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Ciò che queste persone hanno fatto durante molte atrocità storiche ripristinerà il loro nome agli occhi dell’umanità.

by Alessandro Aru
29 Aprile 2015 - Updated on 29 Maggio 2017
in Tech
Reading Time: 5min read
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L’umanità, non abbiamo bisogno di dirvi, che può essere abbastanza terribile. La storia è piena di violenza ed atrocità, con la gente pronta ad uccidere per nulla, torturare e schiavizzare l’un l’altro in tutto il mondo.

Ma c’è sempre speranza. Anche nel più buio dei tempi e tra le persone più brutali, ci sono quelli che si alzano sopra il dominio della folla e cercano di fare quello che possono per mantenere intatta l’umanità. Qui ci sono nove storie di persone che avrebbero potuto facilmente essere dalla parte dei cattivi, e talvolta erano anche i malfattori, ma sono riusciti comunque a trovare un modo per riconciliarsi con il bene umano grazie alle azioni che hanno fatto e sono state riabilitate agli occhi dell’umanità.

Il proprietario di schiavi che ha deciso di liberare i suoi schiavi.

Non c’è dubbio, possedere uno schiavo è terribile ora come lo era prima, schiavizzare una persona è davvero brutale, ma in passato la tratta degli schiavi era molto comune. Robert Carter III, mostrato qui in foto, era il proprietario di una piantagione. Nel 1770, ha inaspettatamente deciso di liberare tutti i suoi schiavi. Tuttavia, nonostante la pressione dei suoi figli e dei proprietari delle piantagioni vicine (che temevano una rivolta pro-schiavitù), ha liberato 15 schiavi ogni anno. Ci sono prove che suggeriscono che egli era semplicemente stanco di tenere gli schiavi, ma ha anche fatto in modo che i suoi figli non avrebbero potuto annullare l’atto di liberazione, una volta che Robert Carter sarebbe morto. Nel 19° secolo, altri proprietari di schiavi e commercianti hanno sperimentato queste modalità usate da Robert Carter III.

I soldati (senza nome) serbi che salvarono i loro vicini musulmani.

Durante le guerre balcaniche che si sono svolte negli anni 1990, la tranquilla città di Srebrenica fu assediata dalle truppe serbo-bosniache. Furono giustiziati 7.000 ragazzi musulmani e gli uomini sopravvissuti si dettero alla fuga. L’evento fu tragico, ma alcuni soldati serbi sono andati contro l’ordine dei capi e salvarono molte persone. Un soldato ha permesso a due uomini di rimanere nascosti con un gruppo di donne, per esempio. Anni dopo il conflitto, sempre più storie come questa sono emerse, con soldati serbi impegnati a salvare i loro vicini, nascondendo le persone, e talvolta anche sacrificando la propria vita.

L’ufficiale nazista ungherese che ha salvato la vita dei suoi prigionieri.

Zoltan Kubinyi era a capo di un campo di lavoro, il che lo imposta come un terribile cattivo, ma invece si rifiutò di trattare male i suoi prigionieri. Garantiva a loro razioni supplementari di cibo ed ha permesso addirittura la celebrazione delle feste. Quando dall’alto commando arrivò l’ordine di spedire i prigionieri nei campi di sterminio, lui trovò una soluzione inviando tutti gli uomini in Ungheria. Aiutò molte persone a fuggire, li condusse in una città occupata dai russi, dove sarebbero stati al sicuro. Nonostante le buone azioni fu stato arrestato dopo la guerra, e morì in Siberia.

Le fazioni in guerra che rischiano la vita rimuovendo le mine dalla Colombia.

La Colombia è uno stato in guerra con se stesso da più di 50 anni, con i conflitti tra il governo, paramilitari di destra, di sinistra e milizie FARC. La violenza, danni, e la miseria sono incalcolabili, e il risultato della guerra partigiana ha lasciato il paese disseminato di mine. Le mine causano morte e distruzione anche in zone dove non si combatte. Ora, un piccolo gruppo di ex soldati sta cercando di cancellare quelle mine, rimuovendole dal terreno, e grazie al loro aiuto tutto il popolo ne ha beneficiato, basti pensare che anche i soldati FARC si stanno unendo in questo sforzo. Il conflitto è tutt’altro che finito, ma questo potrebbe essere un barlume di speranza.

