Hai presente quando sei convinto di conoscere tutti i seguiti di un determinato film, ma poi scopri che un titolo insospettabile è in realtà un sequel? Ecco, è esattamente ciò che è successo a me quando mi sono imbattuto in alcuni lungometraggi che ignoravo fossero la “parte due” (o anche la “parte tre”) di qualcosa di precedente. In un mondo di franchise numerati e di saghe interminabili, ci sono pellicole che sono proseguite senza gridarlo ai quattro venti.
In alcuni casi i produttori hanno cercato di nasconderne l’origine, in altri la distanza temporale fra primo e secondo film era così grande che quasi nessuno se n’è accorto. Oppure, è stata cambiata radicalmente l’atmosfera, il cast, perfino il genere: il pubblico, ignaro, ha guardato la nuova uscita come un titolo a sé stante, senza collegarla a quello venuto prima.
In questo articolo, ti racconto 14 film che molti non sanno essere sequel a tutti gli effetti. Ti sembrerà strano, ma alcuni registi o case di produzione si sono proprio impegnati a tenerlo nascosto… o comunque non lo hanno mai sbandierato. Altri, invece, lo hanno ammesso più o meno a denti stretti, ma chi li guarda per la prima volta magari non ne ha la minima idea.
Pronto a scoprire questi “progetti segreti”? Partiamo.
1. “Shock Treatment” (1981)
Titolo italiano: Shock Treatment (in genere distribuito con il titolo originale)
Sequel di: The Rocky Horror Picture Show (1975)
Inizio con una chicca: “The Rocky Horror Picture Show” è un musical cult che ha attraversato varie generazioni. Molti fan organizzano perfino serate a tema, con costumi e balletti in sala. Ma quasi nessuno sa dell’esistenza di un seguito, uscito nel 1981, chiamato Shock Treatment.
Questo film riprende i personaggi di Brad e Janet (gli stessi visti in Rocky Horror), ma interpretati da attori differenti. Niente Tim Curry qui, perché non ne voleva sapere di tornare nei panni di Frank-N-Furter, e soprattutto niente musical travolgente nello stile e nel tono che ricordiamo. Il creatore Richard O’Brien voleva fare un vero sequel, ma per una serie di motivi — budget, cambi di cast, poca voglia dei vecchi protagonisti — il progetto ha virato verso un’altra direzione, risultando una specie di racconto satirico su programmi televisivi e reality.
Non stupisce, quindi, che tantissimi appassionati di Rocky Horror non abbiano mai neppure sentito nominare Shock Treatment. Eppure, sì: è a tutti gli effetti la continuazione delle vicende di Brad e Janet.
2. “Il colore dei soldi” (1986)
Titolo italiano: Il colore dei soldi
Sequel di: Lo spaccone (1961)
Qui cambiamo epoca e genere. Forse ricordi che Lo spaccone (The Hustler) è un classico anni ’60 con Paul Newman nei panni del talentuoso giocatore di biliardo “Eddie lo svelto”. Venticinque anni dopo, Newman torna a vestire i panni di Eddie in Il colore dei soldi, diretto da Martin Scorsese e con un giovanissimo Tom Cruise come co-protagonista.
Il distacco è così ampio che molti non si rendono conto di star guardando il seguito di un film uscito un quarto di secolo prima. Inoltre, lo stile di Scorsese è molto diverso dall’atmosfera anni ’60 de Lo spaccone. Eppure, la connessione narrativa è lì: Eddie Felson è lo stesso personaggio, invecchiato ma non domo, pronto a insegnare il mestiere a un nuovo rampante giocatore.
In un certo senso, può essere considerato uno dei primi “legacyquel” della storia: un protagonista di una pellicola iconica che torna decenni dopo a raccontare cosa è successo alla sua vita. Certo, i cinefili più attenti lo sapevano, ma la maggior parte del grande pubblico ha visto Il colore dei soldi senza mai sospettare che fosse un sequel.
3. “Il silenzio degli innocenti” (1991)
Titolo italiano: Il silenzio degli innocenti
Sequel di: Manhunter – Frammenti di un omicidio (1986)
Eccoci a uno dei thriller più famosi di sempre. Forse non tutti sanno che, in realtà, Il silenzio degli innocenti (titolo originale The Silence of the Lambs) è la continuazione, almeno in termini di personaggio, di Manhunter – Frammenti di un omicidio, diretto da Michael Mann.
In Manhunter, infatti, il cannibale Hannibal Lecter (chiamato Hannibal “Lecktor” per ragioni oscure di diritti o di stile) era interpretato da Brian Cox. Il film è tratto dal romanzo di Thomas Harris, Red Dragon. Ma quando si passa a Il silenzio degli innocenti, cambia tutto: regista (Jonathan Demme) e attore (Anthony Hopkins). Anche l’estetica e il modo di raccontare Lecter subiscono una trasformazione radicale.
