconta che nel momento del fattaccio, le luci del corridoio che conducono agli spogliatoi erano state spente, forse per un improvviso blackout o ancor peggio per premeditare questo atto dalla barbarie assoluta. Dopo questo regolamento dei conti in pieno stile “far-west”, Pierpaolo Marino, dirigente dell’Atalanta, non nega l’accaduto ma ribadisce l’assoluta bontà di Denis, atleta esemplare e molto educato, affermando che il “Tanque” abbia reagito in questo modo sconsiderato in quanto sia stato minacciato di morte dal difensore Tonelli. Minacce che avrebbero riguardato lui e la sua famiglia. Di diverso avviso è il tecnico dei toscani Sarri, richiedendo indagini approfondite della Digos per fare chiarezza su questo episodio increscioso. In seguito si avrà anche una dichiarazione di Cigarini che contattando Maccarone afferma di essere estraneo a questo episodio, prendendo le distanze dal comportamento di Denis e giurando sui suoi figli della sua innocenza. Nella serata di ieri poi è giunta notizia tramite il legale di Tonelli ,della denuncia del difensore toscano nei confronti dell’attaccante atalantino, definendo il suo comportamento da vero “vigliacco” nello sferrare il pugno e poi scappare via. Nel frattempo il giudice sportivo Tosel, in merito a questo grave fatto di violenza inaudita ha squalificato il difensore dell’Empoli per un turno, invece per Denis sono state inflitte ben cinque giornate di stop. Un provvedimento severo per un episodio dai connotati riprovevoli. Anche questa volta il calcio, quello vero, quello fatto di passione, sacrificio, sportività e lealtà viene mortificato.
Anche questa volta ci troviamo a commentare episodi di violenza ingiustificata che nulla hanno a che vedere con il calcio giocato. Questi tristi episodi lanciano messaggi errati nei confronti dei giovani, dei piu’ piccoli, di tutti coloro che si avvicinano a questo sport. Il calcio dovrebbe essere innanzitutto rispetto dell’avversario, fair play e non luogo dove prendere a pugni un altro atleta come se si fosse in un saloon. Poi la cosa grave di questa vicenda di cronaca extracalcistica è la premeditazione dell’atto. Denis che si fa aiutare da Cigarini per colpire Tonelli, le luci spente del corridoio per agire in maniera indisturbata. Un disegno becero e raccapricciante da non ripetere piu’. Ora per l’attaccante dell’Atalanta queste cinque giornate di squalifica macchieranno inevitabilmente la sua carriera. Onestamente bisogna riconoscere che fino a domenica scorsa, il “Tanque” non si era mai reso protagonista di episodi di questo genere, ma il pugno rifilato a Tonelli è una sconfitta non solo per il calciatore in quanto tale ma soprattutto per l’uomo, per il Denis genitore che in questo caso non è riuscito a dare il buon esempio.