Quando Pete Davidson passa dal Saturday Night Live a un film horror che promette di farti saltare dalla poltrona, sai che qualcosa di grosso sta bollendo a Hollywood. “Home“, il nuovo progetto del regista James DeMonaco – il genio dietro la saga di “The Purge” – presenta Davidson in un ruolo che non avresti mai immaginato: un protagonista del terrore che deve fare i conti con segreti terrificanti nascosti in una casa di riposo.
Il trailer ufficiale appena rilasciato conferma che non ci sarà assolutamente niente da ridere in questa pellicola, in arrivo a fine luglio negli USA. Davidson interpreta Max, un ventenne ribelle e problematico condannato ai servizi sociali in una casa di riposo per anziani che, come sempre accade nei migliori horror, nasconde molto più di quello che sembra.
La premise è classica ma efficace: una struttura apparentemente tranquilla con un quarto piano inaccessibile dove vengono ospitati pazienti che richiedono “cure speciali”. È quel tipo di setup che nel horror genre funziona sempre, soprattutto quando hai un regista come DeMonaco che sa esattamente come trasformare luoghi familiari in nightmare scenarios. Ovviamente Max non si accontenterà delle spiegazioni ufficiali e inizierà a indagare, scoprendo che i segreti di quella casa hanno collegamenti inaspettati con il suo passato.
Stiamo parlando di un casting choice che potrebbe essere geniale o disastroso, senza vie di mezzo. Davidson ha dimostrato in passato di saper gestire ruoli drammatici, ma l’horror è un territorio completamente diverso che richiede competenze specifiche.
James DeMonaco: dal Purge al psychological horror
James DeMonaco non è nuovo al horror di qualità. La saga di “The Purge” ha ridefinito il concetto di social thriller moderno, trasformando una high concept premise in un franchise multimilionario che ha saputo evolversi mantenendo sempre un core message politico e sociale.
Il passaggio da dystopian action horror a quello che sembra essere un psychological thriller ambientato in una casa di riposo dimostra la versatilità del regista. DeMonaco ha sempre saputo utilizzare location familiari per creare tensione – dalle case suburbane di “The Purge” alle strade delle città – e una casa di riposo offre infinite possibilità per claustrophobic horror.
Il genre shift è interessante: mentre “The Purge” giocava con la macro-violence sociale, “Home” sembra puntare su un horror più intimista che esplora i dark secrets nascosti nelle istituzioni che dovrebbero prendersi cura delle persone più vulnerabili.
Pete Davidson: dalla comedy all’horror
Il casting di Davidson rappresenta una delle scelte più audaci dell’anno. L’attore e comico è noto principalmente per il suo lavoro al Saturday Night Live e per ruoli in comedy come “The King of Staten Island” e “Bodies Bodies Bodies”, ma l’horror richiede un completely different skill set.
Davidson ha dimostrato di avere range drammatico in film come “The King of Staten Island”, dove ha mostrato vulnerabilità e profondità emotiva. Ma l’horror acting richiede anche la capacità di trasmettere genuine fear e psychological tension, competenze che scopriremo solo vedendo il film.
Il personaggio di Max – un ventenne ribelle costretto ai servizi sociali – sembra scritto su misura per il persona di Davidson. La sua natural awkwardness e il suo underdog appeal potrebbero funzionare perfettamente in un contesto horror dove il protagonista deve essere relatable ma anche capace di growth attraverso il terrore.
La casa di riposo come setting horror
L’ambientazione in una casa di riposo è una scelta narrativamente ricca per un film horror. Questi luoghi sono spesso percepiti come liminal spaces – luoghi di transizione tra la vita e la morte – che creano automaticamente un’atmosfera di unease.
Il mysterious fourth floor con pazienti che richiedono “cure speciali” è un classic horror trope che funziona perché gioca con le nostre primal fears riguardo all’institutional care e alla medical experimentation. È il tipo di setup che promette body horror, psychological manipulation e possibili elementi supernatural.
La class dynamics tra Max – un giovane in difficoltà – e gli anziani ospiti della struttura aggiunge un layer di social commentary che potrebbe elevare il film oltre il semplice scare fest.
Il supporting cast e la produzione
Accanto a Davidson troviamo John Glover e Bruce Altman, due character actors veterani che promettono di aggiungere gravitas al progetto. Glover in particolare ha un track record impressionante nel genre work, con apparizioni memorabili in “Smallville” e altri progetti dark.
La production value sembra solida a giudicare dal trailer, con cinematography che privilegia close-ups claustrophobic e lighting che crea shadow play tipico del modern horror. DeMonaco sa come massimizzare i budget e creare tension attraverso atmosphere piuttosto che expensive effects.
Le aspettative e i rischi
“Home” si presenta come un mid-budget horror che punta più su story e character development che su jump scares e gore. È un approccio rischioso in un mercato che spesso premia l’immediate gratification del shock value.
Il trailer suggerisce un slow-burn approach che costruisce tension gradualmente, rivelando i segreti della casa di riposo man mano che Max approfondisce le sue indagini. È il tipo di pacing che può risultare incredibly effective se eseguito bene, ma che rischia di perdere l’attenzione del pubblico se non riesce a mantenere momentum.
Il potenziale franchise e l’eredità di DeMonaco
Se “Home” dovesse funzionare, DeMonaco potrebbe aver creato un altro concept con franchise potential. L’idea di institutional horror può essere declinata in infiniti modi – ospedali, prigioni, scuole – creando un universe tematico simile a quello di “The Purge”.
Il July release negli USA posiziona il film nella summer horror season, tradizionalmente meno competitiva rispetto alla October horror rush. Potrebbe essere una mossa strategica per conquistare box office senza troppa concorrenza di genere.
Tu cosa ne pensi di Pete Davidson nel ruolo di protagonista horror? Credi che la sua transition dalla comedy al terrore possa funzionare, o pensi che certi casting choices siano troppo risky per progetti di questo calibro? Scrivimi nei commenti – sono curioso di sapere se anche tu hai quella sensazione che “Home” possa essere la surprise hit dell’estate o un career misstep per Davidson!