Il re dell’action movie Liam Neeson si prepara a sorprendere il pubblico mondiale con una svolta inaspettata nella sua carriera: la commedia pura. Per la prima volta in oltre cent’anni di filmografia (106 film per l’esattezza), l’attore nordirlandese abbandona pistole e vendette per abbracciare il mondo della farsa cinematografica nel reboot di “Una Pallottola Spuntata”, la leggendaria serie che negli anni ’90 aveva consacrato Leslie Nielsen come imperatore della comicità deadpan.
Ma non aspettatevi una brutta copia del compianto Nielsen. Neeson ha fatto una scelta artistica coraggiosa e controcorrente: non ha nemmeno rivisto i film originali per prepararsi al ruolo, limitandosi ai ricordi di quando li vide al cinema anni fa. “Erano una bella risata”, ha dichiarato a Variety. “Divertenti. Umorismo da scolaretti”. Una dichiarazione che suona quasi come una presa di distanza dal tono della trilogia originale, ma che in realtà nasconde una strategia interpretativa molto più sofisticata.
L’attore ha spiegato la sua filosofia: “Mi sono semplicemente fidato della sceneggiatura. E sapevo che sarebbe migliorata man mano che ci lavoravano sopra”. Il regista Akiva Schaffer, che ha anche co-scritto il film, aveva sempre un altro sceneggiatore sul set – un amico ovviamente – che forniva finali alternativi alle scene. “Prova questo, prova quello”, racconta Neeson, descrivendo un processo creativo fluido e collaborativo.
Ma la vera rivelazione arriva quando gli viene chiesto se abbia tentato di emulare Nielsen nella sua interpretazione: “No, quel tipo di indicazioni non le avrei accettate. Ho fatto oltre 100 film, quindi non ho bisogno che qualcuno mi dica come recitare”. Una dichiarazione di indipendenza artistica che definisce perfettamente l’approccio di Neeson a questo nuovo territorio cinematografico.
L’approccio professionale alla commedia
Nonostante si tratti della sua prima vera farsa cinematografica, Neeson ha mantenuto sul set lo stesso approccio metodico che caratterizza tutte le sue performance. “Quando provavamo le scene, ci liberavamo delle nostre risatine personali”, spiega l’attore. “E alcune scene richiedevano una certa coreografia – gag visive e cose del genere”.
L’elemento interessante è come Neeson sia riuscito a bilanciare serietà professionale e leggerezza. “Non voglio dire che fosse sempre serio, tutt’altro. Ma era un lavoro serio, ovviamente, girare qualsiasi film mantenendo un senso di leggerezza. Sapete, questo è molto importante”, ha spiegato.
Il casting che fa discutere
Una delle scelte più curiose del film riguarda la timeline narrativa: Neeson interpreta il figlio di Leslie Nielsen nella nuova versione, nonostante l’attore 72enne sia circa 40 anni più vecchio del figlio nato ai personaggi di Nielsen e Priscilla Presley in “Una Pallottola Spuntata 33⅓ – L’insulto finale”. Una scelta che dimostra come il reboot abbia deciso di riscrivere completamente le regole della continuità narrativa.
Neeson era felice di essere associato alla star di “L’aereo più pazzo del mondo”, ma con una condizione molto specifica: “Se i produttori mi avessero detto che dovevo decolorarmi i capelli per il ruolo, non l’avrei mai fatto”. Una linea rossa che dimostra quanto l’attore tenga alla propria identità anche quando si cimenta in territori completamente nuovi.
La collaborazione con Pamela Anderson
Sul set, Neeson ha lavorato fianco a fianco con Pamela Anderson, con cui ora è ufficialmente fidanzato secondo i tabloid. L’attore descrive l’esperienza come “completamente piacevole”, spendendo parole di grande stima per la collega: “La ammiro molto… Nessuna posa, nessun grande ego. È lì per fare il lavoro. È semplicemente un essere umano adorabile”.
Questa dichiarazione non solo conferma la professionalità di Anderson sul set, ma dimostra anche come la chimica tra i due attori abbia funzionato sia davanti che dietro le telecamere. Un elemento fondamentale per il successo di una commedia che deve far ridere mantenendo credibile la relazione tra i protagonisti.
Il rischio calcolato di un veterano
La scelta di Neeson di non imitare Nielsen potrebbe sembrare rischiosa, ma in realtà rappresenta l’approccio più intelligente possibile. Qualsiasi tentativo di copiare lo stile inconfondibile del compianto attore canadese sarebbe risultato goffo e artificioso. Invece, portando la sua personalità e il suo background action nel mondo della commedia, Neeson ha creato un Frank Drebin completamente nuovo.
Il successo al box office del weekend di apertura sembra confermare questa strategia, con un pubblico giovane che ha accolto favorevolmente questa reinvenzione del franchise. La capacità di Neeson di mantenere la sua identità artistica anche in un contesto così diverso dimostra la maturità di un attore che, a 72 anni, non ha paura di sperimentare.
“Una Pallottola Spuntata” con Liam Neeson rappresenta quindi non solo un reboot di successo, ma anche la prova che i grandi attori possono reinventarsi completamente senza perdere la loro essenza. La lezione è chiara: non serve imitare i grandi del passato per onorarli, basta essere se stessi con la stessa dedizione e professionalità che hanno reso immortali i loro predecessori.
Cosa ne pensi dell’approccio di Neeson? Credi che abbia fatto bene a non imitare Leslie Nielsen? Raccontaci la tua opinione nei commenti!




