Dopo quattro nomination e oltre quarant’anni di carriera cinematografica, Tom Cruise riceverà finalmente il suo primo Oscar. Non sarà il classico Academy Award competitivo che tutti si aspettavano dopo decenni di performance iconiche, ma l’Oscar Onorario alla Carriera che l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences gli consegnerà durante la sedicesima edizione dei Governors Awards il 16 novembre a Hollywood. Un riconoscimento che arriva come una forma di riparazione per uno degli attori più amati e redditizi della storia del cinema, che ha trasformato ogni film in un evento e ogni acrobazia in una lezione di dedizione artistica.
La motivazione ufficiale definisce Cruise “uno degli attori più famosi e di maggiore incasso di tutti i tempi“, ma è il riferimento al suo sostegno all’esperienza cinematografica in sala e al suo ruolo nel risollevare le sorti del cinema durante il Covid che rivela il vero significato di questo premio. In un’epoca in cui lo streaming sembrava destinato a uccidere il cinema tradizionale, Cruise è diventato il paladino dell’esperienza teatrale, dimostrando che certi film devono essere vissuti sul grande schermo per esprimere tutta la loro potenza emotiva e visiva.
Cruise condividerà il palco con altri tre giganti dello spettacolo: l’attrice e coreografa Debbie Allen, lo scenografo Wynn Thomas e la cantante Dolly Parton, che riceverà il Jean Hersholt Humanitarian Award per il suo impegno filantropico. Una quartet che rappresenta perfettamente la diversità e l’eccellenza del mondo cinematografico contemporaneo.
Le quattro nomination che non bastarono mai
La storia delle nomination mancate di Cruise è una delle anomalie più clamorose della storia degli Oscar. La prima candidatura come miglior attore protagonista arrivò nel 1990 per Nato il quattro luglio, dove la sua interpretazione di Ron Kovic, il veterano del Vietnam paralizzato, dimostrò una profondità drammatica che molti non si aspettavano dalla star action.
La seconda nomination, sempre come protagonista, arrivò nel 1997 per Jerry Maguire, dove la sua iconica frase “Show me the money!” è entrata nel lessico cinematografico popolare. Nel 2000 fu la volta della candidatura come miglior attore non protagonista per Magnolia, dove Paul Thomas Anderson aveva estratto da lui una performance vulnerabile e complessa che molti critici considerano ancora oggi il suo lavoro migliore.
L’ultima nomination è arrivata nel 2023 con Top Gun: Maverick, ma come produttore nella categoria miglior film. Un riconoscimento che celebrava non solo la sua capacità attoriale, ma anche la sua visione imprenditoriale nel creare cinema spettacolare che funziona sia artisticamente che commercialmente.
L’uomo che ha ridefinito l’action movie
Quello che rende Cruise unico nel panorama hollywoodiano è la sua ossessione per l’autenticità fisica. In un’epoca di CGI dominante e controfigure digitali, lui ha continuato a eseguire personalmente le acrobazie più pericolose. Appeso agli aerei, scalatore di grattacieli, pilota di elicotteri e motociclette: Cruise ha trasformato ogni sequenza action in una dimostrazione di coraggio fisico che va oltre la recitazione.
La saga di Mission: Impossible, che si è conclusa con The Final Reckoning, rappresenta il culmine di questa filosofia. Ogni film della serie ha alzato l’asticella delle acrobazie pratiche, dimostrando che il cinema spettacolare può coesistere con l’artigianalità tradizionale.
L’eredità di un vero movie star
L’Academy cita anche altre performance memorabili nella filmografia di Cruise: Risky Business, Codice d’onore, Intervista col vampiro, Eyes Wide Shut e Vanilla Sky. Un percorso artistico che dimostra la sua versatilità: dal giovane ribelle al soldato tormentato, dal vampiro sensuale al pilota eroico.
La motivazione del premio sottolinea anche il suo contributo durante il periodo pandemico, quando molti studios posticipavano le uscite cinematografiche. Cruise ha insistito per mantenere Top Gun: Maverick esclusivamente nelle sale, contribuendo alla rinascita del cinema post-Covid.
Un Oscar che arriva al momento giusto
Questo Oscar Onorario arriva nel momento perfetto della carriera di Cruise. A 63 anni, ha dimostrato che l’età non è un limite quando si tratta di dedizione artistica. Top Gun: Maverick ha incassato oltre 1,4 miliardi di dollari mondialmente, dimostrando che il pubblico continua ad amare il cinema spettacolare quando è fatto con passione e competenza.
Il 16 novembre rappresenterà quindi non solo un riconoscimento individuale, ma anche una celebrazione di un modo di fare cinema che rischia di scomparire. Cruise ha incarnato l’idea che le star del cinema devono essere davvero straordinarie, capaci di fare cose che il pubblico normale non potrebbe mai immaginare.
Tu cosa ne pensi di questo Oscar Onorario a Tom Cruise? Credi che meriti questo riconoscimento dopo una carriera così lunga e influente, o pensi che avrebbe dovuto vincere uno degli Oscar competitivi per cui era stato nominato? Scrivilo nei commenti e dimmi quale performance di Cruise consideri la sua migliore di sempre!