L’africano contro il razzismo. 

Il Sud Africa è conosciuto per la sua storia di razzismo, con africani bianchi che beneficiano di un sistema ingiusto. Ci sono stati alcuni, però, che si unirono ai movimenti anti-apartheid. Frederik van Zyl Slabbert è stato uno dei più importanti, nonostante crebbe come conservatore, e la sua famiglia fu pro-apartheid. Ha lavorato anche con i politici neri ed attivisti provenienti dagli altri paesi, ed è stato etichettato come traditore.

Gli hutu che proteggevano i tutsi dal genocidio in Ruanda.

Nel 1994, nel corso di soli tre mesi, una faida etnica tra il popolo hutu e tutsi in Ruanda è traboccata in un genocidio di massa del popolo tutsi. Almeno 800.000 persone – sia tutsi e hutu moderati – sono state uccise dagli estremisti, ma non tutti gli Hutu hanno approvato questa violenza insensata. Molti di loro hanno aperto le loro case (e nel caso di Paul Rusesabagina, il suo hotel) ai loro vicini tutsi. Una donna, Sula Karuhimbi, ha ospitato 20 rifugiati nella sua casa. Quando i soldati hutu vennero da lei, ha detto loro che era una strega e minacciò i soldati di maledire le loro famiglie. Sorprendentemente, questa strategia funzionò. Altre persone hanno accompagnato i rifugiati sino al confine dello Zaire. Molti perirono per i loro sforzi.

Il nazista che ha salvato migliaia di persone.

Anche se era un convinto sostenitore di Hitler e delle sue idee, l’ufficiale nazista John Rabe cambiò improvvisamente la sua linea quando l’esercito imperiale giapponese arrivò a Nanchino, in Cina, una delle più brutali atrocità mai condotte dai soldati giapponesi. Ha radunato gli espatriati tedeschi e americani a Nanchino ed ha creato una “zona internazionale”, e l’ha utilizzata per proteggere i circa 250.000 civili cinesi che si sono rifugiati in questa zona. Nascose 650 persone nel suo giardino, ed ha mantenuto la protezione della Zona Internazionale per quattro mesi. Anche se è stato arrestato come un sostenitore nazista dopo la guerra, è stato ricordato in Cina come un eroe.

Il proprietario della fabbrica che ha aiutato i poveri della Gran Bretagna.

Di solito, durante il 19° secolo, i proprietari delle fabbriche inglesi evocavano i pensieri di cattivi dickensiani. C’era, però, il Gallese e proprietario di un cotonificio che di nome faceva Robert Owen, che lavorò per creare ambienti di lavoro ideali per i suoi dipendenti. I suoi lavoratori avevano accesso alle cure materne gratuite, e i bambini dei lavoratori ricevevano insegnamenti presso le scuole. Ha anche fornito abitazioni sociali, il che significava che la sua fabbrica era diversa dalle altre. Inoltre inseriva prezzi equi nel deposito per i lavoratori che lavoravano nell’azienda, mentre altri avrebbero fatto pagare prezzi enormemente gonfiati per mantenere i lavoratori poveri. Era un capitalista, ma ha migliorato la vita di centinaia di lavoratori.

Gli antifascisti nei Sudeti.

I Tedeschi che vivevano nei Sudeti, una zona della ex Cecoslovacchia, tendevano ad essere estremamente filo-nazisti e sostenevano l’occupazione tedesca della zona. Tuttavia, alcuni erano fortemente contrari al nazismo, ed avevano espresso il loro disappunto con la propaganda ant-nazista. Il più famoso tedesco dei Sudeti era l’ex nazista Oskar Schindler, che continuò a combattere contro i nazisti salvando tante vite di ebrei.


Questo dimostra che anche a fronte di bruttissime azioni umane, ci sono persone, a volte persone inaspettate, che ancora possiedono una grande capacità: quella di fare del bene.

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