Il successo strepitoso di Il silenzio degli innocenti ha poi offuscato quasi del tutto Manhunter, che però resta un film eccellente e merita di essere (ri)scoperto. Ancora oggi, molte persone non collegano minimamente le due opere.
4. “Giochi di potere” (1992)
Titolo italiano: Giochi di potere
Sequel di: Caccia a Ottobre Rosso (1990)
Chi è fan di Tom Clancy e del personaggio di Jack Ryan sa bene che Giochi di potere (Patriot Games in originale) è tecnicamente il secondo film della saga iniziata con Caccia a Ottobre Rosso. Nel primo, Jack Ryan era interpretato da Alec Baldwin, mentre nel secondo tocca a Harrison Ford.
Il cambio di attore e di atmosfera — per non parlare dell’ampio divario di età tra Baldwin e Ford — fa sembrare i due film slegati. E se consideriamo che in seguito Ryan è stato interpretato anche da Ben Affleck e Chris Pine, e ora da John Krasinski in una serie TV, è facile confondersi. Probabilmente, una buona parte del pubblico ha visto Giochi di potere senza realizzare che si trattasse del sequel di Caccia a Ottobre Rosso.
5. “It Runs in the Family” (1994)
Titolo italiano: It Runs in the Family (talvolta indicato come “My Summer Story” nell’home video)
Sequel di: A Christmas Story – Una storia di Natale (1983)
Forse hai visto almeno una volta A Christmas Story – Una storia di Natale (1983), quel film cult in cui il piccolo Ralphie desidera disperatamente un fucile Red Ryder BB Gun per Natale. Nel 1994, il regista Bob Clark decide di fare un sequel, ma incontra problemi di cast. Non potendo più usare gli stessi attori, recluta Charles Grodin e un giovanissimo Kieran Culkin.
Poi, per ragioni di marketing, il sequel assume il titolo It Runs in the Family. E, come se non bastasse la confusione, in seguito arriva in home video con un altro nome: My Summer Story. Insomma, un caos totale. Risultato? Quasi nessuno si accorge che la pellicola è effettivamente il proseguimento delle avventure di Ralphie e famiglia.
6. “Desperado” (1995)
Titolo italiano: Desperado
Sequel di: El mariachi (1992)
El mariachi è stato il film d’esordio di Robert Rodriguez, girato con un budget minuscolo, praticamente sette mila dollari, e diventato un simbolo del cinema indipendente. Un successo tale da convincere Hollywood a dargli un po’ di soldi veri per fare un nuovo film con la stessa idea di base.
E nasce così Desperado, con Antonio Banderas al posto di Carlos Gallardo come protagonista. Il look del film è più patinato, con scene d’azione spettacolari e un cast stellare (Salma Hayek, Steve Buscemi, Quentin Tarantino in un cameo). In pratica sembra quasi un remake, e molti spettatori lo interpretano come un titolo autonomo. Ma la verità è che è la seconda avventura del “mariachi pistolero”.
7. “Soldier” (1998)
Titolo italiano: Soldier
Sequel di: Blade Runner (1982) (in un certo senso)
Questa è una storia curiosa. Soldier, diretto da Paul W.S. Anderson e con Kurt Russell protagonista, è sceneggiato da David Webb Peoples, lo stesso di Blade Runner. In alcune interviste, Peoples aveva accennato al fatto che Soldier fosse, nella sua mente, ambientato nello stesso universo di Blade Runner, un po’ come un sequel spirituale.
Più tardi, lo stesso Peoples ha parzialmente ritrattato, dicendo di aver scritto la sceneggiatura come un progetto a sé stante. Però, i riferimenti a Blade Runner qua e là ci sono: piccole citazioni, menzioni vaghe che fanno pensare a un futuro condiviso. Insomma, non si tratta di un sequel “ufficiale” in senso legale, ma è percepito come tale da tanti fan di Blade Runner.
8. “Nemico pubblico” (1998)
Titolo italiano: Nemico pubblico (titolo originale Enemy of the State)
Sequel di: La conversazione (1974) (in modo non ufficiale)
La conversazione, film di Francis Ford Coppola del 1974, vede Gene Hackman interpretare un esperto di sorveglianza, Harry Caul, un tipo paranoico che si incastra in un caso più grande di lui. Anni dopo, arriva Nemico pubblico, con Hackman nel ruolo di un analogo tecnico delle intercettazioni, di nome Brill, che ricorda tantissimo Caul.
