Cosa succede quando un meteorite cade su un villaggio sperduto della Finlandia, tra neve, slitte e personaggi più fuori di testa di quelli di Fargo? Succede Little Siberia, l’adattamento Netflix del romanzo omonimo di Antti Tuomainen, autore specializzato in quella meravigliosa miscela tra crime, noir e assurdo che sembra scritta dai fratelli Coen dopo una sauna troppo lunga.
Diretto da Dome Karukoski (sì, quello di Tom of Finland e Tolkien), il film è un piccolo gioiellino di narrazione grottesca, estetica glaciale e comic timing chirurgico, che ti fa ridere, riflettere e stringere i denti nella stessa scena.
Il fascino letale (e comico) di Hurmervaara
Un villaggio che sembra uscito da un sogno… o da un incubo sottozero
Il film si apre su Hurmervaara, tradotto come Charmsville. Nome ironico, perché è tutto tranne che incantata. Immagina neve ovunque, slitte al posto delle auto, e abitanti che sanno tutto di tutti.
Ed ecco che dal cielo piomba un meteorite, dritto sul tetto di un’auto. Un evento che, in un posto normale, causerebbe allarme o curiosità scientifica. Qui invece scatena avidità, superstizione e una valanga di reazioni imprevedibili.
Visivamente, il contrasto è forte:
- Esterni bianchi accecanti, che sembrano rubati a una pubblicità di piumini artici;
- Interni scuri, con legno, luci seppia e un senso di oppressione quasi teatrale.
Questo dualismo estetico rende perfettamente la claustrofobia relazionale di chi vive in questi microcosmi remoti.
Un protagonista stralunato, spirituale e sballottato
Il pastore Joel è il nuovo antieroe tragicomico che non sapevi di volere
Il cuore del film è Joel (Eero Ritala), un pastore luterano tanto sensibile quanto fuori posto. Quando viene incaricato di sorvegliare il meteorite, Joel si trova invischiato in un pasticcio degno di un noir surreale.
Scopre segreti che minano il suo matrimonio, si ritrova coinvolto in sparatorie, viene picchiato più volte e, come se non bastasse, ha pure la paranoia esistenziale.
Ritala è perfetto: occhi sempre spalancati, gestualità da cartoon nevrotico, calice di vino che non arriva mai alla bocca e un talento per le espressioni facciali che meriterebbe una gif dedicata.
Il personaggio è costruito con cura:
- Pastorale ma non sacro;
- Ironico ma mai caricaturale;
- Tragico ma teneramente goffo.
Una sintesi che funziona perché riesce a farci identificare con l’assurdo della sua situazione.
Un microcosmo di follia (e umanità)
Eroi improbabili, criminali dilettanti e bariste pericolose
Attorno a Joel si muove una galleria di personaggi degna di una sitcom dark:
- Tarvainen, ex pilota di rally alcolizzato, è una specie di Gandalf ubriaco;
- Karolina, la barista seduttiva, nasconde legami ambigui con ambienti criminali;
- Il cospirazionista del villaggio, sempre pronto a predicare catastrofi;
- E poi c’è Petar (Rune Temte), il “gigante” che sussurra preghiere mentre racconta le torture che ha inflitto.
Una menzione d’onore va proprio a Temte, inquietante e dolcissimo allo stesso tempo. La sua preghiera a Joel è una scena da manuale: terrore e ilarità nella stessa inquadratura.
Una regia che danza sul filo dell’assurdo
Dome Karukoski costruisce un equilibrio perfetto tra ritmo, tono e caos
Karukoski non si limita a trasporre il romanzo. Ne estrae l’anima e la potenzia visivamente. Il suo merito è creare un film che si muove tra:
- Crime alla Fargo;
- Umorismo nero alla Wes Anderson;
- Melanconia nordica degna di Kaurismäki.
Il montaggio è fluido, la colonna sonora è un mix bizzarro di suoni ticchettanti, corde tese e starnazzi percussivi (sì, hai letto bene). E ogni scelta stilistica amplifica il senso di surreale normalità.
Umorismo nero e spiritualità in crisi
Un film che ride dell’inferno quotidiano
Il vero punto di forza di Little Siberia è la scrittura intelligente che alterna punchline surreali a momenti di riflessione sincera.
“Leggi un libro di auto-aiuto, fai un po’ di yoga” gli dice la polizia mentre tutto va a rotoli.
“Se hai risposte, Gesù, è il momento” sbotta Joel guardando un quadro sacro.
Queste battute, rese con un timing comico impeccabile, mettono in luce una realtà in cui è più facile trovare un criminale che un senso alla vita.
Conclusione: una perla nordica da non perdere
Se ami il noir, l’assurdo e il freddo: corri a vedere questo film
Little Siberia è un film straniante, divertente e profondo. Una di quelle opere che non sai mai dove stanno andando, ma ti ci fiondi dentro con gusto.
Un piccolo capolavoro che unisce una sceneggiatura brillante, una regia ispirata e una performance protagonista da manuale.
E poi diciamolo: vedere un prete combattere per proteggere un meteorite con metodi sempre più discutibili, vale già il prezzo dell’abbonamento a Netflix.
E tu? L’hai visto? Ti ha sorpreso o sei rimasto di ghiaccio? Scrivilo nei commenti qui sotto, perché questo film merita di essere discusso quanto una nevicata in agosto.
La Recensione
Little Siberia
Un meteorite, un pastore scosso, un villaggio fuori dal mondo e una pioggia di guai assurdi. "Little Siberia" è arrivato su Netflix e potrebbe essere la commedia nera più strana e irresistibile dell'anno. Almeno su Netflix.
PRO
- Regia di Dome Karukoski: Il regista, noto per lavori come "Tom of Finland" e "Tolkien", offre una narrazione avvincente che mescola tensione e ironia in modo equilibrato.
- Atmosfera unica: Il film cattura l'essenza dei paesaggi innevati della Finlandia settentrionale, creando un ambiente suggestivo che amplifica il senso di isolamento e mistero.
CONTRO
- Umorismo nero: L'integrazione di elementi di humor nero potrebbe non essere apprezzata da tutti gli spettatori.