Il caso R. Kelly si arricchisce di un capitolo ancora più drammatico e inquietante. Il cantante di “I Believe I Can Fly”, attualmente detenuto in un carcere di Chicago per molestie su minori, è stato ricoverato d’urgenza il 12 giugno dopo aver subito quella che il suo avvocato Beau Brindley definisce una overdose di farmaci somministrata dal personale penitenziario. Ma questa è solo la punta dell’iceberg di una storia che sembra uscita da un thriller carcerario: vertigini, impossibilità di camminare, perdita di conoscenza, coaguli di sangue in entrambe le gambe e nei polmoni, e soprattutto l’accusa esplosiva che il Bureau of Prisons stia orchestrando un piano per uccidere l’ex re dell’R&B.
La situazione è talmente surreale che sembra difficile distinguere tra realtà e paranoia da detenzione. Kelly, 58 anni, sta scontando una condanna complessiva di 50 anni (30 per il caso di New York e 20 per quello dell’Illinois) per reati sessuali su minori. Il suo team legale sostiene che la sua vita sia in pericolo non solo per negligenza medica, ma per un vero e proprio complotto istituzionale. Dal canto loro, i procuratori federali hanno risposto con parole durissime, definendolo un “molestatore seriale di bambini” che “non si è mai assunto la responsabilità per anni di abusi sessuali su minori“.
Quello che rende questa vicenda particolarmente complessa è il mix tra questioni sanitarie legittime e accuse di cospirazione che potrebbero sembrare fantasiose ma che, nel contesto del sistema penitenziario americano, non sono automaticamente incredibili. La musica, la giustizia e la sopravvivenza si intrecciano in una narrazione che supera qualsiasi concept album mai scritto.
L’overdose che ha scatenato tutto
Secondo la ricostruzione dell’avvocato Brindley, la sera del 12 giugno Kelly ha ricevuto i suoi farmaci dal personale del carcere. Quella notte ha iniziato a manifestare sintomi allarmanti: vertigini, impossibilità di camminare e perdita di conoscenza. È stato trasportato d’urgenza in un ospedale esterno dove i medici hanno determinato che era stato vittima di una overdose dei suoi farmaci.
Ma la situazione si è complicata ulteriormente quando Kelly ha riferito di gonfiore alle gambe, attribuendolo a coaguli di sangue di cui aveva già sofferto in passato. Il cantante era stato sottoposto a scan per coaguli all’inizio dell’anno e gli era stato detto dal BOP (Bureau of Prisons) che non avrebbe più ricevuto anticoagulanti. Tuttavia, la questione se avesse coaguli era rimasta senza risposta.
Durante il weekend, mentre era ricoverato, i medici hanno scoperto coaguli di sangue in entrambe le gambe e nei polmoni di Kelly. È stato ordinato un intervento chirurgico con una degenza ospedaliera di sette giorni. Ma qui arriva il colpo di scena: “Entro un’ora dalla diagnosi, ufficiali armati hanno rimosso il signor Kelly dall’ospedale. Gli è stato negato l’intervento che i professionisti medici ritenevano necessario“.
Le accuse di complotto e tentato omicidio
L’escalation drammatica delle accuse porta la vicenda in territorio thriller. Brindley ha dichiarato: “Se questo non è il Bureau of Prisons che si impegna in una condotta che ucciderà il signor Kelly, chiedo ai consulenti del governo di spiegare cosa sia”.
Ma le accuse non si fermano qui. Nel motion di emergenza presentato per ottenere la scarcerazione e il trasferimento agli arresti domiciliari, il team di Kelly ha rivelato una storia ancora più inquietante. Secondo i documenti, funzionari del carcere avrebbero rubato messaggi privati tra Kelly e i suoi avvocati prima dei due processi federali, “weaponizzando” le informazioni per rivoltare i testimoni contro di lui.
Il vero shock arriva con la testimonianza di Mikeal Glenn Stine, un detenuto malato terminale che ha dichiarato che funzionari del carcere gli avevano promesso la possibilità di fuggire se avesse ucciso Kelly. Secondo Stine, gli era stato detto che avrebbe dovuto essere accusato del crimine, ma il caso sarebbe stato archiviato a causa del manomettimento delle prove.
La risposta dei procuratori
I procuratori federali hanno risposto con parole taglienti alla richiesta di scarcerazione di Kelly. “Robert Kelly è un molestatore seriale di bambini. È impenitente al riguardo. Kelly non si è mai assunto la responsabilità per i suoi anni di abusi sessuali su bambini, e probabilmente non lo farà mai“, hanno scritto nei documenti del tribunale.
I procuratori hanno deriso la mozione di Kelly per essere rilasciato “indefinitamente sotto la parvenza di una cospirazione fantasiosa“. Lo hanno accusato di prendere in giro il danno subito dalle sue vittime.
Il sistema penitenziario sotto accusa
Questa vicenda solleva questioni fondamentali sul funzionamento del sistema penitenziario americano. Anche se Kelly è stato condannato per crimini gravi, ha diritto all’assistenza medica adeguata e alla protezione dalla violenza.
Il fatto che i procuratori abbiano spostato il focus sui crimini di Kelly piuttosto che affrontare direttamente le accuse di negligenza medica e cospirazione è sintomatico di un sistema che spesso considera alcuni detenuti “meno meritevoli” di protezione.
Il futuro di un’icona caduta
R. Kelly era una delle voci più riconoscibili dell’R&B contemporaneo. Album come “12 Play” e “R.” avevano definito il sound degli anni ’90, mentre brani come “I Believe I Can Fly” erano diventati inni generazionali. La sua caduta è stata tanto drammatica quanto inevitabile, ma questo non dovrebbe precludere i suoi diritti fondamentali come essere umano.
La battaglia legale continua, con il team di Kelly che sta preparando mozioni simili anche per il caso di New York. Brindley ha ribadito: “Stiamo preparando la nostra mozione anche a New York. Siccome non siamo locali a New York, quel processo può richiedere un po’ di tempo“.
Tu cosa ne pensi di questa situazione? Credi che le accuse di cospirazione del team di Kelly siano credibili o pensi che sia una strategia disperata per ottenere la scarcerazione? E soprattutto, pensi che tutti i detenuti, indipendentemente dai loro crimini, abbiano diritto alla stessa protezione e assistenza medica? Scrivilo nei commenti e dimmi cosa ne pensi di questo caso che mescola musica, giustizia e sopravvivenza!