Formalmente non è un sequel, perché dietro ci sono case di produzione diverse e registi diversi (Tony Scott per Nemico pubblico). Però, se guardi la performance di Hackman e certi rimandi (come l’abbigliamento o il carattere misantropo), sembra proprio che stiano suggerendo che Brill sia in realtà Harry Caul invecchiato. Se hai amato La conversazione, Nemico pubblico è quasi un “dove sono ora?” del medesimo personaggio.
9. “La regina dei dannati” (2002)
Titolo italiano: La regina dei dannati (originale: Queen of the Damned)
Sequel di: Intervista col vampiro (1994)
Il filo conduttore qui è il vampiro Lestat, creato dalla scrittrice Anne Rice. In Intervista col vampiro, Lestat era interpretato da Tom Cruise, mentre in La regina dei dannati lo ritroviamo con il volto di Stuart Townsend. Le due pellicole hanno uno stile così diverso che molti non si rendono conto siano parte della stessa saga.
Nel film del 2002, Lestat decide di diventare una rockstar (sì, hai capito bene) e la storia prende una piega molto più “gotico-pop” rispetto all’ambientazione raffinata e settecentesca di Intervista col vampiro. Insomma, se qualcuno vede La regina dei dannati senza leggere i crediti, potrebbe benissimo credere che sia un film qualunque di vampiri dark.
10. “The Chronicles of Riddick” (2004)
Titolo italiano: The Chronicles of Riddick
Sequel di: Pitch Black (2000)
Ricordi Pitch Black? Era un film di fantascienza quasi horror, con un gruppo di sopravvissuti in un pianeta infestato da creature letali che vivono nell’oscurità. Tra loro c’era un Vin Diesel pre-Fast & Furious nel ruolo del pericoloso Riddick. Dopo il successo di The Fast and the Furious, Diesel diventa una star e la produzione decide di realizzare un film incentrato su Riddick, ma con un tono ben diverso.
Ecco The Chronicles of Riddick: più budget, ambientazione più vasta, azione spaziale stile epico, e meno claustrofobia da “fuga dai mostri”. Così tanta differenza che la gente che aveva visto Pitch Black non sempre collega i due film come parte di un’unica saga. E chi vede The Chronicles of Riddick per la prima volta, spesso non si rende conto che esiste un capitolo precedente.
11. “La casa del diavolo” (2005)
Titolo italiano: La casa del diavolo (titolo originale: The Devil’s Rejects)
Sequel di: La casa dei 1000 corpi (2003)
Rob Zombie, musicista e regista, esordisce al cinema con La casa dei 1000 corpi (House of 1000 Corpses), un horror bizzarro e ricco di effetti splatter, incentrato su una famiglia sadica e violenta. Nel sequel, La casa del diavolo, i mostruosi villain diventano protagonisti a tutto tondo, quasi degli antieroi in fuga dalla legge.
Il cambio di tono è notevole: dal film di tortura e terrore si passa a un road movie sanguinario, con atmosfere da western sporco. Per questo motivo, non è strano che alcuni spettatori non si accorgano che le due pellicole sono collegate. Eppure, chi conosce il clan Firefly sa bene quanto siano centrali in entrambi i film.
12. “Serenity” (2005)
Titolo italiano: Serenity
Sequel di: Firefly (2002, serie TV)
Qui parliamo di un fenomeno televisivo: Firefly era una serie di Joss Whedon, in cui un gruppo di mercenari-spaziali fa di tutto per sopravvivere in un universo stile western-fantascientifico. Purtroppo la serie venne cancellata prima ancora di completare la prima stagione. I fan, però, la amarono a tal punto che alla fine è nata un’opportunità per fare un film, Serenity.
Molte persone che hanno visto il film al cinema non avevano idea che fosse il seguito (o la conclusione) di una serie scomparsa. In realtà, per comprendere meglio i retroscena dei personaggi — tipo Mal, River, Zoe — bisognerebbe recuperare gli episodi di Firefly. Alcuni non lo sanno, si guardano Serenity e pensano sia solo un film di avventura spaziale un po’ alternativo.
13. “Zathura – Un’avventura spaziale” (2005)
Titolo italiano: Zathura – Un’avventura spaziale
Sequel di: Jumanji (1995)
Il libro di Chris Van Allsburg, Zathura, è a tutti gli effetti legato all’universo di Jumanji. Nei romanzi, i protagonisti di Zathura sono i vicini di casa dei ragazzi di Jumanji. Jumanji, il film con Robin Williams del 1995, fu un grandissimo successo al cinema, mentre Zathura passò quasi inosservato.
A dirla tutta, il regista Jon Favreau dichiarò di non essere un fan di Jumanji e di considerare la sua pellicola una storia autonoma. Ma i collegamenti ci sono, e ufficialmente Zathura dovrebbe essere un sequel spirituale: un gioco da tavola magico che catapulta i partecipanti in un’altra realtà, solo che invece della giungla c’è lo spazio. L’idea di base è la stessa, ma l’esecuzione è diversa. Chi lo guarda senza conoscere i libri di Van Allsburg non immagina neppure che i due titoli siano correlati.
