Muhammad Ali, la leggenda della boxe è morto, sabato 3 giugno 2016. Aveva 74 anni.
Muhammad Ali è entrato in ospedale il 2 giugno per trattare un problema respiratorio. È morto con la famiglia al suo fianco quando le sue condizioni sono peggiorate. Ali lascia la moglie Lonnie e nove figli, Laila, Rasheda, Hana, Asaad, Maryum, Jamillah, Khaliah, Muhammad Jr. e Miya.
Muhammad Ali, nato come Cassius Marcellus Clay Jr., è stato un pugile professionista americano, generalmente considerato il più grande di sempre per quanto riguarda la categoria dei pesi massimi nella storia della boxe. All’inizio della sua carriera, Ali era famoso per essere una figura ispiratrice, controversa e polarizzante sia dentro che fuori dal ring di pugilato. Era una delle figure sportive più riconosciute degli ultimi 100 anni, incoronato “Sportivo del Secolo” da Sports Illustrated e “Sports Personality of the Century” dalla BBC. Ha anche scritto diversi libri best-seller della sua carriera, tra cui The Greatest: My Own Story e The Soul of a Butterfly.
Ali ha iniziato la sua formazione a 12 anni ed all’età di 22 ha vinto il campionato mondiale dei pesi massimi nel 1964 battendo Sonny Liston in un match sbalorditivo. Poco dopo l’incontro, Ali si è unito alla Nation of Islam e cambiò il suo nome in Muhammad Ali (محمد علي). Si è convertito all’Islam sunnita (سني) nel 1975, e 30 anni dopo ha aderito al Sufi Islam (صوفي).
Nel 1967, tre anni dopo aver vinto il titolo dei pesi massimi, Ali rifiutò l’arruolamento nell’esercito degli Stati Uniti, citando le sue credenze religiose al coinvolgimento americano nella guerra del Vietnam. Fu poi arrestato e trovato colpevole di progetti per evasione e spogliato del suo titolo di campione di boxe. Ali non combatté di nuovo per quasi quattro anni, quelli dove poteva esprimersi al meglio. L’appello di Ali arrivò fino alla Corte Suprema degli Stati Uniti dove, nel 1971, fu ribaltata la sua convinzione. Le azioni di Ali come obiettore di coscienza alla guerra lo rendono un’icona.
Ali è stato per tre volte campione del mondo dei pesi massimi; ha vinto il titolo nel 1964, nel 1974 e nel 1978. Tra il 25 febbraio del 1964 ed il 19 settembre del 1964 Muhammad Ali è stato l’indiscusso campione dei pesi massimi.
Soprannominato “The Greatest”, Ali è stato coinvolto in diversi match storici di pugilato. Tra questi sono memorabili gli incontri con Liston, i tre con il rivale Joe Frazier, ed il “The Rumble in the Jungle” con George Foreman, dove ha riacquistato il titolo che aveva perso sette anni prima.
In un momento in cui la maggior parte dei combattenti lasciano la voce ai loro manager, Ali, ispirato dal wrestler professionista “Gorgeous” George Wagner, si faceva vedere spesso sotto i riflettori, dove fu spesso provocatorio e stravagante. Ha gestito la maggior parte delle conferenze stampa ed interviste, ed ha parlato liberamente di problemi non correlati alla boxe. Ali ha trasformato il ruolo e l’immagine dell’atleta africano-americano in America abbracciando l’orgoglio razziale e la sua volontà di antagonizzare il popolo bianco nel farlo.
Ci lascia un grande campione sportivo ed una persona con la P maiuscola.