Quando guardi Lee Pace in Fondazione su Apple TV+, è impossibile non restare ipnotizzati. Il suo Cleon (soprannominato Fratello Giorno) è immortale, narcisista, insicuro, minaccioso e allo stesso tempo stranamente vulnerabile. È probabilmente una delle performance più sfumate della carriera di Pace.
Ma c’è una serie televisiva nel curriculum di questo attore straordinario di cui si parla troppo poco. Una gemma nascosta che ha ottenuto il 96% su Rotten Tomatoes e sette Emmy Awards, eppure è stata cancellata dopo sole due stagioni. Sto parlando di Pushing Daisies, il gioiello dimenticato di Bryan Fuller che meritava molto di più.
La carriera impressionante (ma poco celebrata) di Lee Pace
Prima di entrare nel merito di Pushing Daisies, fermiamoci un attimo a riflettere su quanto sia ricca la filmografia di Pace. Ha interpretato Thranduil nella trilogia de Lo Hobbit, portando sullo schermo tutta l’eleganza e la freddezza del Re degli Elfi Silvani. Ha dato vita a Ronan l’Accusatore nel Marvel Cinematic Universe, un villain potente e implacabile.
E poi c’è The Fall, il film del 2006 diretto da Tarsem Singh, dove Pace offre una performance strabiliante e visivamente ipnotica. Eppure, nonostante questi ruoli importanti, Pushing Daisies resta l’opera che gli valse una nomination agli Emmy come Miglior Attore Protagonista in una Serie Commedia.
Il problema? Non ne parla quasi nessuno. E questo è un peccato, perché quella serie era qualcosa di veramente speciale.
Pushing Daisies: una fiaba macabra che sfida ogni genere
Pushing Daisies è una di quelle serie che non si lasciano catalogare facilmente. Bryan Fuller, il genio creativo dietro anche Hannibal, ha creato qualcosa che mescola fiaba, commedia, dramma romantico e procedural forense in un cocktail narrativo unico.
L’episodio pilota, intitolato “Pie-lette”, ci presenta Ned (interpretato da Pace), un affascinante proprietario e chef di una pasticceria con un segreto inquietante. Ned può riportare in vita i morti con un semplice tocco. Ma c’è un prezzo da pagare.
Le regole del suo potere sono ferree: se Ned tocca qualcosa di morto, questa torna in vita. Ma se la tiene in vita per più di un minuto, un’altra entità di uguale massa deve morire al suo posto. E se Ned tocca di nuovo quella stessa cosa? La morte diventa permanente, irreversibile.
È una premessa folle, degna di un episodio di Buffy l’Ammazzavampiri o Supernatural, ma Fuller la porta in una direzione completamente diversa: verso il calore, la commedia e la tenerezza.
Un’estetica da libro pop-up che incanta
L’estetica visiva di Pushing Daisies è probabilmente il suo elemento più riconoscibile. Immagina un libro pop-up che prende vita: colori audaci, vibranti, personaggi eccentrici che abitano una realtà quasi surreale ma stranamente familiare.
C’è una stranezza intenzionale nell’ambientazione, che si scontra (piacevolmente) con i temi filosofici più profondi radicati nell’isolamento di Ned. Non poter toccare nessuno che ami significa vivere in una bolla emotiva costante. Ned usa il suo dono solo sui cadaveri, riportandoli in vita per un minuto per aiutare a risolvere i loro omicidi o trasmettere i loro ultimi desideri.
Ed è qui che entra in scena Chuck.
L’amore impossibile al centro di tutto
Dopo che Ned resuscita Chuck (Anna Friel), il suo amore d’infanzia assassinato, i due si innamorano. Ma c’è un problema enorme: non possono toccarsi. Mai. Un secondo tocco di Ned la rimanderebbe nella terra dei morti per sempre.
Così la coppia si adatta. Si baciano attraverso una pellicola trasparente. Si tengono per mano indossando guanti. È romantico e straziante allo stesso tempo, un equilibrio perfetto tra dolcezza e malinconia.
Naturalmente, i guai non tardano ad arrivare. La serie gioca continuamente con le conseguenze del potere di Ned, esplorando questioni morali, dilemmi emotivi e momenti di pura follia comica.
Perché Pushing Daisies è finita troppo presto
È una vera vergogna che Pushing Daisies sia durata solo due stagioni. La cancellazione fu in parte dovuta allo sciopero degli sceneggiatori del 2008, che interruppe la produzione e danneggiò gli ascolti. Ma c’è anche da dire che la serie era troppo strana, troppo particolare per il pubblico mainstream di ABC.
Eppure, per chi l’ha vista e amata, Pushing Daisies resta un capolavoro incompreso. Una storia che non aveva paura di osare, di mescolare generi, di creare qualcosa di completamente originale.
Bryan Fuller ha dimostrato ancora una volta il suo talento nel costruire mondi visivamente ricchi e narrativamente complessi. Se hai amato Hannibal per la sua densità psicologica e la sua estetica curata, Pushing Daisies ti colpirà per la sua leggerezza apparente che nasconde profondità inaspettate.
Dove vedere Pushing Daisies in Italia
Purtroppo, devo darti una brutta notizia: Pushing Daisies non è attualmente disponibile in streaming in Italia su nessuna delle principali piattaforme. Non la trovi su Netflix, Prime Video, Disney+, NOW o altre.
Alcuni link di Amazon Prime Video sembrano riferirsi a Pushing Daisies, ma verificando si scopre che non è accessibile per gli utenti italiani.
L’unica opzione, al momento, è acquistare i cofanetti DVD delle due stagioni su Amazon o altri rivenditori, anche se spesso sono disponibili solo in versione originale inglese senza sottotitoli italiani. Un’alternativa è tenere d’occhio le piattaforme di streaming e attivare le notifiche per essere avvisato qualora la serie dovesse tornare disponibile in futuro.
L’eredità di una serie che meritava di più
Guardando indietro, Pushing Daisies aveva tutto per diventare un cult duraturo. Cast perfetto, scrittura brillante, regia ispirata, un’estetica unica. Eppure è stata dimenticata troppo in fretta, schiacciata dalla macchina televisiva che privilegia gli ascolti immediati rispetto alla qualità artistica.
Ma per chi la scopre oggi, Pushing Daisies offre qualcosa di raro: una storia che ti fa sorridere e piangere nello stesso momento, che ti fa riflettere sulla morte e sull’amore mentre ti intrattiene con omicidi bizzarri e torte deliziose.
Lee Pace, in particolare, brilla in ogni scena. Il suo Ned è vulnerabile, gentile, tormentato ma mai patetico. È la prova che Pace sa fare molto più che interpretare re elfici o imperatori galattici. Sa portare sullo schermo una umanità fragile e autentica che ti resta dentro.
Se sei un fan di Fondazione e vuoi scoprire un lato completamente diverso di Lee Pace, Pushing Daisies è un viaggio che vale assolutamente la pena fare. È strano, meraviglioso e tragicamente breve. Proprio come le cose più belle della vita.
E tu, conoscevi già Pushing Daisies? Se l’hai vista, qual è stato il tuo momento preferito? E se Lee Pace è uno dei tuoi attori preferiti, quale pensi sia la sua migliore performance? Raccontamelo nei commenti: sono curiosa di sapere cosa ne pensi!


