“Devi nutrire il tuo dolore. È l’unico modo per superarlo”. Con questa frase, accompagnata da un piatto contenente ben 18 spicchi d’aglio (abbastanza da tenere lontani tutti i vampiri di “Sinners”), “Nonnas” apparecchia la tavola per un’esperienza cinematografica che ti invita a sederti, riempire il piatto e ricordare da dove vieni, che sia dalla Sicilia, da Bologna o dal Bronx.
Un ristorante di nonne per guarire il cuore
Basato sulla vita di Jody Scaravella, che dopo aver perso la madre aprì nel 2007 l’Enoteca Maria a Staten Island, “Nonnas” racconta la storia di Joe (Vince Vaughn), un figlio in lutto che crea un luogo dove il dolore si trasforma in conforto, un cucchiaio alla volta. Il ristorante di Joe diventa famoso per le nonne (o nonnas, come vengono chiamate in italiano) che lavorano in cucina, ognuna preparando piatti di diverse regioni italiane.
Diretto da Stephen Chbosky (lo stesso di “Noi siamo infinito”) e scritto da Liz Maccie, il film segue un percorso narrativo familiare: l’underdog che apre un’attività con un concetto stravagante e riesce a farla funzionare contro ogni previsione. È una formula che abbiamo visto mille volte, ma come dice una vecchia massima di sceneggiatura, “i luoghi comuni esistono perché funzionano”.
Un cast che sa di famiglia
La performance di Vaughn è puro tenerume, supportata da un ensemble stellare che include “Le Nonne”: Susan Sarandon, la sexy sopravvissuta, Lorraine Bracco, la solitaria spinosa, Brenda Vaccaro, la vedova sfacciata, e Talia Shire, la religiosa. Un cast che da solo vale il prezzo del biglietto (o in questo caso, dell’abbonamento a Netflix).
Joe incontra Linda Cardellini per una seconda possibilità in amore, mentre Drea de Matteo e Joe Manganiello interpretano Stella e Bruno, i migliori amici “vecchia coppia sposata”. È un’alchimia di personaggi che crea un ambiente familiare che ti avvolge come una coperta calda in una giornata fredda.
Una ricetta per non dimenticare
C’è un’espressione che dice “perdere le ricette”, riferendosi all’idea di scollegarsi dalla propria storia. Si tratta di mantenere viva la tradizione, evocando i nostri antenati attraverso le cose che ci tramandano, che si tratti di cultura, eredità o cibo. “Nonnas” parla esattamente di questo.
Non bisogna giudicare un film in base alla sua posizione in una classifica dei più grandi di tutti i tempi, ma piuttosto su come si comporta all’interno del suo genere e stile. Come i piatti serviti dalle vere nonne all’Enoteca Maria, “Nonnas” è stato creato per offrire conforto. È un film da domenica pomeriggio, magari dopo un pranzo in famiglia.
Le radici che ci tengono ancorati
Può essere sentimentale, ma Chbosky, Maccie e Scaravella (con il suo libro di cucina “Nonna’s House”) stanno mantenendo vivi i fili che ci legano alle nostre nonne, e alle loro nonne, e alle loro antenate prima di loro. Questo è ciò che intende Stella quando dice a Joe di “nutrire il suo dolore”.
Se teniamo i nostri antenati nella memoria, non possiamo perderli o le ricette che sono fondamentali per le nostre famiglie quanto il DNA. Forse questa non è una recensione vera e propria, ma molto simile al viaggio dei personaggi di Vaughn e Manganiello, è un’osservanza della tradizione e dei simboli d’amore che portiamo con noi.
Se guardi attentamente durante una scena cruciale, noterai lo stesso Scaravella nella sala da pranzo. Bruno, il suo amico di lunga data, è ancora lì. Persino la famosa “capuzzelle” – un tradizionale piatto di testa d’agnello che quasi fece crollare il locale – rimane nel menu. Questo sentimento è ciò che rende “Nonnas” soddisfacente.
Non un film di prestigio, ma un piatto che scalda l’anima
“Nonnas” non è un film di prestigio; è il tipo di storia che ci ricorda che possiamo guarire attraverso le connessioni con il passato e con gli altri. È come un piatto di comfort food che potresti sederti e mangiare, condito con Pecorino Romano e un buon sugo della domenica.
La regia di Chbosky è semplice ma efficace, evitando inutili fronzoli per concentrarsi sui personaggi e sulle loro interazioni. La fotografia calda e avvolgente sottolinea il tema del conforto che percorre tutto il film, mentre la colonna sonora discreta ma emotiva accompagna i momenti più toccanti senza diventare invadente.
Se stai cercando un’esperienza cinematografica che ti faccia sentire come se fossi tornato a casa dalla nonna per una domenica di pranzo in famiglia, “Nonnas” è esattamente ciò che ti serve. Ti lascerà con una sensazione di calore nel cuore e probabilmente con un’improvvisa voglia di cucinare quella ricetta che ti ha insegnato tua nonna.
E tu, hai una ricetta di famiglia che ti riconnette alle tue radici? O forse hai un film “comfort food” che guardi quando hai bisogno di sentirti meglio? Condividi nei commenti la tua ricetta preferita o il tuo film del cuore, e raccontaci se pensi che “Nonnas” possa diventare la tua prossima coccola cinematografica!
La Recensione
Nonnas
"Nonnas", nuova proposta Netflix diretta da Stephen Chbosky, racconta la storia di un figlio in lutto (Vince Vaughn) che apre un ristorante gestito da nonne italiane, ispirandosi alla vera storia di Jody Scaravella e del suo Enoteca Maria di Staten Island. Con un cast stellare di "nonne" (Susan Sarandon, Lorraine Bracco, Brenda Vaccaro e Talia Shire) e una storia che parla di elaborazione del lutto attraverso il cibo, il film è una confortevole esperienza cinematografica domenicale che non punta all'originalità ma al calore emotivo. Un comfort food cinematografico perfetto per chi cerca storie di guarigione e connessione con le proprie radici.
PRO
- Un Vince Vaughn in versione "orsacchiotto" che ti conquisterà
- Un poker di attrici leggendarie nei panni delle nonne italiane
CONTRO
- Non aspettarti colpi di scena o innovazioni narrative
- Meglio vederlo con la pancia piena o ti verrà fame!