14. “Split” (2016)
Titolo italiano: Split
Sequel di: Unbreakable – Il predestinato (2000)
Chiudiamo la lista con uno dei colpi di scena più famosi dell’ultimo decennio. M. Night Shyamalan, maestro dei twist finali, ha girato Split facendolo sembrare un thriller/horror indipendente su un uomo con personalità multiple (interpretato da un magistrale James McAvoy). Solo nell’ultima scena, nei secondi conclusivi, compare Bruce Willis come David Dunn, rivelando così che tutto si svolgeva nello stesso universo di Unbreakable – Il predestinato.
È stato un vero shock per gli spettatori in sala. Molti non avevano mai visto Unbreakable o non ricordavano bene la storia. E improvvisamente hanno realizzato che Split era un sequel segreto. Più tardi, Shyamalan concluderà la trilogia con Glass, in cui unisce i personaggi di entrambi i film.
Perché alcuni sequel sono “in incognito”?
Viene spontaneo chiedersi: perché tenere nascosto che un film è il seguito di un altro? O perché non enfatizzarlo nelle campagne pubblicitarie? Ecco alcune possibili ragioni:
- Cambi di cast e di regia: Se il protagonista o il regista simbolo non tornano, può capitare che il nuovo film voglia distanziarsi dal predecessore per evitare confronti imbarazzanti.
- Differenze di tono e di genere: A volte il sequel è così diverso da sembrare un’altra cosa. Non vuoi confondere o deludere il pubblico che si aspettava lo stesso stile.
- Problemi di diritti o di branding: Magari il sequel non ha più i diritti sul titolo originale, oppure i produttori decidono di cambiare nome per ragioni legali o di marketing.
- Flop precedente: Se il primo film non ha incassato nulla, pubblicizzare il secondo come “il sequel di…” potrebbe essere un boomerang. Meglio farlo passare come un prodotto nuovo.
- Strategie creative: Alcuni autori (vedi Shyamalan con Split) vogliono sorprendere e creare l’effetto “Wow, ma allora era un sequel!”
Il fascino del “Non sapevo fosse un seguito!”
C’è un certo gusto nello scoprire che un film che hai visto da ragazzino senza contestualizzarlo fa in realtà parte di un universo più ampio. È come trovare un piccolo easter egg cinematografico. Ti viene voglia di rivedere il primo capitolo, cercare i riferimenti, magari notare dettagli che la prima volta ti erano sfuggiti.
In un’epoca in cui siamo abituati ai franchise Marvel, alle saghe di Star Wars, alle trilogie annunciate prima ancora di girare il primo ciak, questi sequel “nascosti” hanno un sapore un po’ vintage. Ricordano un cinema meno programmato dal marketing e più libero di sperimentare (o di commettere errori e scelte bizzarre).
E ora?
A volte è solo un divertimento in più, scoprire questi legami sotterranei. In altri casi, potrebbe farti capire meglio la visione di un autore. Se fossi in te, recupererei i film precedenti di questi 14 titoli e proverei a guardarli in ordine, uno dopo l’altro, per vedere l’evoluzione dei personaggi o delle tematiche. Oppure potresti guardarli in modo sparso, passare da Manhunter a Il silenzio degli innocenti, poi da Pitch Black a The Chronicles of Riddick, così da notare quanto cambia il linguaggio visivo o la recitazione degli attori.
A volte, la storia prosegue di decenni, come per Lo spaccone e Il colore dei soldi. Altre volte, si trasforma in un’altra faccia della medaglia, come ne La casa dei 1000 corpi e La casa del diavolo. Oppure resta tutto sommerso e non dichiarato, come nel caso di Nemico pubblico e La conversazione.
In definitiva, questi film ci dimostrano che i sequel non devono per forza chiamarsi “Film X 2” o “Film X: il ritorno di…” per portare avanti una storia. Possono muoversi in modo più sottile, talvolta per scelte commerciali, talvolta per puri motivi creativi. E se ci pensi, è proprio questo il bello del cinema: non c’è una regola fissa, ogni tanto sbuca un passaggio segreto che ti fa scoprire una nuova stanza nel grande castello delle storie filmiche.
Ti è mai capitato di scoprire solo dopo anni che un titolo era un sequel? Hai visto alcuni dei film elencati ignorando il legame con quelli precedenti? Se hai qualche aneddoto curioso o se desideri segnalare altri esempi di sequel “segreti,” lascia un commento. Condividere le nostre piccole grandi scoperte cinematografiche rende la passione per i film ancora più divertente.